La Corte dei Conti “bacchetta” ancora il Comune, stavolta sul previsionale 2012

La Corte dei Conti “bacchetta” ancora il Comune, stavolta sul previsionale 2012

Danila La Torre

La Corte dei Conti “bacchetta” ancora il Comune, stavolta sul previsionale 2012

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martedì 09 Aprile 2013 - 15:53

Venerdì prossimo adunanza a Palermo, alla quale parteciperà il ragioniere generale Coglitore. Nel frattempo, l’area economico-finanziaria di Palazzo Zanca ha quasi pronta la memoria “difensiva”, che dovrà arrivare nella scrivania dei magistrati contabili al massimo giovedì

La Corte dei Conti sferra un colpo dopo l’altro, il Comune incassa e rischia di andare al tappeto. Dopo il consuntivo 2011 e il piano decennale di riequilibrio, stavolta nel mirino dell’organo di controllo è finito il bilancio di previsione 2012, approvato in extremis il 31 dicembre scorso intorno alle 20, mentre i messinesi si apprestavano ad iniziare il cenone di Capodanno. In quell’occasione, a fine seduta, si era persino brindato, in segno di buon augurio per l’anno che stava per arrivare ma anche per la votazione del documento economico-finanziario, senza il quale sarebbe sfumata la possibilità di aderire alla procedura di riequilibrio e si sarebbe dovuto dichiarare dissesto già allora.

Lo spumante generosamente offerto dal vice-presidente del Consiglio Comunale, Pippo Trischitta, non ha portato benissimo perché sul previsionale 2012 è arrivata l’ennesima bacchettata della Corte dei Conti, che nell’ordinanza n.131 destinata a Pazzo Zanca mette in evidenza una serie di criticità, confermando che il 2013 è un anno orribile per il Comune, forse peggiore del 2012.

Ma vediamo cosa rimproverano stavolta i magistrati contabili all’ente. Innanzitutto, «la tardiva approvazione del bilancio di previsione rispetto ai termini di legge», prorogati in ultimo al 31 ottobre.

La Corte dei Conti, inoltre, parla di «rispetto solo apparente del patto do stabilità interno per l’anno 2012, a livello previsionale, per via dell’indebita sterilizzazione di circa 60 mnl di euro dalla spesa corrente impegnata. Quest’ultima, infatti, nel prospetto dimostrativo del questionario – continua la nota – è erroneamente indicata in euro 214.402.882,00 anziché in euro 274.107.963,00 come previsto dallo stesso questionario nonché dalla documentazione in atti della Sezione».

Sempre secondo la magistratura contabile, nel bilancio 2012 manca «la previsione degli effetti sanzionatori collegati al mancato rispetto del patto di stabilità». Come si ricorderà, il Comune di Messina ha subito una sanzione di 7 milioni di euro per non avere rispettato i parametri imposti dalla legge, ma quella somma inizialmente decurtata dai trasferimenti statali gli è poi stata provvisoriamente accreditata grazie alla sospensione cautelativa disposta dal Tar Sicilia, in attesa che la Corte dei Conti si pronunciasse sull’applicabilità o meno del patto in Sicilia e nelle altre regioni a Statuto speciale. Nel frattempo, ed è notizia recentissima, c’ è di nuovo che il Consiglio di Stato ha disconosciuto la competenza del Tribunale ammnistrativo siciliano a favore del Tar Lazio anche se ha ritenuto inammissibile l’appello proposto contestualmente contro l’ordinanza emessa dal Tar Sicilia. Per il momento, dunque, i 7 milioni rimangono nelle casse del Comune, che però – puntualizza la Corte dei Conti – nel documento di previsione avrebbe dovuto tenere conto del fatto che la sanzione potrebbe essere confermata, nel caso in cui dinanzi alla Corte Costituzionale l’esito non fosse quello sperato.

Nel bilancio previsionale 2012 c’è un altro punto debole rimarcato dall’organo di controllo e cioè «la mancanza di elementi conoscitivi relativi rispetto, a livello previsionale, del limite di cui all’art.9, comma 28, del D.L. n.78/2010» che riguarda il contenimento delle spese in materia di impiego pubblico. In base a tale norma, «a decorrere dall’anno 2011, le amministrazioni dello Stato… possono avvalersi di personale a tempo determinato o con convenzioni ovvero con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, nel limite del 50 per cento della spesa sostenuta per le stesse finalità nell’anno 2009. Per le medesime amministrazioni la spesa per personale relativa a contratti di formazione lavoro, ad altri rapporti formativi, alla somministrazione di lavoro, nonché al lavoro accessorio … non può essere superiore al 50 per cento di quella sostenuta per le rispettive finalità nell’anno 2009».

