Messina come Alessandria, ecco cosa succede in caso di dissesto finanziario

Messina come Alessandria, ecco cosa succede in caso di dissesto finanziario

Danila La Torre

Messina come Alessandria, ecco cosa succede in caso di dissesto finanziario

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venerdì 30 Novembre 2012 - 22:42

Il crack di un Comune produce una serie di effetti a catena, che in un certo senso paralizzano la vita stessa dell’ente stesso, soprattutto in ambito economico-finanziario e sociale. Tempi duri anche per gli amministratori considerati colpevoli di aver causato il disastro

Il Comune di Alessandria ha fatto da “apripista” ai comuni in dissesto finanziario. L’ente piemontese è stato, infatti, il primo capoluogo di provincia a cui è stato attestato il default dalla Corte dei Conti. Nella fattispecie l'organismo di controllo piemontese ha accertato un buco di 100 milioni di euro e una serie di anomalie nei bilanci, con debiti nascosti che una volta venuti alla luce hanno reso inevitabile il crack. Le conseguenze a cui è andato incontro il Comune alessandrino sono le stesse a cui andrebbe incontro il Comune di Messina qualora fosse conclamato il fallimento, cioè quelle elencate e spiegate nel Titolo VIII del Testo Unico degli Enti Locali .

In virtù dell’ articolo 244 del TUEL, «si ha stato di dissesto finanziario se l'ente non può garantire l'assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili ovvero esistono nei confronti dell'ente locale crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa fare validamente fronte».

LA DICHIARAZIONE DI DISSESTO

Formalmente, la dichiarazione di dissesto finanziario è adottata, tramite apposita deliberazione, dal Consiglio Comunale e deve valutare le cause che hanno determinato il dissesto. La deliberazione non è revocabile, deve essere accompagnata da una dettagliata relazione dell'organo di revisione economico finanziaria che analizzi le cause che hanno provocato il dissesto ed è trasmessa, entro 5 giorni dalla data di esecutività, al Ministero dell'interno ed alla Procura regionale presso la Corte dei Conti competente per territorio. La deliberazione è pubblicata per estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana a cura del Ministero dell'interno, unitamente al decreto del Presidente della Repubblica di nomina dell'organo straordinario di liquidazione.

LE CONSEGUENZE DEL DISSESTO

Il crack di un ente produce una serie di effetti a catena, che in un certo senso paralizzano la vita stessa dell’ente, soprattutto in ambito economico-finanziario e sociale. Tempi duri anche per gli amministratori considerati colpevoli di aver causato il disastro. Con il dissesto si pone fine alle gestioni economiche “dissennate” e si obbliga l’ente ad applicare i princìpi di buona amministrazione, al fine di non aggravare la posizione debitoria .

Conseguenze sul piano finanziario. Dalla data della dichiarazione di dissesto e sino all'approvazione del rendiconto non possono essere intraprese o proseguite azioni esecutive nei confronti dell'ente per i debiti che rientrano nella competenza dell'organo straordinario di liquidazione.

Le procedure esecutive pendenti alla data della dichiarazione di dissesto, nelle quali sono scaduti i termini per l'opposizione giudiziale da parte dell'ente, o la stessa benché proposta è stata rigettata, sono dichiarate estinte d'ufficio dal giudice con inserimento nella massa passiva dell'importo dovuto a titolo di capitale, accessori e spese.

I pignoramenti eventualmente eseguiti dopo la deliberazione dello stato di dissesto non vincolano l'ente ed il tesoriere, i quali possono disporre delle somme per i fini dell'ente e le finalità di legge.

Dalla data della deliberazione di dissesto e sino all'approvazione del rendiconto i debiti insoluti a tale data e le somme dovute per anticipazioni di cassa già erogate non producono più interessi né sono soggetti a rivalutazione monetaria. Uguale disciplina si applica ai crediti nei confronti dell'ente che rientrano nella competenza dell'organo straordinario di liquidazione a decorrere dal momento della loro liquidità ed esigibilità.

Il Comune che va in dissesto non può contrarre mutui. L'ente locale non può impegnare per ciascun intervento somme complessivamente superiori a quelle definitivamente previste nell'ultimo bilancio approvato, comunque nei limiti delle entrate accertate. I relativi pagamenti in conto competenza non possono mensilmente superare un dodicesimo delle rispettive somme impegnabili, con esclusione delle spese non suscettibili di pagamento frazionato in dodicesimi.

Per le imposte e le tasse locali, diverse dalla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, le aliquote e le tariffe di base vengono innalzate nella misura massima consentita: la delibera non è revocabile ed ha efficacia per cinque anni

Per la tassa smaltimento rifiuti solidi urbani, gli enti che hanno dichiarato il dissesto devono applicare misure tariffarie che assicurino complessivamente la copertura integrale dei costi di gestione del servizio e, per i servizi produttivi ed i canoni patrimoniali, devono applicare le tariffe nella misura massima consentita dalle disposizioni vigenti.

Per i servizi a domanda individuale (ad esempio mense scolastiche, scuolabus, case di riposo etc), il costo di gestione deve essere coperto con proventi tariffari e con contributi finalizzati almeno nella misura prevista dalle norme vigenti.

Conseguenze sul piano politico. Gli amministratori che la Corte dei Conti riconosce responsabili, anche in primo grado, di danni cagionati con dolo o colpa grave, nei cinque anni precedenti il verificarsi del dissesto finanziario, non possono ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati, ove la Corte, valutate le circostanze e le cause che hanno determinato il dissesto, accerti che questo è diretta conseguenza delle azioni od omissioni per le quali l'amministratore è stato riconosciuto responsabile.

I sindaci e i presidenti di provincia ritenuti responsabili, inoltre, non sono candidabili, per un periodo di dieci anni, alle cariche di sindaco, di presidente di provincia, di presidente di Giunta regionale, nonché di membro dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee e dei consigli regionali, del Parlamento e del Parlamento europeo.

Conseguenze sul piano sociale. Con il dissesto si hanno inevitabilmente risvolti economici e politici, ma purtroppo anche sociali, con il ridimensionamento della spesa per i costi del lavoro ed il collocamento in disponibilità del personale eccedente. L'ente locale dissestato è, infatti, obbligato a rideterminare la dotazione organica, dichiarando eccedente il personale comunque in servizio e in sovrannumero rispetto ai rapporti medi dipendenti-popolazione (definiti in base al decreto emanato con cadenza triennale dal Ministero dell’Interno), fermo restando l'obbligo di accertare le compatibilità di bilancio. I dipendenti dichiarati in eccedenza sono collocati in disponibilità.

Pessime notizie anche per i precari. La spesa per il personale a tempo determinato deve essere ridotta a non oltre il 50 per cento della spesa media sostenuta a tale titolo per l'ultimo triennio antecedente l'anno cui l'ipotesi si riferisce.

