Messina, c'era una volta il Pd. Ma anche gli altri partiti non stanno tanto bene...

Messina, c’era una volta il Pd. Ma anche gli altri partiti non stanno tanto bene…

Rosaria Brancato

Messina, c’era una volta il Pd. Ma anche gli altri partiti non stanno tanto bene…

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domenica 20 Settembre 2015 - 06:28

Sono tanti i motivi per i quali la mozione di sfiducia è più lontana di quanto si pensi. Uno di questi è la liquefazione delle strutture partitiche a Messina, al punto da far pensare che la città sia come una casa infestata dai fantasmi.

Una delle motivazioni che adducono i rappresentanti dei partiti, per non presentare la mozione di sfiducia ad Accorinti, è: “Non siamo pronti, non c’è un candidato alternativo”. E’ come se un idraulico si rifiutasse di aggiustarmi il rubinetto dicendo: “ora non sono in grado, torno tra un paio di mesi”. Di uno così non c’è da fidarsi, perché la risposta è: ma finora che hai fatto?

Dietro questa frase però c’è il fatto che i partiti, intesi come strutture, come luoghi della politica, a Messina si sono liquefatti.

La telenovela-farsa del Pd è solo il caso più eclatante. E’ vero che possiamo dire: “c’era una volta il Pd a Messina”, ma è altrettanto vero che gli altri partiti non stanno poi così bene. E’ come vivere in una casa infestata da fantasmi. All’improvviso si sposta una sedia, cade un bicchiere da un tavolo o si accende una luce in una stanza e tu rischi l’infarto. Poi cerchi una risposta razionale all’accaduto, ti rinfranchi e te ne dimentichi. Fino al successivo fenomeno paranormale. Con i partiti a Messina è così, ogni tanto battono un colpo, poi tornano ectoplasmi, nella tomba o in soffitta a seconda dei casi.

IL PD

Il Pd ha tirato le cuoia nel 2013, l’hanno seppellito da qualche parte, ma non sappiamo ufficialmente che è defunto perché i deputati ed i vertici regionali hanno fatto come nel film week end con il morto, con i protagonisti che vanno in giro per giorni con un cadavere manovrato come un burattino. E tutti lo credono vivo e pimpante. L’ultimo segretario cittadino è stato Giuseppe Grioli, si è dimesso nella primavera del 2013. A seguire ci sono state, nell’ordine: la batosta elettorale, gli arresti per Corsi d’oro, l’inchiesta sulla formazione, la richiesta di autorizzazione a procedere, l’arresto di Genovese, il processo, le primarie 2 la vendetta, Renzi premier, le Europee, le primarie regionali, le amministrative in numerosi comuni della provincia di Messina, 2 anni di amministrazione Accorinti, una sfilza di cambi di assessori regionali da parte di Crocetta. Insomma, è cambiato il mondo. Ed il Pd di Messina che ha fatto? NIENTE. Due anni e mezzo senza segretario cittadino, senza tesseramenti, congressi, assemblee, confronti. Nell’ottobre 2013 il trio Rinaldi-Laccoto-Panarello nomina Basilio Ridolfo segretario provinciale in nome dell’unità (la loro). Da quel momento lo tengono in ostaggio fino al settembre 2015 impedendogli qualsiasi velleità di cambiamento, trasformandolo nell’unico bersaglio mobile sul quale chi reclamava discontinuità poteva tirare le freccette. Complice il segretario regionale Fausto Raciti, le dimissioni sono state congelate e scongelate a piacimento, fino ad ottobre 2014, quando, sempre il trio Rinaldi-Laccoto-Panarello lo ha riconfermato. Quando a marzo 2015 Ridolfo ha annunciato il cronoprogramma verso i Congressi, dimostrando che voleva riaccendere i motori del partito lo hanno ripreso in ostaggio con la scusa delle amministrative e a settembre hanno accettato le dimissioni per commissariare il Pd. Anche il commissariamento sarà un altro modo per lasciare il partito in mano a chi finora ha tirato le fila per paralizzare tutto. Nel frattempo non si sa che linea abbia ufficialmente il Pd, né chi sia il vertice della struttura organizzativa, né chi possa esprimere a nome di tutto il Pd qualsiasi tesi (ammesso che ce ne siano) sul futuro della città. La paura che l’opa di Picciolo o qualche incidente di percorso scalfisca posizioni di potere ha fatto scegliere la via dell’imbalsamazione. Ma non è che le idee di sinistra siano morte. Fioccano i movimenti e le associazioni della base per riuscire a “fare qualcosa di Pd”. Così c’è un Pd ufficiale morto che finge di essere vivo ed un Pd vivo, fuori dal partito ufficiale, che i vertici vogliono morto.

