E' definita Exit (ex-utero intrapartum) ed è stata eseguita al Centro cardiologico pediatrico da dieci equipe
TAORMINA – Dieci équipe in contemporanea hanno portato a termine una delle procedure più complesse eseguite su un feto di appena 2 kg e di 35 settimane di gestazione. Si tratta di una procedura Exit (ex-utero intrapartum) ed è stata eseguita al Centro cardiologico pediatrico del Mediterraneo di Taormina. La notte dello scorso 2 luglio la madre è stata trasferita mediante lo Stam regionale al fine di garantire un percorso neonatale protetto presso la ginecologia dell’Ospedale San Vincenzo di Taormina diretta dalla dottoressa Klein per rottura prematura delle membrane. La gravidanza è stata seguita con grande attenzione per la presenza di idrotorace recidivante su base genetica, dovuto a mutazione responsabile di malformazione artero-venosa di tipo 2, trattato già in epoca fetale con procedure interventistiche (una prima volta alla 25esima settima di gestazione mediante toracentesi e successivamente con l’impianto fetale di uno shunt toracico finalizzato a creare una comunicazione tra la pleura sinistra e il sacco amniotico).
La patologia genetica
La patologia genetica in questione ha determinato un alterato deflusso linfatico con accumulo di liquido ed il conseguente ridotto ed incompleto sviluppo di entrambi i polmoni (ipoplasia polmonare bilaterale). Per tale motivo la nascita del piccolo doveva necessariamente avvenire in un centro con cardiochirurgia pediatrica ed annesso programma di Ecmo neonatale protetto. All’arrivo a Taormina della mamma è stato effettuato un’ esame ecografico che ha confermato non solo la presenza di liquido nella pleura sinistra ma la parziale compressione anche del polmone destro. Così è stato deciso è stato deciso di utilizzare il supporto Ecmo con il piccolo ancora connesso al cordone ombelicale della madre. Il tutto con il coordinamento dell’equipe di Pediatria e Neonatologia (responsabile Lucia Manuri) e dell’Unita Semplice di Terapia Intensiva Neonatale (Eleonora Di Tommaso), Anestesia e Rianimazione dell’adulto (responsabile, Giacomo Filoni), cardioanestesia pediatrica (responsabile Enrico lannace), Radiologia (responsabile Salvatore Pappalardo ), Ginecologia (responsabile Lily Klein ), Cardiologia pediatrica (Paolo Guccione), Centro trasfusionale Ecmo team di Eps e Cardiochirurgia pediatrica (responsabile Sasha Agati )
“Avevamo poco più di 5 minuti – racconta il dottor Enrico lannace, responsabile del reparto di Anestesia e rianimazione cardiochirurgica del Ccpm – per avviare la procedura di assistenza respiratoria mediante Ecmo e salvare la vita al piccolo nascituro. Abbiamo immediatamente intubato e ventilato li feto, rapidamente cannulato il bambino a livello ombelicale, avviata l’assistenza meccanica e contemporaneamente reciso il cordone ombelicale. La mamma ha assistito a tutta la procedura. Sono attimi molto intensi, manovre estremamente complesse che richiedono profonda capacità di lavoro in equipe, coordinazione e tempismo. Ma rappresentano quei momenti che spingono la medicina e l’assistenza intensiva verso nuovi traguardi. Sono procedure rare, complesse ma ben codificate che nel nostro centro si attuano già da diversi anni. È stata eseguita biopsia polmonare, inviate presso l’Anatomia Patologica dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” di Roma, per meglio definire il quadro diagnostico e le future strategie terapeutiche”. lI paziente si trova attualmente ricoverato presso la terapia intensiva del Ccpm con prognosi riservata.

Buongiorno, non posso che ringraziare, tutti i componenti delle équipe che hanno reso possibile tutto ciò. Grazie. Grazie. Un grosso abbraccio al Piccolo, con l’augurio che Dio lo assista in ogni momento.
Un esempio che evidenzia l’efficienza del centro ma nel contempo rappresenta l’ennesimo scempio e furto perpetrato alla nostra città da parte della politica regionale che come sempre di fatto toglie alle varie province per dare solo a Palermo e Catania. L’arretratezza rispetto ad altre regioni passa anche da questo aspetto puramente ideologico quanto ridicolo ed esclusivamente siciliano.
Buongiorno…ecco perché non bisogna chiudere il ccpm di Taormina. Questi MEDICI E INFERMIERI e tutta l’équipe sono degli ANGELI! Salvano migliaia di vite e queste è una delle tante.❤️
QUESTO E’ L’UNICO OSPEDALE DELLA SICILIA DI UNA ECCELLENZA PAZZESCA.
#noallachiusuradelccpm
#iostoconilccpm
Messina si salva se riesce ad essere autonoma come Trento e Bolzano. Si può prendere in considerazione la creazione della Regione dello Stretto, insieme alla città metropolitana di Reggio. Le due provincie dello Stretto soffrono gli stessi problemi di emarginazione regionale, nonostante l’area dello Stretto, con 1.300.000 abitanti sono la seconda area del sud, dopo il golfo di Napoli. Ci sarà uno strumento, un referendum, che in democrazia, dia indipendenza a chi è oppresso da politiche contrarie oltre ogni logica al proprio territorio, al punto di distruggere radicate eccellenze, per favorire sfacciatamente altre città. Speriamo che questo commento venga pubblicato. Il precedente, non è stato pubblicato.
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