Prossimo il tracollo del sistema giudiziario italiano. Le proposte di Fp Cgil Messina

Prossimo il tracollo del sistema giudiziario italiano. Le proposte di Fp Cgil Messina

Sara Faraci

Prossimo il tracollo del sistema giudiziario italiano. Le proposte di Fp Cgil Messina

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venerdì 22 Febbraio 2013 - 18:10

Appelli della Funzione pubblica della Cgil di Messina a chi si appresta a governare l’Italia. In primo piano le esigenze della giustizia, oppressa da inefficienze, disorganizzazione e sovraffollamento delle carceri

Nel marasma organizzativo del settore giustizia, la Cgil di Messina pensa al futuro. Consapevole dell’importanza di non trascinare oltre le farraginosità e le inefficienze di un sistema che reclama un nuovo assetto strutturale, la federazione sindacale cittadina ha deciso di offrire nuova linfa e prospettive di svecchiamento della giustizia che siano maggiormente in linea con le esigenze logistiche rivelate negli ultimi anni.

“E’ opportuno richiamare l’attenzione di chi si prepara a governare il Paese – hanno dichiarato Clara Crocè, Segretario Generale della Fp Cgil di Messina e Giovanni Millimaggi, Segretario provinciale – anche perché non abbiamo ancora compreso quali siano le idee e gli impegni che si intendono assumere per sciogliere i nodi che da tempo stringono la giustizia di questo Paese”. Una frecciata tagliente in un periodo in cui promesse elettorali e pomposi discorsi di campagna la fanno da padrone. Al centro dell’interesse della prossima amministrazione devono essere soprattutto le carenze di un sistema che si avvia sempre più verso il tracollo. Pecche sulle quali il comunicato del sindacato non manca di soffermare un lucido sguardo.

Nel mirino delle preoccupazioni dei rappresentanti Cgil, in prima battuta, la geografia giudiziaria ovvero quella applicazione della giustizia che sul territorio nazionale conosce un’estensione a macchia di leopardo che, in alcune circostanze, assume i connotati di una vera e propria ritirata del presidio giudiziario da parte dello Stato.

Ma punto focale delle maggiori perplessità l’ultradibattuta tematica della disorganizzazione giudiziaria che soffre la mancanza di un ottimale sistema di informatizzazione e alla quale si tende ingenuamente ad ovviare con assunzioni a tempo tra praticanti e borsisti laddove maggiore efficienza sarebbe di certo conseguita dalla creazione di nuove figure operative, magari vicine al modello paragiudiziale spagnolo che ha dato vita a un corpo giuridico superiore volto a sgravare i giudici da alcune incombenze. Soluzione che concorrerebbe tra l’altro ad allentare l’estenuante tensione causata dagli elevati tassi di disoccupazione all’interno del nostro Paese.

Non è trascurata nemmeno l’allarmante situazione delle straripanti carceri italiane per le quali bisognerebbe non soltanto optare per un politica edile di maggior vigore ma soprattutto tenere a mente i propositi di reinserimento sociale del condannato, in linea con le previsioni dell’art. 27 della nostra Carta Fondamentale, attraverso le irrinunciabili figure di assistenti sociali.

Attenzione poi anche alla giustizia minorile che vanta di un’impostazione, in teoria, tra le migliori del mondo per originalità ed efficienza, se non fosse che le pecche organizzative, dilaganti anche in questo ambito, non la hanno sempre più pericolosamente avvicinata all’esecuzione penale prevista per gli adulti. Annose questioni alle quali la CGIL proporrebbe di ovviare attraverso l’arricchimento del personale dirigente, di ragioneria e di polizia penitenziaria.

Idee che a giorni verranno formalizzate nel progetto “Ripartiamo dall’Ufficio del processo” che farà da portatore delle aspettative del sindacato – e indirettamente di tutti i cittadini italiani – di rinnovamento all’insegna di una definitiva risoluzione di tutti quei problemi che orami da troppo tempo hanno messo il cappio al collo del sistema giudiziario. (Sara Faraci)

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