Dia. Sotto chiave beni dell'imprenditore Scirocco per 37 milioni di euro

Dia. Sotto chiave beni dell’imprenditore Scirocco per 37 milioni di euro

Dia. Sotto chiave beni dell’imprenditore Scirocco per 37 milioni di euro

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venerdì 09 Dicembre 2011 - 12:46

Confiscate quote sociali e relativo compendio aziendale di 12 società, 2 appartamenti, numerose autovetture di grossa cilindrata (quali Lamborghini Gallardo, Audi A8 4.2 V8, Jaguar e Bmw, un’imbarcazione lunga 12 metro), polizze assicurative e disponibilità bancarie per un valore di mercato stimabile in 37 milioni di euro

Passano definitivamente allo Stato beni per una valore di 37 milioni di euro che la Dia a gennaio e a maggio di quest’anno aveva già sequestrato all’imprenditore Francesco Scirocco. Si tratta di quote sociali e relativo compendio aziendale di 12 società, 2 appartamenti, numerose autovetture di grossa cilindrata (quali Lamborghini Gallardo, Audi A8 4.2 V8, Jaguar e Bmw, un’imbarcazione lunga 12 metri), polizze assicurative e disponibilità bancarie per un valore di mercato stimabile in 37 milioni di euro. Beni che dal 5 dicembre sono definitivamente passati allo Stato. Per il professionista, che gli inquirenti indicano contiguo con esponenti di spicco di gruppi mafiosi operanti nella fascia tirrenica-nebroidea della provincia di Messina, è stata disposta anche la misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di 4 anni.
Il provvedimento del Tribunale peloritano prende le mosse da un’articolata attività di investigazione patrimoniale, portata avanti dalla D.I.A. di Messina in sinergia con la locale Direzione Distrettuale Antimafia, sotto il coordinamento del Procuratore Capo, Dr. Guido Lo Forte, che già nel gennaio e maggio di quest’anno aveva condotto al sequestro dell’ingente patrimonio nella disponibilità dell’imprenditore. Dalle attività investigative condotte dalla Direzione Investigativa Antimafia, a carico di Scirocco, era emerso un grave quadro di pericolosità sociale derivante dal sospetto della sua appartenenza ad associazioni mafiose, quali la “famiglia Bontempo Scavo” di Tortorici e dei “Barcellonesi”, ma anche dal suo coinvolgimento giudiziario in un paio di tentati omicidi ai danni di altrettanti avvocati, dalle sue frequentazioni con soggetti pregiudicati e da altre manifestazioni oggettivamente contrastanti con la sicurezza pubblica. Considerazioni a cui nel frattempo si sono aggiunte due distinte ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite il 24 giugno 2011 nell’ambito dell’operazione “GHOTA” e “POZZO 2”, in qualità di co-indagato per aver fatto parte del sodalizio mafioso dei barcellonesi. Nel corso del procedimento decisionale che ha condotto alla confisca dell’ingente patrimonio è stato disposto il dissequestro di 2 società intestate a terzi.

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