LA PROCEDURA DI RISANAMENTO

La procedura di risanamento, che deve servire a rimettere a posto i conti, viene affidata dal Testo Unico degli Enti locali all'organo straordinario di liquidazione ed agli organi istituzionali dell'ente (sindaco, giunta, Consiglio comunale). Il primo provvede al ripiano dell'indebitamento pregresso con i mezzi consentiti dalla legge ed i secondi assicurano condizioni stabili di equilibrio della gestione finanziaria rimuovendo le cause strutturali che hanno determinato il dissesto.

Per i comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti, l'organo straordinario di liquidazione è composto da una commissione di tre membri, nominati fra magistrati a riposo della Corte dei Conti, della magistratura ordinaria, del Consiglio di Stato, fra funzionari dotati di un'idonea esperienza nel campo finanziario e contabile in servizio o in quiescenza degli uffici centrali o periferici del Ministero dell'Interno, del Ministero del Tesoro del Bilancio e della programmazione economica, del Ministero delle Finanze e di altre amministrazioni dello Stato, fra i segretari ed i ragionieri comunali e provinciali particolarmente esperti, anche in quiescenza, fra gli iscritti nel registro dei revisori contabili, gli iscritti nell'albo dei dottori commercialisti e gli iscritti nell'albo dei ragionieri.

I MESSINESI ATTENDONO DI CONOSCERE IL LORO DESTINO

Messina ed i messinesi attendono di sapere cosa succederà dopo il 27 dicembre, giorno della verità dinanzi alla Corte dei Conti. La speranza è che il default alla fine venga evitato, la sensazione, però, è che il percorso sia già segnato. L’organo di controllo stavolta non ha lasciato margini di errore e allora o si faranno tutte le cose che i magistrati contabili hanno messo per iscritto nero su bianco (vedi correlato) o il Comune di Messina non potrà fare altro che “piegarsi” a quanto prevede il Testo Unico degli Enti locali. In caso di dissesto, il Comune di Messina dovrà approvare un bilancio vagliato dal Ministero dell’interno, basato sull’incremento delle entrate proprie al livello massimo consentito dalla legge, da consolidare per i successivi quattro bilanci; sul contrasto all’evasione; e sul contenimento di tutte le spese con la contestuale messa in atto della disponibilità del personale in sovrannumero. (Danila La Torre)

49 commenti

  1. Eccovi presentati 14 anni di governi di centrodestra in città: quello che i messinesi hanno fortemente voluto (dal 1998 ad oggi sono 16 anni ma due di Genovese li ho tolti…14 anni di centrodestra di continuo al comune ed alla provincia…un imbarazzo senza precedenti nella storia della città, una vergogna inaudita…bisgna votar MoVimento 5 Stelle a vita, occorre dare a questi ragazzi la fiducia che scriteriatamente è stata data ai sodali di berlusconi senz amotivo, gratis..la destra del dissesto..a chi è giovato buzzanca forever???

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  2. Perchè proprio il 27 dicembre e non il 28 anniversario del terremoto solo cosi si potrebbe salvare Messina e si potrebbe liberare da tutti quei politici e dirigenti che si sono fatti
    togliere le loro mascelle e si sono fatti trapiantare quella del pescecane!!!!!!!

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  3. Bene… Bene…. Sono contento…. Almeno ci togliamo dai baluuun certi soggetti per dieci anni…..ma andate a lavorare….. Invece di sedervi sui banchi e deliberare sul popolo….. Voi che non sapete nemmeno cosa sia la parola lavoro……..

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  4. per anni TUTTI a lottare contro TUTTI …. e non solo politici ma anche di più SINDACATI…PRECARI…CAPIPOPOLO…GIORNALISTI in mezzo tanti poveri cittadini usati NON rispettati e che PAGHERANNO L’IGNAVIA DI POCHI !! ADESSO gli stessi ci angosciano con giudizi e previsioni ma senza mai una vera reale e convincente ricostruzione e previsione ..solo copia e incolla , nessuna inchiesta ne proposta !! IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI e qui da noi si fa la procreazione assistita dei MOSTRI .LA MIA RICETTà…progetti , coraggio del nuovo e un commissario a vita , e al posto della stampa ossequiante BOLLETTINI DI GUERRA !!

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  5. Paradossalmente,
    forse questa potrebbe essere l’occasione buona per mandare a casa tanta gente in più che non fa niente dalla mattina alla sera (dirigenti in testa). Purtroppo, per come vanno le cose a Messina, ad andare a casa potrebbero essere proprio quelli che lavorano e che non hanno santi in paradiso…

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  6. Ottima esposizione lodevole e chiara. Complimenti, inoltre, dott.ssa La Torre, per la Sua chiarezza ed obbiettività nell’esporre i fatti con le relative conseguenze in caso di “dissesto finanziario”. Un dubbio, però, mi assilla ed a “caldo Le chiedo se, allo stato i cittadini messinesi pagano le conseguenze di un dissesto non ancora dichiarato se è vero ch il Commissario straordinario dr, Croce ed il Consiglio Comunale hanno già elevato all”aliquota massima consentita dalla legge sia l’IMU che la tassa rifiuti. Ci faccia capire se sono possibili altri aumenti. Se ciò non è possibile quali maggiori sacrifici graveranno sui cittadini messinesi? Conoscendoli li potremo commentare, Mi pare che anche i servizi a domanda individuali sono al massimo della contribuzione oppure in procinto di essere eliminati come la storica “refezione scolastica”. Almeno così mi pare. Per quano riguarda ” LE CONSEGUENZE DEL DISSESTO” ed inoltre” LA PROCEDURA DI RISANAMENTO” passaggi delicati per gli sviluppi politivi ed amministrativi, ce ne occupereno successivamente

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  7. Dopo il Sindaco Giuseppe Merlino, un “grande” grazie va a :
    Antonio Andò;
    Mario Bonsignore;
    Salvatore Leonardi;
    Franco Provvidenti;
    Francantonio Genovese;
    Giuseppe Buzzanca.
    Mi auguro che le indagini (VERE) vengano effettuare dalla Corte dei Conti e dalla Procura della Repubblica. Basta guardare il Personale (e i vari straordinari) delle società partecipate e i loro bilanci. Per quanto attiene ad alcuni Dirigenti del Comune, ritengo che, invece del premio economico “approvato dal Consiglio Comunale non di licenziarli come avviene in qualunque società privata, ma di farli ritornare CON GRANDE UMILTÀ A SCUOLA.
    Mi permetto suggerire al Dott. Croce : faccia fare i bilanci ad un semplice Ragioniere (a titolo gratuito).

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  8. ma scusate, Messina più o meno non è già in questa situazione adesso, a partire dalle tasse alte e servizi zero?? Se per applicare il principio di buona amministrazione e levarsi dalle scatole i responsabili di questo schifo, è necessario il default, allora ben venga.

