La Stu Tirone tra riqualificazione e speculazione: giovedì conferenza dei servizi con una nuova ipotesi “stralcio”

La Stu Tirone tra riqualificazione e speculazione: giovedì conferenza dei servizi con una nuova ipotesi “stralcio”

La Stu Tirone tra riqualificazione e speculazione: giovedì conferenza dei servizi con una nuova ipotesi “stralcio”

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lunedì 12 Dicembre 2011 - 11:31

Si discuterà dell’opzione di iniziare i lavori di un fabbricato ad uso commerciale ai margini del borgo del Tirone: 5 elevazioni fuori terra e due piani parcheggio. La contrarietà della “Officina delle Idee”, che propone un dibattito

La Stu Tirone. Sì, riecco il faraonico progetto di riqualificazione (e cementificazione) che in sordina ha fatto ulteriori passi negli ultimi mesi, lontano dai riflettori, e adesso torna prepotentemente sulla scena. Condannato a rimanere in permanente bilico tra i concetti di riqualificazione, appunto, e di speculazione, il complesso piano della Società di trasformazione urbana (sul cui futuro come società partecipata del Comune si discuterà presto in consiglio comunale) sarà al centro di una conferenza dei servizi il 15 dicembre. Conferenza dei servizi in cui si discuterà di una ipotesi “stralcio” che lascia intravedere una corsia preferenziale per gli interessi privati che, in un’operazione del genere, sono giocoforza molteplici. Un’ipotesi che come ci si poteva attendere attira le prime polemiche. Addirittura una mobilitazione, con tanto di dibattito pubblico, viene proposta da Franco Providenti e dal gruppo “Officina delle idee”, che ha predisposto un documento nel quale si esprimono seri dubbi su alcuni interventi edilizi previsti.

L’opzione di “stralcio” per l’inizio lavori, della quale si dovrebbe discutere nella prossima conferenza dei servizi, secondo l’Officina, «presenta un negativo stravolgimento delle priorità programmate e sul quale chiediamo un confronto aperto alla città rinviando, pertanto, ogni decisione. In particolare, senza volere essere in questa sede esaustivi, preoccupa la scelta “stralcio” per ottenere i permessi necessari ad iniziare i lavori di realizzazione di un fabbricato ad uso commerciale ai margini del Tirone e con accesso a quota 33,40 da via Pascoli, costituito da 5 elevazioni fuori terra e due piani di parcheggio interrati che dovrebbe costituire inoltre la base su cui far poggiare un’ulteriore edificio di altri 5 piani con ingresso da viale Italia ad una quota di ben 27 metri di differenza. Stupisce come si possa iniziare un recupero di aree degradate utilizzando leggi che permettono di andare in variante del Prg per realizzare un probabile supermercato senza invece utilizzare immediatamente e prioritariamente i finanziamenti disponibili per avviare la fase di bonifica e di recupero di tutta l’area del Tirone, oggetto reale di interesse collettivo di recupero storico, culturale e paesaggistico della città».

Il nodo sta nel fatto che si tratterebbe «di stralcio in variante non soltanto al Prg ma anche al progetto complessivo della Stu-Tirone, progetto che non ci risulta ancora approvato sotto il profilo tecnico poiché gli elaborati definitivi di progetto e le indagini geologiche non sono state presentate nella Conferenza dei Servizi svoltasi a Palermo nel 2006. Si comprende bene che la variante del progetto implica un cambiamento dei suoi equilibri generali e la sua eventuale approvazione non può avvenire se non contestualmente alla ri-valutazione dell’intero intervento di trasformazione urbanistica e delle sue priorità».

«Più in generale – si legge ancora nel documento – il progetto Stu-Tirone che comprende anche altre realizzazioni di nuovi immobili residenziali e ad uso pubblico oltre al recupero di alcuni plessi e della splendida scalinata, appare carente di una autorevole valutazione del mercato immobiliare messinese. Criptica appare inoltre la relazione sulla viabilità: non offrendo alcun elemento di conoscenza realmente conducente, la stessa si limita ad una descrizione dell’assetto viario esistente nella zona oggetto di trasformazione urbanistica con una valutazione quantitativa degli attuali flussi veicolari, delle variazioni delle condizioni di sosta, degli interventi con parcheggi a servizio dell’area, ma nulla sugli effetti nascenti dai nuovi insediamenti. Nessuna valutazione viene inoltre effettuata né sugli aspetti della sicurezza legati alle opere da realizzare né sulla “portata” della nervatura stradale che verrebbe ulteriormente sollecitata e che già oggi risulta fortemente congestionata con effetti negativi anche in termini di inquinamento e di vivibilità cittadina. Infine – conclue il gruppo di cui fa parte l’ex sindaco Providenti – iniziare la bonifica del borgo del Tirone in un’ area periferica rispetto a quella del Contratto di Quartiere suscita perplessità, poiché sembra privilegiare l’interesse privato determinato dalle logiche di “project-financing” a fronte degli improcrastinabili interessi pubblici di riqualificazione dell’area degradata del tessuto storico del Tirone».

3 commenti

  1. Dobbiamo fermare questi barbari cementificatori. quell’area a verde non si deve toccare, anzi si dovrebbe fare una scalinata artistica per collegare la via pascoli col viale italia. Altro che i cinque+due piani di cemento.

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  2. L’acronimo STU viene utilizzato spesso nel nostro dialetto in frasi volgari,malanova mavi STU figghio i bona matri,per apostrofare qualcuno che ci pone problemi e basta.Possiamo dirlo di messinesi che hanno avuto la brillante idea della STU Tirone? Penso proprio di si, perché STU sta per società di trasformazione urbana, infatti si trasforma ( in peggio) la Urbs.

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  3. ADESSO IL COMMENTO SERIO. L’ignoranza dei Consiglieri Comunali sul collegamento fra gli
    interventi di trasformazione urbana definiti dalle STU con gli strumenti della pianificazione urbanistica e il piano regolatore vigente,ha contribuito al CAOS di oggi.Si deve studiare quando si assume l’onere e l’onore di rappresentare una comunità. La legge nel merito fissa che con gli interventi della Stu si devono conseguire gli obiettivi generali fissati dal piano regolatore. Nel caso in cui l’ipotesi di trasformazione contrasti
    significativamente con le previsioni del piano regolatore generale riguardo le principali infrastrutture, le quantità edilizie e le funzioni prevalenti messe in gioco,
    ovvero non ne rispetti talune specifiche prescrizioni, il comune deve procedere,ANTECEDENTEMENTE alla costituzione della Società stessa,ad apportare le necessarie modifiche al piano regolatore generale,attraverso lo strumento della VARIANTE.
    La Stu è da considerarsi, quindi, uno strumento di urbanistica operativa che consente alle amministrazioni di passare dalla disponibilità di strumenti di piano a quella della loro attuazione, associando gli operatori privati nella fase della progettazione urbanistica esecutiva, con modalità originali e specifiche.In definitiva le condizioni per la formazione della società deve avvenire su iniziativa del comune, a cui spetta il compito di elaborare ed adottare i piani urbanistici generali e particolareggiaiti, nonchè la funzione di
    direzione politica e amministrativa della società.
    Vale per questo ennesimo guazzabuglio messinese ,il paradosso retorico E’ NATO PRIMA L’UOVO (la STU) O LA GALLINA(la VARIANTE al PRG)

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