EX PDL: OVVERO FORZA ITALIA ED NCD

Le adunate oceaniche azzurre, le visite di Berlusconi tra bandiere e inni sono ricordi del passato in una città che è stata una delle enclavi forziste. Già alle regionali del 2012 le fratture tra gli ex An e gli ex Forza Italia avevano causato le prime emorragie. La fine del Pdl ed il divorzio tra alfaniani e berlusconiani ha visto la Sicilia diventare una roccaforte Ncd. Ancora alle Politiche 2013 il Pdl aveva dato prova di poter reggere l’onda d’urto dell’antipolitica. I due anni successivi hanno decimato le truppe ed i votanti come si è visto alle Europee. Il renzismo ed il crocettismo stanno facendo il resto. Quando Nino Germanà dice: “non sono io che mi sposto a sinistra è Renzi che viene a destra” ha ragione, fatto sta che la stagione degli azzurri a Messina è finita da un pezzo. Nel 2013 Garofalo non arrivò al ballottaggio (in quel caso intervennero altri fattori, comprese le divisioni con gli ex An e le frizioni post-Politiche). Adesso il ministro Lorenzin (ex Pdl) è al governo con Renzi e quanto prima Crocetta avrà un assessore Ncd. Il Nuovo centro destra sta per sposarsi con l’Udc e già adesso hanno creato il gruppo parlamentare Area Popolare. Un elettore di intelligenza media e tolleranza elevata che alle Politiche 2013 e alle Regionali 2012 si era convinto d’aver votato Pd per avere un governo di sinistra e adesso si trova Renzi con Alfano e Crocetta con (cito a caso) Castiglione ha tutte le ragioni per sentirsi preso per i fondelli, chiedere la restituzione del voto e prepararsi a votare M5S. A Messina Garofalo sarà con D’Alia (c’è da chiedersi che soluzione troveranno sul ponte, il primo è a favore il secondo no, forse diranno che se ne può fare metà) ma c’è da costruire da zero la struttura partitica. Gli ex fratelli del Pdl, i fedelissimi di Berlusconi, stanno riorganizzando le fila, nonostante le incursioni, per ora sottotraccia, dei salviniani che preparano lo sbarco in Sicilia. Anche in questo caso per Forza Italia con i big che in città hanno preso altre strade, la “casa” è ancora tutta da costruire. L’unico rimasto è Santi Formica, 5 legislature regionali alle spalle e secondo indiscrezioni pronto a lasciare lo scettro solo in famiglia.

UDC

I centristi sono al governo con Renzi (come lo sono stati con Letta o Berlusconi) continuano ad esserlo con Crocetta al quale hanno suggerito l’ingresso in giunta del Ncd. L’Udc potrebbe riuscire a governare con chiunque, anche con il Partito dei tirolesi simpatici o con quello dei Tirolesi antipatici e persino con entrambi contestualmente ma in due Palazzi diversi e addirittura con un terzo partito il “chi se ne frega dei tirolesi” sempre nello stesso momento ma in tre Palazzi. Sul piano dei numeri però, così come il Nuovo centrodestra, i tempi sono di magra e le percentuali delle Politiche e delle Europee sono state campanelli d’allarme. In provincia i Dr mietono consiglieri e amministratori ed alle elezioni di giugno non sono state rose e fiori. Il matrimonio con Ncd è obbligato per entrambi e il talamo si dovrà costruire tenendo conto anche degli equilibri fra le due forze.

M5S

I grillini contano a Messina ben 3 deputati: Valentina Zafarana, regionale, Francesco D’Uva e Alessio Villarosa nazionali. Tommaso Currò, eletto con i 5Stelle è ora Pd. Eppure nonostante lo straordinario risultato e nonostante il lavoro sul campo dei deputati manca la struttura organizzativa di base. Alle amministrative 2013, pochi mesi dopo il successo delle Regionali di ottobre 2012 e delle Politiche, la candidata del M5S Maria Cristina Saija si è attestata su una bassa percentuale. Accorinti è stato visto come il vero candidato della protesta, fattore questo che probabilmente non ha consentito la crescita sul territorio dei 5Stelle. Il tempo corre e i 5Stelle rischiano di farsi trovare impreparati sul piano organizzativo e di radicamento nel territorio.

MEGAFONO

Il movimento “satellite” del presidente Crocetta seguirà la strada che il governatore, tesserato Pd, intenderà prendere. A Messina sotto il profilo organizzativo si è strutturato tardi perché a lungo è rimasto paralizzato da scontri interni.

