Gioveni: Le "rivoluzioni" di De Luca passino dall'Aula

Gioveni: Le “rivoluzioni” di De Luca passino dall’Aula

Gioveni: Le “rivoluzioni” di De Luca passino dall’Aula

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mercoledì 18 Luglio 2018 - 09:17

“Tutto rientra nei poteri del sindaco, tutte le sue scelte sono legittime, così come tutto quanto De Luca si è prefisso in campagna elettorale è giusto che tenti di portarlo avanti nel rispetto degli elettori che hanno condiviso il suo programma, ma se nel suo discorso di insediamento e nei suoi incontri con i singoli gruppi consiliari ha auspicato collaborazione e condivisione, il primo cittadino potrebbe quanto meno aspettare la costituzione delle Commissioni consiliari permanenti, luoghi deputati e istituzionalmente preposti ai dibattiti e agli approfondimenti!” Il consigliere comunale del Pd Libero Gioveni non condivide il metodo utilizzato dal primo cittadino, “se non altro – scrive in una nota -perché lui stesso aveva auspicato la più ampia e trasversale condivisione politica con i gruppi presenti in Aula”.

“Queste prime scelte politiche dirompenti del sindaco De Luca – afferma Gioveni – non possono non rappresentare oggetto di dibattito nella principale istituzione cittadina che è il Consiglio Comunale, l’organo che rappresenta democraticamente l’intera città!Gestione privata dei rifiuti, gestione diretta dei servizi sociali, abolizione del tram, revoca delle posizioni organizzative al personale, piano regolatore, Multiservizi ecc. sono temi – prosegue il consigliere – che vanno assolutamente discussi in Aula, alla presenza anche delle parti sociali”.

“Che De Luca vada spedito come un treno non può che farmi piacere – ironizza l’esponente del Pd – perché questa città ha bisogno di un sindaco iperattivo e che soprattutto scardini certi sistemi che nel passato hanno paralizzato la macchina amministrativa, ma sul treno, proprio nell’ottica della condivisione, vorremmo provare a salire tutti e decidere poi se scendere alle successive fermate”.

Diversamente – conclude Gioveni metaforicamente – il treno potrebbe anche deragliare e sbattere; e a nessuno, credo, piacciono le catastrofi o che si vada incontro a “tragedie annunciate”.

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