Ricorso dei dirigenti al Comune per gli arretrati delle indennità di risultato, insorgono i sindacati

Ricorso dei dirigenti al Comune per gli arretrati delle indennità di risultato, insorgono i sindacati

Danila La Torre

Ricorso dei dirigenti al Comune per gli arretrati delle indennità di risultato, insorgono i sindacati

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sabato 05 Marzo 2016 - 23:37

I rappresentanti sindacali Previti, Contestabile e Di Stefano sottolineano che per alcuni dirigenti/ricorrenti si potrebbe configurare anche una incompatibilità tra il ruolo espletato e la controversia giudiziaria. Chiedono al direttore generale Le Donne di convocare convochi in tempi brevi la delegazione trattante per chiudere i contratti integrativi aziendali fermi al 2011

La guerra legale intrapresa da alcuni dirigenti del Comune di Messina non ha ancora fatto vittime, ma la notizia dei vari ricorsi in ballo contro l’ente ha creato scompiglio all’interno di Palazzo Zanza. I rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil Peppe Previti, Rosario Contestabile ed Emilio Di Stefano hanno firmato un documento congiunto, sottolineando alcune anomalie e chiedendo all’amministrazione comunale di attivarsi immediatamente per scongiurare nuovi ricorsi.

I tre rappresentanti sindacali si concentrano soprattutto sulla causa intrapresa dall’ex ragioniere generale di Palazzo Zanca Ferdinando Coglitore, dai dirigenti in quiescenza Francesco Rando, Giacomo Leotta, Placido Bruno, Giuseppe Mauro e dai dirigenti ancora in servizio Salvatore De Francesco, Calogero Ferlisi, Giovanni De Leo e Letteria Santa Pollicino , che chiedono gli arretrati dell’indennità di risultato relativa gli anni 2005-2006-2007-2008-2009-2010-2011 e 2012, più interessi e rivalutazione monetaria (VEDI QUI).

In merito al ricorso presentato dai 9 dirigenti, secondo i sindacati «non c’è da stare tranquilli», soprattutto alla luce del fatto che se il Tribunale del Lavoro desse ragione ai ricorrenti , Palazzo Zanca dovrebbe sborsare 805.109,65 euro.

LE ANOMALIE

«Il Comune di Messina – scrivono Previti, Contestabile e di Stefano – subisce un contenzioso di oltre 800milaeuro relativo a indennità di risultato vantata dai dirigenti nel tempo, ma paradossalmente anche da taluni dirigenti ancora incaricati , per gli anni 2005 e sino al 2012».

Secondo Previti, Contestabile e Di Stefano «per alcuni dirigenti/ricorrenti si potrebbe configurare anche una incompatibilità tra il ruolo espletato e la controversia giudiziaria»

Per i tre sindacalisti, l’altro paradosso è che, nonostante la mancata definizione dei fondi per la dirigenza siano fermi al 2011, i titolari abbiano continuato a percepire mensilmente le indennità a differenza del personale e del comparto, che deve rimanere sempre vincolato alla definizione degli accordi , dei pareri dei revisori dei conti e della liquidità di cassa , con notevole ritardo (l’anno successivo) alle attività prestate per la relativa liquidazione .

Previti, Contestabile e Di Stefano precisano che non possono essere addebitate responsabilità a questa amministrazione, che tuttavia viene sollecitata a «ripensare alla gestione dell’Ente Comune»: a Palazzo Zanca – spiegano – oggi ci sono 21 dirigenti con una media di retribuzione annua di 100mila euro pro-capite, oltre il 15% di indennità di risultato. Con una spesa annua di 2 milioni e 600mila euro.

Cgil, Cisl e Uil ritengono che «le indennità della dirigenza devono essere oggetto di una diversa parametrazione correlate oltre alle responsabilità ed alla pesatura del Dipartimento ma soprattutto al raggiungimento di obiettivi certi e definiti nonché anche ad una realizzazione di risparmio e razionalizzazione della spesa. Come organizzazioni sindacali –continuano – riteniamo che vanno salvaguardati e tutelai i dirgenti ma bisogna rapportarsi anche alle condizioni economico –finanziarie di un Ente che da troppo anni vive nel limbo di un piano di riequilibrio che ancora oggi non vede la luce aggravato anche dalla mancata approvazione del bilancio di previsione 2015».

A proposito delle valutazioni e dei risultati raggiunti in questi anni dagli attuali dirigenti, i tre rappresentanti sindacali evidenziano due aspetti: innanzitutto che « l’amministrazione dal mese di gennaio ha inteso avvalersi dell’apporto di esperti che di fatto presidiano tutte le strutture dipartimentali dell’Ente», in secondo luogo che non è possibile effettuare la valutazione dei dirigenti per mancanza dell’organismo indipendente di valutazione. L’Oiv, infatti, è stato nominato solo lo scorso gennaio (vedi qui) ma non si è potuto ancora insediare a causa della mancata approvazione del bilancio 2015, che non consente di impegnare le somme necessarie per pagare degli emolumenti ai tre componenti.

LE SOLUZIONI

Cgil, Cisl e Uil auspicano che il direttore generale, Antonio Le Donne , convochi in tempi brevi la delegazione trattante per chiudere i contratti integrativi aziendali fermi al 2011 .

«Questo- concludono Previti, Contestabile e Di Stefano – lo chiediamo con forza , prima che il tutto sfoci in ulteriori contenziosi che vedrebbero soccombere il Comune di Messina con ulteriori aggravi economici penalizzanti per l’intera città».

Danila La Torre

2 commenti

  1. Hardfreelance 7 Marzo 2016 12:34

    Se compete, va immediatamente corrisposta, segnalando alla Corte dei Conti chi ne ha omesso la liquidazione per l’accertamento dell’eventuale danno alle casse comunali.
    Basta con la gestione familiare della cosa pubblica, a danno dei messinesi.

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  2. Hardfreelance 7 Marzo 2016 12:34

    Se compete, va immediatamente corrisposta, segnalando alla Corte dei Conti chi ne ha omesso la liquidazione per l’accertamento dell’eventuale danno alle casse comunali.
    Basta con la gestione familiare della cosa pubblica, a danno dei messinesi.

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