«Ad uccidere Stefano sono STATO io». Anche Messina in piazza a sostegno della famiglia Cucchi

«Ad uccidere Stefano sono STATO io». Anche Messina in piazza a sostegno della famiglia Cucchi

«Ad uccidere Stefano sono STATO io». Anche Messina in piazza a sostegno della famiglia Cucchi

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domenica 16 Novembre 2014 - 08:38

Messina si mobilita in segno di vicinanza e supporto alla famiglia di Stefano Cucchi, il geometra arrestato nel 2009 e deceduto dopo una settimana all'ospedale Pertini. A quindici giorni dalla sentenza di assoluzione degli imputati, una manifestazione spontanea nata in rete ha radunato nel tardo pomeriggio in piazza Unità d’Italia un centinaio di partecipanti. LE FOTO

Una candela accesa e una frase su un foglio bianco. A due settimane dalla sentenza di assoluzione degli imputati, la storia di Stefano Cucchi continua a scuotere le coscienze. Qualche giorno fa, centinaia di persone hanno partecipato alla fiaccolata "illuminare di verità la morte di Stefano Cucchi", organizzata in piazza Indipendenza a Roma, davanti alla sede del Csm, per chiedere giustizia per la morte del geometra arrestato nel 2009 e deceduto una settimana dopo all'ospedale Pertini.

Oggi, anche Messina si mobilita in segno di vicinanza e supporto alla famiglia di Stefano Cucchi che da cinque anni spera di ottenere verità e giustizia. Una manifestazione spontanea nata sui social network ha radunato nel tardo pomeriggio in piazza Unità d’Italia, davanti alla Prefettura, un centinaio di partecipanti.

Ad aderire al sit-in anche il movimento Cambiamo Messina dal Basso, i cui rappresentanti, subito dopo la sentenza della Corte d’assise di Roma, avevano scritto una lettera aperta ad Ilaria Cucchi. «Ci sono moniti che travalicano epoche e frontiere, come quello di Vittorio Arrigoni, e pensiamo che mentre Stefano moriva qualcuno davvero non sia rimasto umano. Chi? Chi doveva dircelo, oggi, tace. Per Amnesty International ‘verità e giustizia sono lontane’. Lo sono anche per noi».

«A cinque anni di distanza dalla morte di Stefano Cucchi – sostiene Amnesty International – la verità processuale non sembra dirci nulla di quel che è accaduto davvero. E non accerta alcuna responsabilità per un decesso che tutto appare meno che accidentale o auto-procurato».

Stefano Cucchi è morto mentre era sotto la custodia dello Stato, non certamente per cause naturali. È questo che i cittadini giudicano inaccettabile. Per questa ragione, anche a Messina, così come in tante città italiane, la luce tremula delle candele accompagna poche parole scritte nero su bianco. Un messaggio semplice affidato a un pezzo di carta: «Ad uccidere Stefano sono STATO io».

Gabriele Quattrocchi

2 commenti

  1. Questa non c’è la potevamo perdere , pure noi in piazza per stefano cucchi . che città becera

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  2. Questa non c’è la potevamo perdere , pure noi in piazza per stefano cucchi . che città becera

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