Gentiloni chiude il G7: "Sul terrorismo il risultato più importante"

Gentiloni chiude il G7: “Sul terrorismo il risultato più importante”

Francesca Stornante

Gentiloni chiude il G7: “Sul terrorismo il risultato più importante”

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sabato 27 Maggio 2017 - 14:04

Il premier italiano è stato il primo a parlare ai giornalisti al termine dell'ultima giornata di vertice taorminese. Accordi su terrorismo e politiche commerciali, l'America resta ancora ferma sul clima.

Ha parlato per 40 minuti il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni al termine del vertice con i 7 grandi della Terra. La due giorni taorminese è ufficialmente finita, dal San Domenico Palace, sede delle sessioni di lavoro, il premier italiano ha fatto la sintesi di questo summit che lui stesso aveva definito complicato e “in salita”. Da padrone di casa è stato il primo a parlare alla stampa, in platea anche il ministro Maria Elena Boschi. Ha illustrato i punti chiave del documento finale scaturito vertice è più snello di quelli delle precedenti edizioni del vertice: sei pagine, 39 paragrafi. L’intesa è stata trovata sul nodo della lotta al protezionismo, nulla da fare invece sul rispetto degli accordi di Parigi sui cambiamenti climatici: agli Stati Uniti è stato concesso più tempo per prendere una decisione. E a fine summit, su Twitter, Trump ha già annunciato che la decisione arriverà la prossima settimana.

«ll risultato più importante del G7 – ha esordito Gentiloni – è l'impegno comune contro il terrorismo: siamo a pochi giorni dall'attacco di Manchester, a due giorni dall'attacco contro gli egiziani copti. La dichiarazione lascerà una traccia, non solo per i principi che ribadisce ma anche per un impegno particolare che sottolinea da parte dei leader del G7 il nesso tra la radicalizzazione del fondamentalismo islamico e il lavoro dei grandi service provider. E' un equilibrio difficile che va trovato ma nessuno deve sottovalutare la forza del richiamo dei sette grandi Paesi agli Internet service provider”.

I temi che hanno tenuto banco sono stati appunto quelli che hanno riguardato le politiche commerciali e il clima: «Il confronto sul commercio ha consentito di fare passi avanti significativi, sgombrando il campo dall'idea che chi sottolinea la necessità di tutelare le forze più penalizzate dalla globalizzazione sia necessariamente a favore di una radicale chiusura protezionistica. Come si trova un equilibrio? Si è trovata una convergenza, che certamente non risolve la questione, proseguirà nei prossimi mesi, ma che ci dice che se ci manteniamo fermi su questi valori, i punti d'incontro si possono trovare. Lo stesso è per il clima. Dopo una discussione molto articolata siamo arrivati semplicemente a prendere atto del fatto che mentre sei dei sette Paesi confermano pienamente gli impegni presi a Parigi, gli Stati Uniti sono ancora in una fase di revisione del loro rapporto con gli accordi di Parigi. Mi auguro che questa fase si concluda presto e bene. Presto perché lasciare nell'incertezza lo sviluppo degli accordi sarebbe grave, e bene perché l'attuazione degli accordi di Parigi sul clima ha bisogno di un contributo degli Stati Uniti. Abbiamo programmato una road map sulla parità di genere, qui a Taormina ci sarà l'ultimo dei G7 italiani».

Particolarmente sentito in Sicilia il tema dei di migranti: «Siamo in Sicilia, nella terra che in questi anni è stata più interessata e generosamente protagonista. Non mi aspettavo soluzioni dal G7, ho apprezzato nella discussione finale una doppia consapevolezza: bisogna lavorare molto nel medio termine in direzione dell'Africa per far fronte alle cause profonde di questi movimenti migratori, e tra queste c'è il cambiamento climatico. Dobbiamo lavorare sul lungo termine e nel breve termine dobbiamo elaborare politiche di accoglienza umanitaria e di sicurezza. Sono principi che ciascun paese applica in modo diverso. La questione migratoria la dobbiamo risolvere con le nostre forze e con il contributo fondamentale dell'Unione Europea. Delle dinamiche europee sappiamo tutto, gli altri paesi hanno politiche diverse, ad esempio il Canada, il Giappone, gli Stati Uniti. E' un tema sul quale l'accordo sui principi è stato raggiunto molto facilmente nelle settimane scorse. Ho letto di polemiche, discussioni. Aver fatto il G7 qui aiuta anche a esaltare il valore dell'accoglienza, ma anche a presentare al mondo l'immagine di bellezza, di cultura di Taormina».

Gentiloni ha risposto alle numerose domande dei giornalisti presenti al San Domenico e ha concluso: «Siamo soddisfatti di come sono andate le cose, quando si discute anche in modo aperto tra alleati penso che si valorizzi l'importanza di un contesto come quello vissuto in questi due giorni a Taormina».

Francesca Stornante

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