Prima di firmare in calce la nota, il magistrato istruttore Francesco Albo, non si lascia sfuggire l’occasione di un’ultima “tiratina d’orecchie” e conclude scrivendo: «giova ricordare che alcune gravi criticità gestionali riguardanti anche l’esercizio 2012 sono già state accertate dalla Sezione all’esito del contraddittorio con l’ente, con deliberazione n.355 depositata il 27 novembre 2012, cui si rinvia». Insomma, la Corte dei Conti sembra dire chiaramente: ve lo avevamo detto…

Come specificato nell’ordinanza 131, il Comune dovrà presentarsi a Palermo venerdì prossimo alle 10.30 e almeno un giorno prima dovrà far pervenire eventuali memorie. L’area economico-finanziaria di Palazzo Zanca è già al lavoro e la “risposta” dovrebbe partire domattina. Venerdì dinanzi alla Corte dei Conti si presenterà il ragioniere Ferdinando Coglitore – già in possesso della delega del commissario straordinario Luigi Croce – che dovrà dare spiegazioni sia sul consuntivo 2011 sia sul previsionale 2012. (Danila La Torre)

4 commenti

  1. Chissà… quali interessi stanno dietro a questa rigidissima posizione della corte dei conti?…..la mia personale convinzione, giusta o sbagliata, e che a fare i conti a tutti i comuni italiani molti stanno peggio di Messina…..ma hanno a loro favore una regione, uno Stato….Messina è sola, non ha nessuno….Tagliata, abbandonata, impoverita dalla Regione, dallo Stato e dall’apatia di molti messinesi….Ormai spogliata di ogni ufficio, della sua storia, del suo lavoro….con il futuro bruciato da provvedimenti distruttivi…povera…. ma grande Messina… sei sempre risorta….avrai la forza di risorgere ancora????Spero di si….Risorgerai per i cento, mille o diecimila messinesi che ti amano.

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  2. Ma fin quando accanimento terapeutico giova al paziente, qui ci troviamo ormai alla morte celebrale acclarata, con principio di putrefazione, e che vogliamo fare arrivare alle ossa per poi spolparci pure quelle ?

    E’ chiaro e lampante a tutti che questa e tutte le altre amministrazioni hanno gestito “MALE” il comune, è chiaro a tutti che non c’è un ufficio, dipartimento, ala, che funziona. Pertanto cosa si aspetta a resettare il tutto e ripartire? quanto ancora i cittadini dovranno aspettare che gente sana e con voglia di lavorare amministri la cosa pubblica.

    Quado finirà il balletto fra la corte dei conti e amministrazione comunale ?

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  3. Questo è un articolo da non commentare dato che il suoi contenuto sarebbe “ripetitivo” dei commenti riportati negli articoli “corredati”. Mi limito, soltanto, ad intervenire per assicurare, secondo il mio intendimento, il sig. Totonno che l’interesse della Corte dei Conti è quello tutelare i cittadini messinesi ed assicurare ad essi la corretta gestione del loro Comune che gestisce ed opera utilizzando soldi pubblici, ossia soldi che vengono sottratti dalle tasche dei cittadini, Anzi ritengo tardivo l’intervento della Corte dei Conti dato che, qualora fosse intervenuta qualche quinquennio prima, certamente Messina non sarebbe stata ridotta alla stato fallimentare in cui si trova. Posso assicurare, inoltre, il sig.o Totonno che, secondo il mio parere, il nostro Comune ha goduto e tutt’ora gode di una protezione speciale dato che altri Comuni in condizioni quasi similari sono stati, da tempo, oggetto di indagini ed i loro amministratori indagati per irregolarità amministrative e contabili (vedi Comune di Catania); Sempre secondo il mio parere, gentile sig. Totonno, non è vero che “.Messina è sola, non ha nessuno”, Messina da un decennio è governata male e la realtà emerge dalla lettura quotidiana del giornale cittadino che ci informa del mancato pagamento delle retribuzioni ai dipendenti dell’Atm, il quale. d’altra parte, svolge un servizio insoddisfacente per gli utenti, la continuo emergenza sanitaria collegato alla raccolta dei rifiuti, lo sfascio dei servizi sociali, e, per ultimo, la possibile perdita di lavoro dei dipendenti della Feluca, azienda partecipata del Comune di Messina. Preoccupiamoci di questi problemi ricollegando ad essi gli interventi della Corte dei Conti per trarne le dovute considerazioni,. Voglio infine ricordare che la Corte dei Conti garantisce la giustizia contabile nel nostro Paese e vigila sulla corretta applicazione delle norme legislative di finanza pubblica, senza la necessità di dovere all’aiuto di esperti,, alle volte incapaci ed inconcludenti. .

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  4. Gentile sig. Saja, Messina la mia città, era sede di tutti i più importanti uffici e comandi della Sicilia…..Secondo Lei è protetta una città che ha visto svanire in poco tempo la sua secolare storia.
    Messina nei secoli si era dotata di strutture, uffici e comandi con un notevole indotto….erano l’essenza messinese, l’espressione nei secoli della ricchezza, della dignità e della storia di Messina ed il lavoro dei messinesi….tanti posti di lavoro.
    Messina protetta da chi????
    Attila avrebbe avuto più rispetto……
    Oggi Messina versa in condizioni di indigenza economica….Ma Messina è una città ormai svaligiata di tutto, ridotta in miseria…ma… attenzione Messina colpita al cuore non è morta, ci sono ancora cittadini che sperano…in fondo Messina è sempre rinata…

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