Di scena a Palazzo Zanca i progetti, i sogni, le speranze, le ipocrisie del Vittorio Emanuele

Di scena a Palazzo Zanca i progetti, i sogni, le speranze, le ipocrisie del Vittorio Emanuele

Rosaria Brancato

Di scena a Palazzo Zanca i progetti, i sogni, le speranze, le ipocrisie del Vittorio Emanuele

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giovedì 29 Maggio 2014 - 16:10

Di scena nell'aula consiliare di Palazzo Zanca le problematiche del Vittorio Emanuele. Alla seduta della Commissione cultura hanno partecipato il presidente ed il cda del Teatro, nonchè il sovrintente designato, Antonino Saija. Non sono mancate le polemiche sui bandi e sui metodi di designazione, mentre tra i consiglieri e l'assessore Perna sono state scintille sulla Notte della cultura del 31 maggio saltata per lo stop della Corte dei conti

Il teatro Vittorio Emanuele è di scena a Palazzo Zanca, con le problematiche, le difficoltà economiche, le polemiche, i progetti, i sogni, le speranze, le ipocrisie.

Ospiti della Commissione consiliare cultura, presieduta da Piero Adamo, oggi sono stati il presidente dell’Ente, Maurizio Puglisi, il sovrintendente designato, Antonino Saija, mentre del Cda hanno risposto all’appello Laura Pulejo, Totò D’Urso e Giovanni Giacoppo. Presente alla seduta anche l’assessore alla cultura Tonino Perna, che con i consiglieri comunali ha avuto un vivace dibattito sulla Notte della cultura del 31 maggio bloccata dalla Corte dei Conti.

L’ultima puntata di questa serie di confronti al Comune, i primi per la verità, perché in passato non si è mai registrato un tale clima di collaborazione e confronto, aveva visto i consiglieri alle prese con gli impegni della deputazione e dell’assessore regionale Stancheris a proposito dell’ormai mitica (nel senso che è divenuta più leggenda che realtà) ministagione da finanziare con 250 mila euro.

Da allora di acqua ne è passata sotto i ponti e le domande sul presente e sul futuro dell’Ente sono tante, gran parte delle quali riassunte dalla consigliera di Cambiamo Messina dal basso Nina Lo Presti e dal consigliere di Forza Italia Pippo Trischitta.

Finalmente però ci sono gli interlocutori con i quali avviare un confronto e cioè, come ricordato dallo stesso Puglisi, un Cda che si è insediato il 24 aprile,ben otto mesi dopo il vecchio Cda e cinque mesi dopo la cessazione dell’ultimo commissario. In dirittura d’arrivo le nomine dei direttori artistici di prosa e musica, mentre nei giorni scorsi è stato designato il successore di Magaudda, Antonino Saija, nomina che ha causato malumori in casa Crocetta.

“Finalmente abbiamo un Cda e possiamo operare- ha detto Puglisi- Ieri l’Ars ha votato la manovra di bilancio che dovrebbe sbloccare i 2 milioni e mezzo destinati al Vittorio Emanuele. Nel frattempo abbiamo siglato un accordo con il Comune di Patti per un’iniziativa da realizzare al teatro di Tindari. Nonostante le difficoltà economiche contiamo di avviare la stagione ad ottobre puntando sullo sbigliettamento, su operazioni a basso costo e sul supporto della città”.