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  9. Salvatore Vernaci 1 Dicembre 2012 07:32

    NON VOGLIAMO MESSINA COME TARANTO, NE’ COME ALESSANDRIA
    Dopo che al Comune di Taranto fu dichiarato il dissesto dal Commissario Prefettizio, a fronte delle ricadute negative per I Cittadini, le forze Politiche, sociali, sindacali, imprenditoriali della Città si chiesero se il dissesto poteva essere evitato e se il Commissario avesse fatto di tutto per evitarlo. Quasi tutti hanno convenuto che la dichiarazione di dissesto poteva essere benissimo evitata, ritenendo che sussistevano in Città le condizioni per dare attuazione al piano di risanamento attraverso la contrazione della spesa, un’attenta ed efficace politica di entrate ed alienazione del cospicuo patrimonio comunale.
    Notizie di Stampa riportano per Alessandria: “Il chiassoso no alla morte di Alessandria: in migliaia per le vie del centro” Lacrime di coccodrillo dei Politici Alessandrini: “Ma Lei e la Sua maggioranza avete preferito, per chiare ragioni propagandistiche, per gettare ulteriore discredito sulla precedente Amministrazione, proclamare lo stato di dissesto senza renderVi conto delle conseguenze gravi che ne sarebbero derivate, non a chi guidava la precedente Amministrazione, ma alla Città intera. Lamentarsi ora, non serve a nulla
    NO!. Come Alessandria, NO! come Taranto. Messinesi, Vi ricordo le parole di un grande concittadino Cola Camuglia che, in un periodo triste della storia della Città, seppe scuotere i Messinesi “Amici, il nostro dolore a nulla giova, ed è cosa indegna d’uomini generosi il deplorare le proprie sciagure senza cercare di mettervi riparo!….Un riparo c’è Questi ladroni di saraceni debbono la loro fortuna più alla nostra dapocaggine che al loro valore. Ma orsù il momento di scuoterci da questo letargo è giunto….” E’ giunto ed io non mi stancherò mai di ripetere: Messina non è a dissesto, non può essere a dissesto. Sarà inevitabilmente a dissesto se non si danno risposte concrete alla Corte dei Conti su normali adempimenti che il Comune ha compiuto o avrebbe dovuto compiere e risposte rassicuranti sulle misure correttive necessarie richieste dalla stessa Corte. Il dissesto finanziario va dichiarato esclusivamente dopo la verifica dell’impossibilità dell’adozione delle misure richieste dalla Corte dei Conti e dopo l’esito dell’accertamento rigoroso della specifica incapacità di assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili, ovvero dell’esistenza, nei confronti dell’Ente, di crediti liquidi ed esigibili di terzi, cui non possa validamente farsi fronte per il loro pagamento, in nessun modo. Messina non è in queste condizioni. Il marasma è stato ed è creato dalla poca chiarezza di cifre contrastanti, provenienti da vari Organi e da notizie allarmanti incontrollate. Ebbene! diciamo le cose “PANE AL PANE E VINO AL VINO”. Il bilancio 2012 non è stato ancora approvato. L’Amministrazione fino ad oggi ha gestito nei limiti dei corrispondenti stanziamenti dell’ultimo bilancio annuale di previsione approvato dal Consiglio Comunale, cioè 2011. Notizie di Stampa riportano “Il patto di stabilità 2012 del Comune di Messina è stato sforato per oltre 72 milioni di euro. Lo afferma il ragioniere generale dell’Ente, Vincenzo Coglitore, in una lettera al Commissario Straordinario Luigi Croce, ai Revisori dei conti, ai Dirigenti del settore finanziario e al Presidente del Consiglio comunale.” Il Comune gestisce servizi. A ciascun servizio è correlato un reparto organizzativo, semplice o complesso, composto di persone e mezzi, cui è preposto un DIRIGENTE Responsabile, che percepisce uno stipendio, una indennità di posizione ed una indennità di risultato. Tutti gli atti che comportano spese a carico del bilancio Comunale sono trasmessi al Servizio finanziario (Ragioniere Generale), prima di essere sottoposti all’esame della Giunta e/o del Consiglio comunale e, se trattasi di determinazioni Sindacali e/o Dirigenziali, per l’assunzione e registrazione dell’impegno spesa. Tutti gli atti amministrativi, deliberazioni e determinazioni, privi dell’attestazione della relativa copertura finanziaria, sottoscritta dal Ragioniere generale sono NULLI DI DIRITTO e gli eventuali debiti contratti devono essere posti a carico di chi li ha ordinati o li ha causati; il Comune non deve pagarli e se li ha pagati, avviare le azioni di responsabilità e di rivalsa..
    Come può il Comune sforare il patto di stabilità se gli atti di gestione, relativi a spese effettuate, dovevano inevitabilmente riportare il parere di regolarità contabile e di copertura finanziaria, anche se in dodicesimi, del Ragioniere Generale?…. Chi ha provocato o avallato questo sforamento se ancora mancava, persino, il bilancio?….

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  10. “Lo stato di dissesto si configura nella situazione nella quale l’ente non sia in grado di garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili, ovvero quando esistono nei confronti dell’ente crediti liquidi ed esigibili di terzi in relazione ai quali l’ente non sia in grado di far fronte con validi mezzi finanziari. In presenza dei presupposti normativi, l’Ente è tenuto alla dichiarazione, non sussistendo alcun margine di valutazione discrezionale (da ultimo: Consiglio di Stato, Sez. V, 16 gennaio 2012, n. 143), anche al fine di evitare un ulteriore aggravarsi della situazione finanziaria”

    Il comune di Messina “rispetta pienamente” quanto sopra riportato. Noi cittadini pagheremo, ma sopratutto devono pagare i responsabili che hanno causato questo sfacelo con il loro patrimonio accumulato sulla nostra pelle e che dovrà essere loro confiscato. La giustizia deve essere questa. Colpirli nel loro patrimonio. Le carceri sono già piene e sarebbe sufficiente l’interdizione dai pubblici uffici per loro e per tutti i loro parenti fino al quarto grado. Questa sarebbe giustizia, o meglio, il sogno della mia visione di giustizia…..

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  11. Per chi finora ha pagato e dovrá pagare le tariffe del comune su IMU, Tarsu ecc., penso cambi ben poco. Noi cittadini che paghiamo regolarmente le tasse PIU’ CHE EVITARE IL DISSESTO semmai dobbiamo pretendere dagli amministratori attuali e futuri che le tasse e i servizi vengano pagate da TUTTI e non dai soliti fessi. Il Comune deve recuperare le tasse e le tariffe non pagate. A questo riguardo COSA STA FACENDO CROCE? se non tappa i buchi l’acqua uscirá SEMPRE!! COSA ASPETTA AD AGIRE ???

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  12. Josè aggiungi i 5 anni di Providenti ai due di Genovese e sono 7 anni su 18 totali. Quindi tutti colpevoli!!

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  13. • Sono d’accordo con. Meredit e con don Camillo. Se potessi sostituirmi in Peppone gli bacerei tutte e due le mani. Chi non vuole Messina come Alessandria avrebbe dovuto pensarci prima, adesso non è più possibile, anzi più si tarda e maggiori sono i danni economici che il Comune subisce . e maggiori sono le responsabilità (i conti li sappiamo fare e bene). Adesso, ritengo, che parlare di dissesto finanziario è fuori ogni logica se è vero. come ritengo che lo sia, che la delibera della Corte dei Conti, con accuse bene relazionate, si trova già depositata presso la Procura della Corte dei Conti e presso la Procura della Repubblica di Messina. Ed allora è tempo di finirla questa diatriba ed aspettiamo ciò che la magistratura contabile e quella ordinaria intende fare, ma sopratutto quello che farà Il tempo delle favole, ritengo che sia finito

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  14. concordo pienamente con il suo pensiero!!!! sicuramente non avremmo più a che fare con questa gentaglia….

