C'è chi taglia nastri mentre cantieri e opere sono fermi: la Uil affonda De Luca

C’è chi taglia nastri mentre cantieri e opere sono fermi: la Uil affonda De Luca

Redazione

C’è chi taglia nastri mentre cantieri e opere sono fermi: la Uil affonda De Luca

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venerdì 05 Luglio 2019 - 13:06

Via Don Blasco, approdi di Tremestieri, risanamento, copertura del torrente Bisconte. Tante opere che potrebbero far respirare il comparto edile ma è tutto fermo

«C’è chi taglia nastri su nastri e chi taglia a fette la fame…». Inizia così il durissimo affondo del segretario della Uil di Messina, Ivan Tripodi, e del segretario della Fenal Uil Pasquale De Vardo. I due sindacalisti puntano il dito sul nulla di fatto dell’amministrazione De Luca nel campo delle opere pubbliche.

Un anno fermo

«Ad oltre un anno dall’insediamento del sindaco di Messina De Luca, anche nel comparto dell’edilizia tutto tace e nulla si muove, tranne che l’assordante fragore provocato dalla rabbia dei lavoratori edili messinesi affamati di occupazione e di lavoro.

Il sindaco De Luca, dopo la patetica pantomima del sedicente “Salva Messina” a cui è seguita la disastrosa performance elettorale delle recenti europee, si è tuffato a capofitto nel ruolo a lui più consono. Vale a dire il taglia-nastri a tempo pieno; attività dedicata all’inaugurazione di rosticcerie, bar, tabacchi, boutique di abbigliamento, negozi di frutta e verdura, senza dimenticare di lanciare via social, almeno una volta al dì,  proclami o, per meglio dire, bufale relative ad un futuro sviluppo radioso e ricco di lavoro ed occupazione per il nostro territorio. 

I fatti, però, hanno la testa dura e non possono essere mistificati o manipolati.

Il torrente Bisconte

Per esempio: la realizzazione della copertura del torrente Catarratti-Bisconte, il cui appalto, al di là dei proclami del sindaco è totalmente fermo a causa del ricorso giudiziario presentato dalla Toto costruzioni, la seconda azienda classificata nella gara, e si preannunciano tempi biblici per la definizione della questione.

Gli approdi di Tremestieri

Inoltre, come non ricordare l’ennesima consegna dei lavori degli approdi di Tremestieri, alla quale, dopo la prima cerimonia compiuta durante la giunta Accorinti nel marzo 2018, è seguita, in pompa magna, la seconda consegna nel settembre 2018. Fu una giornata memorabile per l’immagine del sindaco De Luca, novello caudillo, alla guida di un trattore che rappresentava l’emblema dello sblocco dell’opera. Ad oggi, però, nonostante i trionfalistici annunci e le ben due consegne dei lavori, anche gli approdi di Tremestieri rischiano concretamente di trasformarsi nell’ennesima incompiuta, non ve traccia né di inizio lavori nè di lavoratori.

La via Don Blasco

La realizzazione della via Don Blasco, che la giunta De Luca si è trovata pronta e confezionata, rappresentava l’unica opera pubblica realmente in fase di realizzazione che, però, si è arenata a seguito del ritrovamento di ordigni bellici e che, per tale motivo, rischia di impantanarsi per lunghissimo tempo. Proprio riguardo la via Don Blasco sarebbe opportuno che l’amministrazione comunale, nella qualità di committente, vigilasse e si chiedesse come mai i pochissimi lavoratori messinesi assunti in quel cantiere si sono dimessi dopo solo pochissime giornate di lavoro.

Il risanamento

Nel nostro excursus non possiamo dimenticare il cavallo di battaglia del sindaco De Luca: il risanamento. Si tratta di una scottante tematica che, nei fatti, ha solamente consentito di creare l’Arisme, ennesimo carrozzone politico con tanto di Cda, Revisori dei conti e dipendenti, che, ad oggi però, non ha prodotto nemmeno lo straccio di un misero progetto o di una sola cantierizzazione.

Pertanto, visti i fatti, il credito concesso dai lavoratori delle costruzioni al sindaco De Luca si è esaurito e le migliaia di lavoratori edili messinesi manifestano quotidianamente la loro cocente delusione.

Il commento

Nessuna opera è stata progettata, realizzata o sbloccata dalla giunta De Luca che ormai procede spedita verso l’ennesimo fallimento che, temiamo, sarà rappresentato dalla perdita definitiva delle ingenti risorse provenienti dai Patti per Messina, per la Sicilia e dal masterplan: circa 800 milioni di euro complessivi. Insomma, nessuna prospettiva occupazionale per gli edili messinesi e, contestualmente, la totale assenza di una qualsivoglia visione o idea di città».

2 commenti

  1. io metterei la firma per 20 anni di Sindaco Cateno ! è l’unico che riesce a prendere a calci nel sedere anche i Sindacati !

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  2. Ma lui il sindaco lo sa fare !!! Almeno così va dicendo, il problema è che è convinto di gestire un paesotto e non una città problematica e difficile come Messina, che ha le proporzioni di una piccola provincia,e non quelle di un semplice comune.

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