I temi sul tappeto sono tanti, ma soprattutto gli interrogativi, primo fra tutti quello sui 250 mila euro destinati, sin da dicembre 2013 ad una ministagione “che è saltata- ha ricordato Nina Lo Presti- non si sa bene per responsabilità di chi. E’ stato il teatro insieme all’amministrazione a non partecipare al bando, oppure ci sono responsabilità dell’assessore Stancheris? C’è poi la vicenda relativa ai biglietti omaggio erogati negli anni scorsi e che secondo la denuncia fatta dai sindacati potrebbe configurare un danno erariale”. Nei giorni scorsi infatti le quattro sigle sindacali Cgil, Uil, Sadirs, Fials-Cisal hanno denunciato, carte alla mano, la paradossale situazione di un Ente ridotto alla canna d’ossigeno che però distribuiva biglietti omaggio con straordinaria generosità, causando un mancato introito che in alcuni anni è stato pari all’incasso. La Lo Presti ha poi chiesto chiarimenti in merito alle richieste fatte da alcuni componenti del Cda in merito alla documentazione relativa ai bilanci delle scorse stagioni, richiesta finora rimasta inevasa nonostante i legittimi timori di quanti vogliono comunque leggere prima di votare.

“Ci aspettiamo che il Teatro risorga non per tornare a fare quanto già fatto,quanto per aprirsi alla città. L’80% dei messinesi neanche conosce il colore delle poltrone del Vittorio Emanuele. Non capisco questa corsa alle nomine dei direttori artistici che interessano solo a quel 20% che ha i soldi per andare a Teatro. Ci piacerebbero scelte che aprano davvero il Teatro a tutti. Quanto poi alle nomine dei direttori artistici mi chiedo che fine ha fatto il bando di dicembre per la selezione di direttori artistici a titolo gratuito. Trovo strano che quando si tratta di prestare la propria professionalità gratis si procede con un bando mentre adesso che c’è la disponibilità economica si procede in modo discrezionale senza bandi”.

L’ultima stoccata la Lo Presti l’ha riservata al capitolo orchestrali perché Puglisi, come il suo predecessore Ordile ha confermato la richiesta di deroga alla legge che prevede l’accantonamento del 20% dei contributi regionali.

Un lungo elenco di interrogativi ai quali si è aggiunto anche quello di Trischitta a proposito della nomina del sovrintendente e che è l’unico rimasto senza risposta, perché l’unica risposta sarebbe quella di ammettere senza ipocrisie che il manuale Cencelli funziona sempre, a qualsiasi latitudine ed in qualsiasi epoca storica.

Ma andiamo per ordine. La leggendaria ministagione è stata archiviata tra incomprensioni ed equivoci così come i 250 mila euro. In ogni caso è stato presentato un progetto-bis alla Regione in attesa di risposte. Quanto al bando gratuito per il direttore artistico il presidente Puglisi ha chiarito che “è stata un’idea dell’ex commissario Cultrone, da me avversata. Adesso c’è un nuovo Cda che ha un’altra soluzione in merito”. Infine il 20% destinato agli orchestrali ancora una volta è finito nel calderone a causa dei tagli che renderebbero impossibile operare.

A sparare a zero sulla gestione delle nomine anche da parte dell’amministrazione Accorinti è stato Pippo Trischitta: “sorvolo sul fatto che questa giunta si è detta non politica e poi abbiamo avuto l’assessore alla cultura Perna in campagna elettorale per due mesi e il sindaco sul palco con Vendola. Ma sulle nomine del Cda e del sovrintendente mi chiedo, perché non ammettere che sono di tipo politico, che sono lottizzate a sinistra e con Rifondazione comunista? In questo Cda scorre sangue rosso comunista. Prima c’era il pudore di dirlo, ora no. Perché avete fatto presentare decine di curricula per poi prenderci in giro con una nomina chiaramente lottizzata?”