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  15. scusa danila la torre i miei complimenti per i continui aggiornamenti sullo scottante argomento, detto questo stamane sul quotidiano cittadino veniva evidenziata un importante novita’ legislativa di non poco conto…e dire che scrivendo on line si dovrebbe avere notizie in tempo reale..pazienza nn si puo’ avere tutto…

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  16. COMPLIMENTI ALLA REDAZIONE..SINCERAMENTE CREDEVO CHE IL MIO PRECEDENTE INTERVENTO VENISSE CENSURATO, CIO’ NON E’ AVVENUTO BRAVI.
    SULLA SITUAZIONE MI VIENE IN MENTE UN ALTRO ASPETTO LA NOSTRA CITTA'( SCRIVO LA NOSTRA NON A CASO..) RISPETTO AD ALESSANDRIA, FA PARTE DI UN COMUNE DI REGIONE A STATUTO SPECIALE, FORSE IN ALCUNE CONSEGUENZE CI POTREBBERO ESSERE DELLE DIVERSITA’..FERMO RESTANDO CHE COME LETTO OGGI..A LIVELLO LEGISLATIVO CE UN IMPORTANTE NOVITA’.

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  17. genovese si, providenti l’ha detto chiaro (sinatra commissario) al ragioniere generale quando era presidente dell’ATM, la situazione partecipate l’hanno voluta così i funzionari, i politici non hanno avuto il carattere e la competenza per capire che ci stavano portando al fallimento, fino a tre giorni fa dicevano che andava tutto bene: BUFFONI! L’assessore al bilancio si è messo sotto ai funzionari del comune, il sindaco non ci ha capito niente. Solo CRoce ha avuto la forza e la trasparenza di dire la verità!

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  18. buzzanca e solo l’ultimo.perche non andate a vedere come genovese ‘a ridotto messinambiente,con ben 142 assunzioni.tutti voti di scambio.vergognia!

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  19. due di Genovese li ho tolti… Sbagli anche quelli hanno portato il comune al “dissesto” non dimenticare, e se puoi ascolta la dichiarazione dell’ex assessore Scoglio, leggiti la lettera della Corte dei Conti e ti rendi conto che proprio nei 2 anni della sindacatura Genovese sono stati assunti a chiamata diretta e senza concorso tante persone nelle Partecipate( A.T.M. MESSINAMBIENTE, ATO3, AMAM)proprio quelle che sono stracariche di debiti

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  20. A Salvatore Vernaci – che indiscutibilmente appare contiguo alla “casta” e “amico degli amici” – vorrei solo dire:
    a) il dissesto è né più né meno la versione pubblico-amministrativa del fallimento, dato che ne condivide i presupposti come decozione e insolvenza, ossia incapacità/impossibilità di adempiere alle normali “obbligazioni”, che per un Comune significa offerta di servizi e guadagno di buona amministrazione;
    b) “se il bilancio formalmente non c’è, non c’è neppure il dissesto”, dice l'”amico degli amici” Vernaci … bonu saria! :-))) … io so di essere in gravi difficoltà e per esonerarmi dai relativi obblighi che faccio? NON APPROVO IL BILANCIO! … Vernaci, biddicchiu raggiuni …
    c) impossibilità di offrire servizi, di pagare stipendi, di onorare i titoli esecutivi giudiziali ecc., dicevamo: scusa, qui parliamo di soldi, di famiglie, di crisi sociale che si assomma a quella globale che stiamo vivendo, e tu, caro “amico degli amici” Vernaci, mi parli di TIMBRI e di PARERI?????
    Cordialità, Vic.

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  21. Dieci anni sono pochi per aver provocato dissesto finanziario ai comuni, io abolirei questa voce e metterei sospenzione a vita nel esercizio pubblico amministativo se no questi non si responsabilizzano mai!

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  22. Purtroppo, neanche con un default finanziario-economico Messina riuscirà a svincolarsi dai tentacoli mortali della MASSONERIA!

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  23. thisistheend, ma chi sei? Conosci la storia ma ti esprimi a metà. Certamente sei giovane ed il futuro te lo devi salvaguardare, ed in questo ti do pienamente ragione, mentre io parlo e sono sereno, perché amo la mia città e . perché il futuro ormai. non mi appartiene. E allora ecco i fatti vissuti. Ero responsabile del servizio economico finanziario del’Istituzione per i servizi Sociali quando soni stato contattato dal Presidente dell’Atm dr. Franco Provvidenti. Ci andai non da solo ma assieme al mio fido collaboratore ed illustrai, dopo avendone consegnato copia, alla presenza all’ing. Claudio Conte, il decreto del Ministero del tesoro del 26/04/1995 che conteneva gli schemi tipo del “Conto Economico” e dello “Stato del patrimonio” delle Aziende speciali quale era da intendersi l’Atm. Disse anche che la contabilità dell’Atm era impostata secondo principi privatistici ignorando le disposizioni contenute nel d. lg. 267/2000 art. 114, Mi chiese se ero disponibile a seguirlo, ma gli rispose che l’avrei, certamente, collaborato. col piene compiacimento del Direttore Generale ing. Claudio Conte, ma non avrei, mai, lasciato l’Istituzione per i servizi sociali alla quale ero profondamente affezionato. Ci lasciammo con la frase di rito: ” mi farò sentire” , ma così non fu. Dopo mesi ci incontrammo e rimanemmo entrambi, inizialmente ammutoliti,e solo dopo avere abbozzato un sorriso, mi pare, di compiacimento mi disse, se la memoria non mo tradisce: “dr. Saja, ho proposto il tutto al Sindaco ma ha deciso di farmi collaborare da un dottore commercialista Suo amico. Il resto è storia recente ed è a tutti nota. Io sono strato schietto e leale, ma tu chi sei?

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  24. A prescindere dal fatto che DANILA LA TORRE sia una brava giornalista,e su ciò siamo tutti d’accordo,bisogna senz’altro affermare che nel caso in discussione ella si limita esclusivamente ad enucleare quelli che sono i risvolti previsti dalla normativa in caso di dissesto finanziario nell’ente locale. Questo è il compito del giornalista che informa i lettori e la cittadinanza dei rischi da default.Invece sono da censurare alcuni commentatori che fanno sfoggio di saccenteria come ad esempio SALVATORE VERNACI che, incaricato dal commissario SINATRA per una determinata funzione,si occupava di tutto!!!!! Una cosa è certa:Se fossero stati accolti i suoi consigli in materia di personale la spesa relativa sarebbe lievitata in maniera molto considerevole!Invece oggi tutti si vogliono rifare una verginità che nessuno possiede a cominciare da noi cittadini che non paghiamo l’ICI,la TARSU,L’OCCUPAZIONE SUOLO,GLI ONERI CONCESSORI ECC.ECC.ECC.e contribuiamo al fallimento dell’Ente.

