Pericolanti le chiese di San Saba e Rodia.Padre Oliveri: dal 28 niente messe

Pericolanti le chiese di San Saba e Rodia.Padre Oliveri: dal 28 niente messe

Rosaria Brancato

Pericolanti le chiese di San Saba e Rodia.Padre Oliveri: dal 28 niente messe

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mercoledì 24 Maggio 2017 - 00:08

Inascoltato l'appello del 2 maggio. Da domenica, alla luce della condizione di rischio le chiese dei due villaggi saranno chiuse. Il parroco: "Le condizioni sono peggiorate e non avendo ricevuto comunicazioni da Curia e Comune sono costretto a chiudere per motivi di sicurezza"

Tanto tuonò finchè piovve…..

Ed alla fine, padre Oliveri, parroco di San Saba e Rodia si è visto costretto, vista l’inutilità degli appelli precedenti, a chiudere le due chiese per evitare di mettere a repentaglio la sicurezza dei fedeli che si recano a Messa.

Tempostretto aveva già ospitato, lo scorso 2 maggio, l’appello del parroco (leggi qui), rimasto evidentemente inascoltato.Adesso, a causa del vento dei giorni scorsi la situazione si è fatta insostenibile e padre Oliveri ha scritto al sindaco e all’arcivescovo.

Dopo il forte scirocco dei giorni passati, sono caduti diversi calcinacci sia dalle terrazze laterali della Chiesa San Saba, sia dal campanile e dai cornicioni della Chiesa Santa Maria delle Grazie in Rodia, sia dalla terrazza della canonica di Rodia. Non avendo avuto alcuna comunicazione dai responsabili degli uffici competenti della Curia e, poiché, con l'arrivo dell'estate la gente aumenterà notevolmente e molti bambini e ragazzi si intrattengono sui gradini dell'entrata delle due Chiese, avendo già ricevuto una denunzia per pericolo dal Comune, mi vedo costretto a chiudere entrambe le Chiese da questa Domenica 28 Maggio. Si invia comunicazione al Vescovo mons. Giovanni Accolla, agli Uffici competenti della Curia di Messina, al Sindaco e uffici comunali”.

Domenica quindi i fedeli troveranno le porte di entrambe le Chiese chiuse, vista la condizione di pericolo e vista l’impossibilità da parte del parroco di poter avviare la manutenzione, senza somme a disposizione. Anzi, ed è questa la “beffa” che segnalava il 2 maggio padre Oliveri, da un lato il Comune intimava l’immediata esecuzione dei lavori, pena sanzioni e dall’altro lato la Curia non aveva dato nessun sostegno alla Chiesa di San Saba.

Insomma, per dirla in modo popolare “senza soldi non si canta Messa”. Né si può pensare che un parroco possa fare il miracolo di ristrutturare la Chiesa senza avere i soldi necessari. Tutto questo mentre da anni è fermo a Palermo un progetto che avrebbe ottenuto un finanziamento di 48 mila euro.

Il 2 maggio, nella lettera postata su facebook e poi pubblicata da Tempostretto padre Oliveri raccontava d’aver appena ricevuto da un vigile urbano una notifica con la quale il Comune lo invitava, come parroco di Santa Maria delle Grazie in Rodia, “a mettere in sicurezza e procedere ai lavori di ricostruzione del campanile e dei cornicioni prospicienti la piazza e strada comunale, con annesse sanzioni, entro 30 giorni. Posto che Comune e attuale amministrazione non si sono mai interessate né alla Chiesa, che da 7 anni versa in condizioni esterne precarie, né tantomeno della piazza e del villaggio che, come gli altri del territorio comunale, versano in completo stato di abbandono, come può l'assessore preposto ritenere che in trenta giorni si risolva una situazione grave radicata nel tempo?”.

Oliveri ricordava che, dopo tre interventi straordinari dei Vigili del Fuoco su richiesta del parroco non era seguito alcun intervento di recinzione della chiesa per evitare pericoli, la cui competenza è sia del Comune, proprietario di piazza e strada, sia della Curia, proprietaria dell'immobile.

Da 7 anni con sacrifici personali e contributi di amici, parrocchiani e villeggianti, abbiamo eseguito lavori in economia per un totale di 24.000 euro, risparmiando su feste e spese e curando con impegno, senza alcun contributo di regione, Comune e Curia ( 8×1.000 mai ricevuto)”.

Con le somme raccolte è stato realizzato il nuovo impianto elettrico, il nuovo salone-teatro, e sono stati effettuati interventi per finestre, bagni, infissi, giardino, sagrestia, fogne, cancelli, portoni, sgabuzzino, due stanze per il catechismo, saloncino in terrazza e realizzata a Pasqua la Croce nuova illuminata, poiché la prima del 1959 era caduta a dicembre. Nel 2012 la Chiesa aveva ottenuto un finanziamento dalla Regione di 38 mila euro, revocato però dalla giunta Crocetta. Successivamente la parrocchia ha partecipato ad un bando regionale con un progetto di 48 mila euro, arrivando al 9 posto nella graduatoria della selezione. Somme ancora bloccate.

In tutto questo percorso che comporta progetti, ingegneri, incontri, saggi, misurazioni, spese e sacrifici, l'ufficio della Curia preposto a tali lavori non ci ha mai supportato ma sempre ostacolato, proponendo un mutuo di 50.000 euro a carico della Comunità con responsabilità del parroco. Come fa una piccola comunità di 500 persone in inverno (in estate molte di più) a caricarsi di un mutuo da restituire in 10 anni, pagando ogni mese una somma per noi impossibile?? Con questo metodo del 50×1000 dell'8×1000 a copertura spese lavori, da tempo si favoriscono le grandi, grosse e ricche parrocchie di città. C’è inoltre anche la beffa di sentirci presi in giro, e pure denunziati da chi ci dovrebbe aiutare per opere di utilità comune, come oratori, centri sociali e chiese che, presenti realmente nel territorio, offrono gratuitamente a tutti, giorno per giorno i servizi gratuiti che il Comune nega soprattutto ai nostri villaggi di periferia. La beffa di essere stati traditi da un'amministrazione apparentemente "onesta" che ci ha negato l'uso delle scuole elementari chiuse da anni nei nostri villaggi, aperte solo per il voto, e che stanno crollando per noncuranza e inadeguatezza dei vari assessorati

Nell’estate del 2014 la Messa in estate si è tenuta all’aperto e nell’inverno del 2015 nella chiesetta del 1859. Poi il Vescovo La Piana ha concesso 2.500 euro e, con contributi dei parrocchiani, si è riaperta la chiesa la domenica delle palme 2015. Da allora però non è cambiato nulla. Fino alla diffida del 2 maggio da parte del Comune ed al vento di questi giorni che ha fatto cadere giù i calcinacci.

Ogni mattina un prete si alza – scriveva il 2 maggio padre Oliveri– e sa che deve correre più svelto per non farsi divorare dalla bestia che lo incalza…poi arriva la notte, con le stelle luminose, e il prete pensa: le parrocchie a cinque, quattro, tre, due stelle hanno sempre aiuti, contributi, fiori che marciscono, offerte grosse, eredità, lasciti, doni, 5×1000 8×1000 e se la cavano. E tu, piccolo Lazzaro, cerchi ma non hai neanche le briciole”.

E da domenica le due chiese “senza stelle”… saranno chiuse.

Rosaria Brancato

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