DR

Chi sta in ottima salute sono i Democratici riformisti, anche se cambiano nome più spesso di quanti allenatori abbia cambiato Zamparini. Il gruppo che alla Regione si chiama Pdr si è creato una struttura organizzativa nel territorio, ha usi e costumi da partito, con assemblee e riunioni periodiche ed in provincia sta facendo incetta di quanti sono disillusi o in rotta con i partiti originari, Pd, Udc e Ncd. Gli ultimi due assessori regionali messinesi (Giusy Furnari e Maurizio Croce) sono targati Dr (la prima, voluta da Crocetta, è stata da lui assegnata in quota Dr). Se Raciti e i vertici regionali Pd non battono ciglio sull’ingresso del Nuovo centro destra in giunta, anzi lo auspicano, alzano le barricate quando i Pdr si avvicinano troppo al Pd, come avverrà la prossima settimana con la benedizione di Guerini, Faraone e Renzi.

Alla luce di quest’esame si comprende perché i partiti dicano “non siamo pronti” a sfiduciare Accorinti e nonostante ogni giorno in più di emergenza rifiuti & affini sia un voto in più per quellichecisarannodopo sembra di vivere nella casa dei fantasmi. Ogni tanto cade un bicchiere, ma poi tutto torna come prima.

Rosaria Brancato

12 commenti

  1. Cara ROSARIA, nonostante la TRASPARENZA non è possibile conoscere la situazione reddituale e patrimoniale dei deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana e del suo presidente ARDIZZONE,vale anche per CROCETTA e la sua giunta,I SITI SONO OSCURATI. Che ci azzecca questa constatazione con la sfiducia annunciata dal CENTRODESTRA messinese a RENATO sindaco? C’è un filo che lega le sorti del Consiglio Comunale,scadenza nel 2018,con l’Assemblea Regionale,scadenza 2017. Come tutti sanno ARDIZZONE è il candidato ideale per unire le tante anime del CENTRODESTRA, ma c’è un MA,l’indennità di presidente vale il triplo dei €7.282,84 di sindaco, rifiutati con sdegno da ACCORINTI. ARDIZZONE, politico di professione, si sacrificherà per amore verso Messina?

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  2. Cara ROSARIA, nonostante la TRASPARENZA non è possibile conoscere la situazione reddituale e patrimoniale dei deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana e del suo presidente ARDIZZONE,vale anche per CROCETTA e la sua giunta,I SITI SONO OSCURATI. Che ci azzecca questa constatazione con la sfiducia annunciata dal CENTRODESTRA messinese a RENATO sindaco? C’è un filo che lega le sorti del Consiglio Comunale,scadenza nel 2018,con l’Assemblea Regionale,scadenza 2017. Come tutti sanno ARDIZZONE è il candidato ideale per unire le tante anime del CENTRODESTRA, ma c’è un MA,l’indennità di presidente vale il triplo dei €7.282,84 di sindaco, rifiutati con sdegno da ACCORINTI. ARDIZZONE, politico di professione, si sacrificherà per amore verso Messina?

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  3. Cara ROSARIA, l’analisi sul MOVIMENTO 5 STELLE è interessante, il movimento di GRILLO pronto ad essere votato da 1 italiano su 4, nelle amministrative paga un prezzo in voti, anche perché è movimento di opinione che guarda all’interesse generale della gente, mentre alle comunali c’è una lotta accanita per l’interesse individuale, lo dimostrano le tante liste civiche, pensate a quella di FELICE PER MESSINA, pronta a soddisfare con l’elezione di CALABRO’ interessi legittimi, ma di parte, è un modo di guardare alla politica, non mi scandalizzo.Anche mariedit ha notato un evidente distacco dei deputati messinesi del M5S e dei grillini dello Stretto dal dibattito politico sul Comune,farebbero bene a scegliere i candidati da proporre ai messinesi

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  4. Cara ROSARIA, l’analisi sul MOVIMENTO 5 STELLE è interessante, il movimento di GRILLO pronto ad essere votato da 1 italiano su 4, nelle amministrative paga un prezzo in voti, anche perché è movimento di opinione che guarda all’interesse generale della gente, mentre alle comunali c’è una lotta accanita per l’interesse individuale, lo dimostrano le tante liste civiche, pensate a quella di FELICE PER MESSINA, pronta a soddisfare con l’elezione di CALABRO’ interessi legittimi, ma di parte, è un modo di guardare alla politica, non mi scandalizzo.Anche mariedit ha notato un evidente distacco dei deputati messinesi del M5S e dei grillini dello Stretto dal dibattito politico sul Comune,farebbero bene a scegliere i candidati da proporre ai messinesi

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  5. Nicolò D'Agostino 20 Settembre 2015 12:58