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  25. mondo.salvatore 1 Dicembre 2012 18:08

    non ho capito chi paga il danno causato dall’allegra amministrazione o dalla incapacità professionale. facile alzare al massimo le tasse è la cosa più semplice. non sono solo perseguibili gli ultimi cinque anni di mala amministrazione, ma almeno gli ultimi venti anni. andiamo a farci dare indietro le varie diarie e spettanze da tutti gli ex grandi uomini, che non saputo fare il loro mestiere. sono loro che devono pagare e non noi.

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  26. uno che avrebbe potuto, come lei, contribuire ad evitare questa fine (this end) ridicola del comune e delle partecipate, ma purtroppo non hanno voluto consigli, chiusi nella loro presunzione, intoccabilità, sindaci, commissari (chi più chi meno capace) tutti a seguire le indicazioni di funzionari senza mai prendere di petto il problema del debito dell’efficienza dei servizi. Saprei, modestamente, come fare, ma penso che ormai sia troppo tardi ed il peggio si deve ancora vedere. Con il dissesto non potranno essere rinnovati i contratti a tempo determinato del comune, non si potrà costruire nulla, tutto sarà ridotto al lumicino, ma la cosa tragica è che il comune manterrà gli stessi…..dirigenti. Il fondo del Comune di Messina è un piano inclinato.
    Caro dott. Saja, non ho timore a dire il mio nome, ma siccome è una città dove il cuttigghiu supera i fatti, preferisco scrivere di fatti veri senza mettere il mio nome e cognome, e dare adito al cuttigghiu. Questa è una città con gente molto cattiva e vigliacca, che non uccide fisicamente, ma quando ti esponi ti rallenta, ti riempie di problemi, ti calunnia, manda informative.
    Io non sono così, non auguro il male a nessuno, continuo a fare il mio lavoro, ma le assicuro non ho mai avuto alcun ruolo di gestione nè al Comune, nè alle partecipate. Voglio solo bene alla mia città, quella del popolo messinese non partecipe dei benefici politico-amministrativi, che è ammutolita di fronte a tanta irresponsabilità.

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  27. continuo a leggere in alcuni commenti : tutti i politici colpevoli e i “poveri cittadini a pagare i danni”.
    sfatiAmola sta leggenda.
    a messina di poveri cittadini inconsapevoli ce ne sono pochissimi.
    e per vari motivi.
    1- tutti sapevano e tutti hanno in qualche modo partecipato alla distruzione del patrimonio comunale: commercianti che da secoli non pagano suolo pubblico e si sono impossessati di interi marciapiedi, imprenditori che non hanno mai pagato la tassa per la certellonistica pubblicitaria, cittadini che hanno evitato di pagare passi carrabili o altri tributi, altri che hanno accuratamente evitato di pagare i miseri affitti delle case comunali, quelli che si sono fatti assumere in cooperative di cui non c’era assolutamente bisogno, e potrei continuare l’elenco aggiungendo manifestazioni, sponsorizazioni, bande musicali.
    2- da anni alcuni voci solitarie spiegavano e davano i numeri del collasso finanziario con unico risultato l’essere presi per pazzi o per rancorosi.
    3- perfino la stampa che oggi viene passata per taciturna, ha scritto e riscritto spesso su cio’ che accadeva sotto gli occhi di tutti.

    OGGI, SE DAVVERO AMIAMO STA CITTA’, ACCOMPAGNAMOLA AL DISSESTO DICHIARATO DAL COMMISSARIO, PERCHE’ TANTO QUELLO PER LEGGE NON TARDERA’ AD ARRIVARE COMUNQUE, ED INSIEME , DOPO AVER FATTO UN SERIO MEA CULPA TUTTI, RIMBOCCHIAMOCI LE MANICHE E FINALMENTE , NON PIU0′ A PAROLE, DIMOSTRIAMO DI AMARE VERAMENTE QUESTA CITTA’ RICOSTRUENDOLA SIN DALLE FONDAMENTE, E QUINDI NEL TESSUTO SOCIALE , FAMILIARE MORALE ED ECONOMICO.
    NATURALMENTE DOPO AVER PRETESO A GRAN VOCE CHE SIANO ALLONTANATI TUTTI I COLPEVOLI DAL PALAZZO, TUTTI.

    E NON E’ UNA SOLUZIONE VOTARE 5 STELLE, NON TUTTI HANNO IL PADRE POTENTE PRESIDE.

    E’ VERO MESSINA SI PUO’ SALVARE, MA LA SI PUO’ SALVARE PROPRIO RADENDOLA AL SUOLO, ED IMPEDENDO A CHIUNQUE DI TIRARSI FUORI, E QUESTO SOLO CON IL DISSESTO PUO’ AVVENIRE

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  28. ART.21 COSTITUZIONE. Caro Salvatore VERNACI, visto il ruolo pubblico che ha con RESET, che ambisce a governare Messina, la invito a rispondere alle contestazioni di carattere economico, relative all’aumento della spesa pubblica, quella che LUCCIO ritiene improduttiva o il carrozzone del voto di scambio, è un’accusa molto grave, cui rispondere subito. LUCCIO condisce con il sarcasmo le sue considerazioni, RIFARSI UNA VERGINITA’, sono comprensibili, i messinesi sono stanchi di falsi profeti, che poi si trasformano in uomini di sventura.

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  29. ART.21 COSTITUZIONE. Invito THISISTHEEND a scagliarsi contro i DIRIGENTI attuali, il dottor Saja è OPINIONE PUBBLICA, non riveste, ogggi, alcun ruolo dirigenziale di Palazzo Zanca. Noi di TempoStretto ci siamo assunti un ruolo importante, quello di fustigare questa BUROCRAZIA comunale, palla di piombo al piede di noi messinesi, cinghia di trasmissione con il vasto sistema di interessi, loro stessi sistema di interessi. Caro THISISTHEEND, partecipo alle primarie del candidato del CENTROSINISTRA, sicuro di non votare per questo schieramento alle prossime elezioni, per dare un sostegno a RENZI, per due motivi, uno è GIOVANE, due, ha affermato che per i DIRIGENTI deve finire l’INCARICO A TEMPO INDETERMINATO, non serve la rotazione proposta da CROCETTA. Il pericolo per la DEMOCRAZIA è la BUROCRAZIA, abbiamo al governo del paese il burocrate dei burocrati, MARIO MONTI, stiamo pagando il prezzo più grande, ZERO DEMOCRAZIA e tasche vuote.

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  30. ART.21 COSTITUZIONE. Finalmente una generazione di giovani giornaliste, non a caso DONNE, che sanno scrivere di queste cose, BRAVISSIMA DANILA LA TORRE. Quando le settimane scorse, abbiamo come TempoStretto, per primi a Messina, evidenziato le analogie con il comune di Alessandria, non c’era l’intenzione di alimentare allarmismi, ma avevamo letto e riletto le delibere della sezione piemontese della Corte dei Conti, convincendoci che quello che accadrà a Palazzo Zanca, era già scritto in quelle pagine, intendo non solo per le richieste della Corte, cui dovrà pensarci Luigi Croce e il Consiglio Comunale, ma per il coinvolgimento di ammistratori e dirigenti, a mio avviso anche dei commissari, che si sono alternati a Messina, di cui si occuperà la Magistratura contabile e la Procura della Repubblica, la notizia oramai è certa.