Ed in effetti il metodo adottato è parso assai bizzarro, perché, i curricula giunti sul tavolo del Cda sono stati 25 e tutti di grande spessore, con riferimento non solo all’ex sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma Catello De Martino (sollevato ad inizio anno dall’incarico), ma anche ad Egidio Bernava (ex presidente del Vittorio), Maurizio Marchetti,Vincenzo Tripodo, per citare solo alcuni dei nomi. Le polemiche in seno al Cda non sono mancate al momento della votazione,avvenuta, come ormai accade, con due contrari, Pulejo e D’Urso e gli altri a favore. La scelta è caduta su Antonino Saija, ex segretario generale della Provincia e presidente del nucleo di valutazione di Palazzo dei Leoni. Saija, un tempo vicino a Nanni Ricevuto, alle amministrative del 2013 si è avvicinato alla lista la Farfalla, molto vicino a Pippo Molonia, ma a sposare la scelta è stato il componente del Cda Carmelo Altomonte, quindi in quota Democratici riformisti, o quantomeno una condivisione di quote nell’ala sinistra. Per la verità sia Crocetta che la Stancheris non hanno visto di buon grado la scelta anche perché, proprio di concerto con Greco e Picciolo le idee erano altre.

La nomina del sovrintendente comunque è di origine politica esattamente come avvenuto in passato e come avverrà in futuro. Basta avere l’onestà intellettuale di ammetterlo.

Chiusa la parentesi nomine un ulteriore battibecco si è registrato tra i consiglieri comunali e l’assessore Perna. Durante la seduta il consigliere Udc Franco Mondello e la consigliera Ncd Daniela Faranda avevano avanzato alcune ipotesi compresa quella di mettere a disposizione il Palacultura per le attività del Teatro, nonché uffici destinati all’Ente, dal momento che per Statuto il Comune è tenuto a destinare finanziamenti. Nel replicare l’assessore Perna ha toccato la nota dolente della Notte della cultura del 31 maggio, naufragata per lo stop della Corte dei Conti. “Era tutto pronto, avevamo disposto il bando perché come sapete il mio assessorato non ha soldi se non una piccola somma per la Vara. Certo, se aveste destinato un decimo di quanto avete stanziato per il teatro avremmo potuto fare due notti della cultura”.

Dichiarazioni che hanno scatenato le reazioni del presidente della commissione Piero Adamo, e dei colleghi come la Faranda, che hanno ricordato a Perna che è lui il componente della giunta e che è la giunta a predisporre il bilancio. Scaricare le responsabilità sull’Aula è quantomeno ingeneroso. Ma Perna non ha potuto neanche sentire tutte le repliche al suo intervento perché nel frattempo ha dovuto lasciare il Comune per altri impegni.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. Spider Jerusalem 29 Maggio 2014 19:51

    Altro che curriculum. Chi degli eletti nel cda si è mai visto a teatro? Solo Moschella. Gli altri sono intrusi Cencelli. L’incompetenza al potere. Grazie Accorinti… era questa la svolta? Il Presidente che hai empaticamente scelto in otto mesi non è riuscito a mettere su neanche una ministagione alla Laudamo di compagnie messinesi ad incasso! Sono fatti, è evidente, sono sotto gli occhi di tutti, persino dei consiglieri del tuo movimento. Hai voluto Perna assessore alle cultura per riuscire a unire le due sponde, e invece sta andando a finire tutto tra le fauci di Cariddi, inghiottito in un gorgo di povertà di idee e latitanze. Accorinti sei la più grossa delusione dopo l’uscita di Matrix 3.

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  2. Spider Jerusalem 29 Maggio 2014 19:51

    Altro che curriculum. Chi degli eletti nel cda si è mai visto a teatro? Solo Moschella. Gli altri sono intrusi Cencelli. L’incompetenza al potere. Grazie Accorinti… era questa la svolta? Il Presidente che hai empaticamente scelto in otto mesi non è riuscito a mettere su neanche una ministagione alla Laudamo di compagnie messinesi ad incasso! Sono fatti, è evidente, sono sotto gli occhi di tutti, persino dei consiglieri del tuo movimento. Hai voluto Perna assessore alle cultura per riuscire a unire le due sponde, e invece sta andando a finire tutto tra le fauci di Cariddi, inghiottito in un gorgo di povertà di idee e latitanze. Accorinti sei la più grossa delusione dopo l’uscita di Matrix 3.

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