    Spiego sempre a grandi e piccini che un gruppo ha due modi per aggregarsi:attorno a valori od attorno a disvalori.Quello che si aggrega attorno a valori cammina e va lontano,quello che si aggrega attorno a disvalori ha le gambe corte e non va lontano.Dopo la I Repubblica l’aggregazione partitica é avvenuta attorno a disvalori,sia guardando dal centro verso destra che guardando dal centro verso sinistra. Populismi, spartizioni, rivalse… Poco politica e molta demagogia.A Messina le aggregazioni partitiche-personaliste avvennero da una parte un preminente clientelismo ex democristiano ed utilitarismo ex comunista e dall’altra tra populismo berlusconiano e reazionarismo post fascista.Alla fine sono implosi entrambi. W l’Italia e forza Messina

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  6. Nicolò D'Agostino 20 Settembre 2015 12:58

    Spiego sempre a grandi e piccini che un gruppo ha due modi per aggregarsi:attorno a valori od attorno a disvalori.Quello che si aggrega attorno a valori cammina e va lontano,quello che si aggrega attorno a disvalori ha le gambe corte e non va lontano.Dopo la I Repubblica l’aggregazione partitica é avvenuta attorno a disvalori,sia guardando dal centro verso destra che guardando dal centro verso sinistra. Populismi, spartizioni, rivalse… Poco politica e molta demagogia.A Messina le aggregazioni partitiche-personaliste avvennero da una parte un preminente clientelismo ex democristiano ed utilitarismo ex comunista e dall’altra tra populismo berlusconiano e reazionarismo post fascista.Alla fine sono implosi entrambi. W l’Italia e forza Messina

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  7. Nicolò D'Agostino 20 Settembre 2015 13:43

    Siccome i due schieramenti erano aggregazioni personalistiche-partitiche, si sono sciolti come neve al sole… Con i risvolti giudiziari che tutti conosciamo. Il tempo della nemesi Accorintiana é il tempo per la rifondazione della politica che non sta avvenendo per incapacità sociale dei soggetti politici. Questo vuol dire che nessuno dei soggetti in campo erano e sono sociali e politici ma solamente “meteore sociali”. Siamo una città senza speranza? Nooo, finché c’è vita c’è speranza. Siamo semplicemente SCATTRI BABBI che non vogliono capire che nel mondo non ci sono isole felici e che bisogna fare delle scelte tra l’inciviltà della Tortuga e la città di S. Agostino. Riscoprire i Valori che dal dopoguerra in poi hanno fatto Messina

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  8. Nicolò D'Agostino 20 Settembre 2015 13:43

    Siccome i due schieramenti erano aggregazioni personalistiche-partitiche, si sono sciolti come neve al sole… Con i risvolti giudiziari che tutti conosciamo. Il tempo della nemesi Accorintiana é il tempo per la rifondazione della politica che non sta avvenendo per incapacità sociale dei soggetti politici. Questo vuol dire che nessuno dei soggetti in campo erano e sono sociali e politici ma solamente “meteore sociali”. Siamo una città senza speranza? Nooo, finché c’è vita c’è speranza. Siamo semplicemente SCATTRI BABBI che non vogliono capire che nel mondo non ci sono isole felici e che bisogna fare delle scelte tra l’inciviltà della Tortuga e la città di S. Agostino. Riscoprire i Valori che dal dopoguerra in poi hanno fatto Messina

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  9. Nicolò D'Agostino 20 Settembre 2015 15:07

    Giovanni Ardizzone il riferimento intorno a cui aggregare una colazione per la guida della città? Ma Giovanni, negli ultim 30 della politica messinese, dov’era? Era “al tavolo” per mandato della famiglia D’Alia… Ho grande rispetto umano per Giovanni Ardizone ma farne un punto di riferimento politico é semplicemente ridicolo. Messina ha bisogno di un uomo di servizio che venga riconosciuto dai cittadini e non di un capo popolo per assaltare il fortino… Risorse ce ne sono poche e quel poco che c’é deve essere speso bene e non dilapidato. Bisogna liberare la città per fargli esprimere energie e non imprigionarla nuovamente nel politicume.

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  10. Nicolò D'Agostino 20 Settembre 2015 15:07

    Giovanni Ardizzone il riferimento intorno a cui aggregare una colazione per la guida della città? Ma Giovanni, negli ultim 30 della politica messinese, dov’era? Era “al tavolo” per mandato della famiglia D’Alia… Ho grande rispetto umano per Giovanni Ardizone ma farne un punto di riferimento politico é semplicemente ridicolo. Messina ha bisogno di un uomo di servizio che venga riconosciuto dai cittadini e non di un capo popolo per assaltare il fortino… Risorse ce ne sono poche e quel poco che c’é deve essere speso bene e non dilapidato. Bisogna liberare la città per fargli esprimere energie e non imprigionarla nuovamente nel politicume.

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  11. Secondo me mai…… Ne lui ne nessun altro , nella sua posizione !

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  12. Secondo me mai…… Ne lui ne nessun altro , nella sua posizione !

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