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  31. devono togliere la bassannini, eliminare i rup, le indennità di posizione, dare contratti a tempo determinato legate ad obiettivi , spoyl system, quando arriva un nuovo sindaco può cambiare tutti i direttori , non ruotarli, cambiarli. Queste cose le sanno tutti ma non lo hanno mai fatto, non hanno mai cambiato nulla, io non voto a nessun tipo di primarie, anzi penso che, grazie alle primarie, la partitocrazia ha rallentato i movimenti. Se ne devono andare a casa.!
    Pensate veramente che genovese sia un’altra cosa rispetto a buzzanca o a d’alia, ragazzi…: hanno fallito, basta.
    Se poi i messinesi li rivotano pazienza, è la democrazia, ma che non si lamentino più. Figurati che cambia tra renzi o bersani se sono dentro al pd, renzi li deve mandare a quel pese e fare un nuovo movimento…il pd, di genovese, rinaldi , lombardo e 19.000 preferenze….! Oh, ma siete caduti dalla nnaca?

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  32. RADENDOLA AL SUOLO . BUONA COSA..Fantastico ..solo se ci fosse pronto un progetto serio e credibile di RICOSTRUZIONE ma non generico e fumoso come spesso mi accade di registrare. UN PROGETTO COMPLETO ,CON RISORSE CERTE, FORTE ,INNOVATIVO, COMPETITIVO, RIVOLUZIONARIO, PROGRESSISTA, SALVIFICO…: .Un progetto di RICOSTRUZIONE POSITIVAMENTE “DEVASTANTE” quasi a RICOMPENSA dei terremoti che la hanno devastata nei secoli UN PROGETTO che chiamerei CARIDDI anzi SCILLA E CARIDDI …….SI FACCIA AVANTI QUALCUNO …POLITICI VECCHI E NUOVI ,MOVIMENTI DI TUTTI I GENERI, SOCIETA’ CIVILE, SINDACALISTI,INTELLETTUALI,GIORNALISTI,CLASSI DIRIGENTI…..In mancanza di meglio ,io qualche ideuzza ce l’avrei..

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  33. LA QUALIFICA CAMBIA è molto importante,
    caro lettore devi fartene una ragione, è assodato che i contrattisti nella polizia municipale garantiscono servizi indispensabili ed essenziali per la cittadinanza tutta.
    Tutte le altre qualifiche NO. L’argomento è stato già trattato a Scordia, a Falcone, a Milazzo ed a Bagheria, Enna, Regalbuto.
    La verità è questa, verranno valutate le qualifiche e le relative funzioni. Ultimamente altri 2 contrattisti e 2 impiegati di ruolo stanno transitando nella polizia municipale nonostante ci siano le 18 ore per i primi e sacrifici per i secondi rispetto a quello che facevano prima. Secondo Voi, qual’è il motivo che li ha spinti????????

    MANUEL

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  34. thisTHEend bellissimo nick coniato per l occasione..per GODERE udite udite del fallimento della propria citta’..il tipico messinese che gode delle disgrazie personali facendo cosa?solo bla bla bla…e anche per quelli come te che siamo a questo punto!gente a cui non frega un c…della citta’ in cui vive..tanto come detto da scrivere da THIStheEND..questa e’ la fine! complimenti!! bravo! YUO ARE THE NUMBER ONE!come tanti in questa citta’ di ignavi..e buddaci.

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  35. E’ stata pubblicata sulla odierna Gazzetta ufficiale regionale, parte I n° 51 del 30 novembre, la circolare 14 novembre 2012, n.7, del Dirigente generale del dipartimento regionale dell’urbanistica con la quale si ricorda l’attività di esercizio delle funzioni di controllo e sostitutive nell’attività urbanistico-edilizia. Nella circolare, indirizzata anche ai comuni, si ricorda che ultimamente ha assunto “significativa evidenza l’azione da parte delle diverse Autorità giudiziarie dell’Isola rivolta a sanzionare gli aspetti penalmente rilevanti dei più significativi episodi di abusivismo edilizio. Da parte della pubblica amministrazione, e segnatamente degli enti locali, si impone un momento di maggiore attenzione verso l’assetto del territorio, se non altro per il motivo, non privo di qualche significato nell’attuale congiuntura economica, che la gestione del patrimonio immobiliare dei comuni e la sua messa a reddito trovano origine proprio dalla normativa sulla repressione degli abusi edilizi. In realtà ben più alte istanze, quali la salvaguardia del paesaggio e della sicurezza dei cittadini, giustificavano la prevenzione, prima ancora che la repressione, di fenomeni di disordine insediativo particolarmente diffuse proprio nelle aree di pregio paesaggistico e in quelle a rischio idrogeologico. Un’esigenza questa alla quale l’ordinamento regionale non ha mancato di prestare attenzione, laddove si ponga mente alla norma contenuta nell’articolo 15 della legge regionale 78/1976 – la cui rigorosa attuazione si deve all’indirizzo attento della magistratura amministrativa preclusivo di ogni tentazione abrogativa che periodicamente riemerge in qualche tentazione speculativa. Peraltro, piuttosto che interrogarsi sulla forbice che si è creata tra le disposizioni di legge a presidio del territorio e le azioni che ne sono conseguite, sembra oggi più opportuno che le amministrazioni a vario titolo chiamate in causa invertano la tendenza e svolgano nel concreto il ruolo loro assegnato”. Nello specifico, la circolare ricorda che “tra i vari atti di indirizzo emerge da ultimo la circolare n. 3/2011 con la quale il dipartimento regionale dell’urbanistica, rilevato che il SIAB – sistema informativo dell’abusivismo edilizio aveva consentito di accertare “che per gli abusi edilizi anzidetti, oltre l’attivazione del procedimento di ingiunzione a demolire, non risultano, sempre, adottati gli ulteriori provvedimenti repressivi previsti dall’art. 7 della legge n. 47/85”, aveva rammentato ai comuni gli effetti devolutori che la norma prevede a beneficio del patrimonio comunale, con la conseguenza che “le opere acquisite al patrimonio comunale non possono essere occupate dai responsabili dell’abuso in assenza dell’atto deliberativo di cui all’art. 7, comma 5, della legge n.7/85”. La circolare evidenzia quindi che, in generale, si verifica “danno urbanistico quando l’abuso incide, aggravandolo, sul cosiddetto carico urbanistico e il danno è da considerarsi “grave” con riferimento al valore del bene giuridico protetto dalla norma. Pur in assenza di una testuale definizione normativa, è dato enucleare nella disciplina urbanistica positiva un’unitaria ratio legis, che consiste nel commisurato sviluppo di tutte le entità che insieme consentono l’equilibrato funzionamento di un determinato centro abitato, la cui dinamica deve comunque assicurare condizioni di vita civile ai suoi abitanti. Alla luce di questo concetto, quindi, deve ritenersi che debba configurarsi ipotesi di “grave danno urbanistico” tutte le volte che “opere realizzate in assenza o difformità della licenza edilizia o concessione e non conformi alle norme urbanistiche ed alle prescrizioni degli strumenti urbanistici” (cfr. tab., n.1, all. a legge 28 febbraio 1985, n. 47) determina un illegittimo aumento del carico urbanistico e quindi della quantità di edificazione che insiste su una certa unità di superficie, tenendo presente il fatto che quest’ultimo termine assume significati e definizioni diverse in relazione all’ambito di riferimento. Sulla base di questi criteri – si legge nella circolare – si darà quindi nuovo ed effettivo impulso tanto alla verifica delle inerzie comunali in tema di vigilanza edilizia, quanto all’esercizio dei correlati poteri sostitutivi, anche con riferimento alla effettività dei provvedimenti previsti dall’art. 7 della legge n. 47/85 (cfr. circ. DRU 3/2011)”.

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  36. ART. 21 COSTITUZIONE!!!!!!E’ logico chiedere alla redazione di Tempostretto,che ringrazio per avere ospitato i miei commenti,cosa significhi l’affermazione di MARIEDIT quando nell’ultimo commento dice: NOI DI TEMPOSTRETTO……… e che vuol dire ciò? E’ UNA GIORNALISTA DI TEMPOSTRETTO? E’ NELLA REDAZIONE DI TEMPOSTRETTO? SE COSI’ FOSSE SAREBBE MOLTO,MA MOLTO GRAVE E SPIEGHEREBBE IL FATTO CHE QUESTO SIGNOR O SIGNORA MARIEDIT SI PERMETTE DI TIRARE FENDENTI A DESTRA E A MANCA COLPENDO ANCHE CHI, IN VIRTU’ DELL’ART.21 COSTITUZIONE,A LEI O LUI TANTO CARO,SI PERMETTE DI FARE LIBERI COMMENTI CHE POSSONO STRIDERE CON QUELLI CHE SONO I SUOI CONVINCIMENTI. CHE COSA VUOLE DIRE POI CON: CARO SALVATORE VERNACI LA INVITO A RISPONDERE A LUCCIO…… MA TU CU SI’ E CHI TTI SENTI: SALVATORE VERNACI E’ LIBERO O NO’ DI RISPONDERE,E SE LO RITIENE O MENO E’ UNA SUA LIBERA LEGITTIMA SCELTA!!!!!!! ART.21 COSTITUZIONE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  37. Sonoun semplice elettore che vede i programmi ed anche i risultati della gestione della cosa pubblica.
    Ebbene ammesso e concesso che Genovese, e non lo sto difendendo anzi affermo il contrario, nei due anni di governo della città abbia assunto a chiamata diretta gente nell’ATO3, nell’ ATM e altre partecipate, come mai il Buzzanca, nei quattro anni che ha governato, non li ha licenziati visto che pesavano inutilmete sui relativi bilanci delle partecipate.
    E meno male che come affermato diverse volte, dal Buzzanca e dalla sua giunta, hanno risanato le casse del Comune.

    Mi viene da ridere a vedere la tragedia che si sta consumando dentro e fuori il Comune. Non ci si rende conto che siamo arrivati al punto che bisogna fare i conti per bene e qualcuno, i soliti noti, dovrà pur pagare. L’amara verità è che a Messina non c’è più lavoro con cui generare ricchezza per coprire le voragini contabili create in questi anni, a prescindere da chi le abbia, più o meno consapevolmente, generate. E’ sterile improduttivo polemizzare se è stato il centro destra o il centro sinistra a provocare questa situazione, anche se si possono graduare le varie responsabilità, ma il problema resta ed allo stato non esiste, o perlomeno non si intravede chi possa assumersi l’onere di far uscire Messina da questo baratro.
    Eppure sentendo parlare per la strada esiste la voglia di venirne fuori in qualche modo, di risalire la china perchè nella stragrande maggioranza dei messinesi si ha la consapevolezza che questa città meriti di essere migliore di come è stata ridotta

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  38. ART.21 COSTITUZIONE. Rispondere ai pregiudizi è sempre complicato, quello di LUCCIO su mariedit è lapalissiano, come su Salvatore Vernaci, ricordo che fa parte di RESET, quindi impegnato in politica, di conseguenza uomo pubblico,per cui le considerazioni di LUCCIO, quelle sarcastiche ed economiche sull’aumento della spesa pubblica, riferite a Vernaci,sono di tutti, non gli appartengono più.Scrissi al momento della condanna di Sallustri, che la magistratura con la compiacenza della politica, ha fatto carta straccia dell’ ART. 21 COSTITUZIONE, che ripropongo, ” tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
    La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure “, articolo che vale anche per LUCCIO. Infine l’accusa grave fatta a TempoStretto, giornale on line costruito e portato al successo, cioè temuto, dagli investimenti e dal progetto dell’editore e dalle bravissime giornaliste che ci hanno creduto, quella del gioco delle parti tra mariedit e TempoStretto, ricavato dal NOI, che rassicuro non è il plurale maiestatis diffuso nell’antica Roma, rimasto nella tradizione come modo d’espressione dei papi e sovrani, non arrivo a queste altezze, ma è un NOI come comunità di lettori e soprattutto di commentatori, a cui TempoStretto, con una idea geniale, da al commento il rango di articolo,unici nel panorama della stampa cittadina. Non userò più il NOI, visto che LUCCIO commenta ma non si sente parte di questa comunità di opinione pubblica messinese.MA TU CU SI’ E CHI TTI SENTI, riferito a mariedit, sono uno che si SENTI” responsabile ” di questo disastro Messina, SONO un messinese.

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  39. ART. 21 COSTITUZIONE. Caro o cara MARIEDIT constato,con profondo disappunto, che non te ne tieni una che sia una, per avere sempre e su ogni cosa l’ultima parola. Solo Dio Onnipotente ha ragione e non ammette repliche,però dall’alto della Sua Onnipotenza predicava una virtù che a te appare completamente sconosciuta:UMILTA’-UMILTA’-UMILTA’- Tu,ancora una volta scrivi a noi poveri mortali che “la stampa non può essere soggetta ad autorizzazione o censure” e ciò dovrebbe però valere anche per MARIEDIT che,pedissequamente,non fa altro che censurare,anche con parole sprezzanti,i liberi commenti dei lettori di TEMPOSTRETTO.Caro o cara MARIEDIT,ti chiedo umilmente scusa se con la mia risposta ho intaccato la tua suscettibilità e la Tua BORIA nell’ostentazione della TUA SOVRUMANA CULTURA,che vuoi fare trasparire sempre in tutti i tuoi commenti. Ma vedi IO SONO UN MESSINESE con doti culturali nella media,non paragonabili ovviamente a quelle tue ,eccelse,CHE CON UMILTA’,CON MOLTA UMILTA’ CERCA DI ESPRIMERE IL PROPRIO PENSIERO SENZA OFFENDERE NESSUNO,COSI’ COME SUGGERISCE L’ART. 21 COSTITUZIONE.SICURAMENTE ARRIVERA’UN’ALTRA RISENTITA REPLICA ED ALLORA CARA REDAZIONE DI TEMPOSTRETTO IL SOTTOSCRITTO VAGLIERA’ L’IPOTESI DI NON INVIARE PIU’ COMMENTI PERCHE’ SI RITIENE STANCO DI LEGGERE QUELLI DI CHI VUOLE ESSERE CONSIDERATO OBTORTO COLLO IL n. 1 DEI COMMENTATORI O DI CHI SI RITIENE INFALLIBILE NEI SUOI CONVINCIMENTI!!!!!!

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  40. Fare parte di una comunità comporta che il membro (l’iscritto) si sente parte integrante. Salvatore Vernaci, nei suoi commenti, ha sempre dato sfoggio nozionistico, dimenticando forse, di aver fatto, e fare parte di un aggregato politico. Il solo fatto di “ostinarsi” sull’opinione di evitare il dissesto al comune di Messina fa pensare di fare ragionamenti di “parte”. Del resto, essendo schierato politicamente, ed in un certo senso criticando determinati schieramenti, dapprima amici e adesso di meno, è più che normale che gli vengano chiesti approfondimenti, ma non per questo chi pone le domande va tacciato come se commettesse chissà quale reato.
    Del resto Luccio, siamo tutti sulla stessa barca che è affondata, e questo grazie anche a colpe dei cittadini. Tuttavia va riconosciuto che i politici locali sono andati ben oltre le aspettative abusando scelleratamente e deturpando l’intero terriotorio e la viabilità di una città già in crisi senza tir o gommati. Tempostretto è una testata on line che esprime e fa esprimere liberamente ai propri lettori, la propria opinione, senza operare censure, certo sempre nei limiti e nel rispetto del codice penale.
    Mariedit è sempre puntuale nei suoi commenti e parla sempre congnizione di causa ed è anche grazie a lui/lei ed ai competenti commenti di Tanino Saja che i lettori, visionando le sue slides, riescono a farsi un’idea di quanto i nostri amministratori locali hanno scelleratamente abusato della cosa pubblica. Quindi chiedere con quel tono cu si e cu non si, è molto fuori lugo.

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  41. Caro Don Camillo apprezzo molto il tono del tuo commento che è corretto e non offensivo! Ma se tu leggi quello che scrive Mariedit nei miei confronti giustificheresti U CU SI’ e U CU NON SI’.

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  42. Oggi sono passato dalla Via Garibaldi e mi ha fatto veramente impressione vedere il Municipio per gran parte senza luci. Due neon accesi al primo piano nella stanza che è stata dei sindaci che si sono succeduti. Sintomo che è cambiato qualcosa e che il peggio non è ancora arrivato, anche se giornalmente sentiamo o leggiamo notizie di chi perde il lavoro, non ce l’ha, non arriva alla fine del mese, o non riesce neanche ad iniziarlo. Una città in agonia, nettamente in contrasto con quella che dovrebbe essere l’atmosfera natalizia degli anni passati. Caro Luccio, spero solo che i responsabili PAGHINO CON IL LORO PATRIMONIO accumulato rubando e rapinando i messinesi in questi anni. Non li maledico, ma spero che la “selezione naturale” faccia molto presto il suo dovere, eliminando definitivamente quei ceppi che hanno comandato “occultamente” e deciso le sorti di una città. Purtroppo sta per finire un’epoca e cosa peggiore, non si sa cosa inizierà. Indipendentemente dalla dichiarazione di dissesto, NECESSARIA, per quanto ne possa dire Vernaci, ci aspettano anni molto bui, e risalire la china sarà molto duro. Speriamo bene.

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  43. Se qualcuno può aiutarmi, volevo un’informazione. Un comune in dissesto finanziario deve obbligatoriamente imporre le aliquote per l’IMU al massimo. Volendo può aumentare le detrazioni per la prima casa per favorire il ceto medio che diventa sempre più povero?

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  44. La speranza e che si faccia un nuovo governo e che si possa chiedere l’adozione di norme più elastiche per il dissesto, ormai inevitabile per Messina. L’IMU dovrà restare al max, non si possono prevedere detrazioni per la prima casa a livello comunale in caso di dissesto. Inoltre tutti i servizi subiranno elevati incrementi di costo rispetto a quanto pagato oggi, basti pensare che il costo della raccolta rifiuti dovrà essere interamente coperto dalla tariffa. La tariffa per i consumi di acqua subirà un elevato aumento, seguiranno le tariffe per i servizi sociali, per gli impanti sportivi, per le mense, per il trasporto alunni, per gli oneri di urbanizzazione, per la pubblicità ecc… Si dovranno anche accentuare ed inasprire le fasi di incasso nei confronti dei morosi. Si avrà poi la mobilità del personale in eccesso e la riduzione di quello a tempo determinato (anche nelle partecipate). Tale situazione comunque era sostanzialmente prevista anche dalla procedura già avviata per gli Enti con deficit ecoonomico strutturale.
    La vera differenza è che queste cose si dovranno fare senza fare “giochetti” tendenti a perdere tempo ed a lasciare le cose nello stato attuale!

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  45. A questo punto sarebbe bene che la procedura per il dissesto si definisse prima delle elezioni comunali, non vorrei si elegessero imbroglioni o soggetti già sotto la “spada di damocle” dell’interdizione dai pubblici uffici!!!!

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  46. Scusatemi, voglio rivolgere una domanda a MarioMonti, che precedentemente ha pubblicato che i Contrattisti della P.M. svolgono un servizio essenziale per tutta la cittadinanza gli altri NO.
    Cosa significa? Forse gli altri Contrattisti sono soltanto scansafatiche e nullafacenti o i cari Vigili sono una razza unica, da salvaguardare.
    Sono un contrattista anch’io è svolgo il mio lavoro nel mio ufficio nel miglior modo possibile, ho scelto di non transitare nella P.M. in quanto ho già fatto questa esperienza in un altro Comune (sono in possesso della qualifica di Agente di PM)ma ho deciso di poter dare un maggiore contributo alla collettività, svolgendo la funzione di Istruttore Tecnico, che in forma diversa, anche questa è importante per il buon funzionamento della macchina amministrativa.
    Pertanto caro MartioMonti, finitela di dire che solo i contrattisti della PM sono utili, anche perchè buona parte di chi è transitato nella Polizia Municipale, lo ha fatto solo per i SOLDI e non per il bene comune.
    Finiamola di farci la guerra, tanto siamo tutti nella stessa barca, che poveri noi sta affondando.
    Ciao a tutti e buona pasqua

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  47. se e meglio cosi visto che tutti quelli che anno amministrato la citta l’anno affosata..
    che si ripatrta da 0000000 e non ci siano questi bravi xxxxxxxxx..

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  48. MAAAA MAGARI DIO FOSSE COSI’…MA che bello sarebbe????

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  49. Nooo perchè comunque le sentenze sono depositate e non sarà il dissesto del comune a farle decadere visto che non c’è solo il comune come ufficio pubblico…

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