Le realtà produttive di Messina fagocitate dalla crisi

Le realtà produttive di Messina fagocitate dalla crisi

Emma De Maria

Le realtà produttive di Messina fagocitate dalla crisi

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martedì 12 Marzo 2013 - 17:32

“Diamo valore al futuro. Insieme si può”: è questo lo slogan pilota dell’assise congressuale, che ha registrato la presenza di 205 delegati provinciali giunti in rappresentanza degli oltre 50 mila iscritti Cisl. Ha partecipato anche il commissario straordinario del Comune Croce

Si rinnova dopo quattro anni la segreteria provinciale della Cisl Messina. Presso l’auditorium del Palacultura di viale Boccetta, hanno preso il via i lavori del diciassettesimo congresso provinciale. “Diamo valore al futuro. Insieme si può”: è questo lo slogan pilota dell’assise congressuale, che ha registrato la presenza di 205 delegati provinciali giunti in rappresentanza degli oltre 50 mila iscritti Cisl. Presente in sala il Commissario straordinario Luigi Croce ed il segretario generale Cisl Messina Maurizio Bernava. La due giorni, che si concluderà nella giornata di domani, riconfermerà quasi sicuramente alla guida del sindacato il segretario uscente Tonino Genovese.

I lavori, trasmessi in diretta streaming sul nuovo portale della Cisl, sono stati preceduti dall’intervento inaugurale del Commissario straordinario Luigi Croce: “Da questo congresso potrà arrivare per la comunità un importante e fattivo contributo per il futuro della nostra comunità. La piaga della disoccupazione rappresenta la prima realtà intorno alla quale politica e sindacato devono fa convergere il proprio impegno – spiega Croce- ponendo fine all’eterno gioco delle parti, perché il debito pubblico rappresenta un fardello immane sulle spalle delle giovani generazioni. Le soluzioni tampone delle politica – conclude – non hanno tenuto conto della realtà che si nasconde dietro questo dramma per il quale servono soluzioni definitive”.

La relazione del segretario uscente si apre con le immagini delle tante realtà produttive di una Messina fagocitata dalla crisi, parabola discendente che ha impoverito territorio e tessuto produttivo: “Quanto lavoro abbiamo perso? – si interroga Genovese – l’acuirsi della crisi occupazionale è un trend in continua crescita che colpisce in modo particolare le fasce giovanili, solo il 10% delle assunzioni totali”.

Edilizia, industria e commercio sono i settori più colpiti: “Sebbene i dati relativi all’avviamento al mercato del lavoro superino di gran lunga le cessazione dei rapporti di lavoro, la situazione non è così rosea come ad un primo approccio si potrebbe pensare. Le cessazioni riguardano prevalentemente tipologie di contratti a tempo indeterminato, tipologie che registrano una leggera flessione alla quale si contrappone – spiega il segretario – la crescita di tipologie di contratto a tempo determinato.Le imprese preferiscono infatti continuare ad assumere utilizzando forme di lavoro precario che difficilmente si trasformano in rapporti di lavoro duraturi”.

Fattori inevitabilmente destinati ad influire sul reddito, sulla capacità e sulla propensione al risparmio delle famiglie: “Ciò che si delinea è un territorio provinciale nel quale la riduzione dei redditi simultaneamente riduce risparmi e consumi. Siamo in piena crisi e l’amara previsione sembra essere, con buona probabilità, quella di un ulteriore diminuzione. Un territorio fragile come il nostro paga pesantemente la sudditanza a un grumo di potere – sottolinea Genovese -che ha condizionato il passato, determinato il presente e minato il futuro”.

Una classe politica che, secondo il segretario uscente, dovrebbe prendere esempio dall’insegnamento di Papa Benedetto XVI: “Un insegnamento al quale tutti dovrebbero guardare, anche nella nostra provincia, in presenza dell’inopportunità od impossibilità di proseguire il mandato ricevuto”.

Genovese chiama ad una rinascita che non può prescindere dalla formazione di cittadini consapevoli: “In un territorio depresso come il nostro la scuola deve essere la fabbrica del futuro – spiega ancora in segretario – promuovere la formazione significa creare prospettive di lavoro ed occupazione. Altissimo è invece nella provincia di Messina il tasso di dispersione scolastica, circa il 26%, un danno enorme per tutto il tessuto sociale. Il nostro sistema sociale penalizza la famiglia – prosegue Genovese – una tendenza sempre più diffusa diviene quella di scaricare su questa oneri che spettano ad istituzioni latitanti.

E le difficoltà aumentano per quanti vorrebbero poi poter organizzare la propria vita al di fuori del nucleo familiare di appartenenza. Occorre sostenere la famiglia attraverso politiche nazionali, regionali e locali di accesso alla casa, di potenziamento dei servizi per l’infanzia, di sostegno alle famiglie con disabili e anziani e di welfare aziendale”.

Per far questo le istituzioni dovranno guardare al bene comune: “Abbiamo bisogno di una P.A. che funzioni, si doti di un vero e proprio piano industriale. La Cisl chiede da anni – ricorda Genovese – riorganizzazione di macchina burocratica e amministrativa per il Comune di Messina. Paghiamolo scotto dell’incapacità della politica e dei nostri amministratori”.

E il pensiero del segretario uscente si sofferma sui tagli indiscriminati: “Il settore pubblico deve essere riequilibrato perché con i tagli alla spesa pubblica si rischia di ledere i diritti dei cittadini ed i bisogni dei più emarginati che ormai non sono solo coloro che non hanno lavoro, ma anche quanti vivono di una misera pensione. Lotta agli sprechi ed al malfunzionamento questo è ciò che chiediamo da anni – tuona Genovese – per questo non abbiamo gradito la strumentalizzazione che è stata fatta della nostra proposta di abolizione delle provincie: posizione a sostegno della quale la Cisl – ricorda -si è schierata da oltre un anno”.

Non ci convince la proposta formulata dal presidente Crocetta: “ Il timore è che la nascita di liberi consorzi di comuni possa creare un altro intermedio di gestione amministrativa. Bisogna invece abolire le provincie e distribuire le loro competenze alla regione ed ai comuni con migliori servizi e costi ridotti, ad esempio mettendo in campo Unioni dei Comuni, aggregati su aree strategiche, attraverso cui costituire progetti di sviluppo rispondenti alle vocazioni e potenzialità”.

Me è intorno alla condizione nella quale versa il Comune di Messina che arriva l’affondo: “Esiste una grande responsabilità in capo alla politica che ci ha governato – spiega – una politica cieca e sorda alle esigenze delle cittadinanza. In Sicilia ci sono 22 comuni in pre-dissesto di cui 11 con procedura già in corso. Nessuna attenzione al riequilibrio dei conti, nonostante le nostre sollecitazioni, ed oggi sono 43 i Comuni siciliani a vario titolo coinvolti nella così detta truffa dei derivati che ha ulteriormente sperperato i soldi dei cittadini che oggi ancora una volta vengono chiamati a risanare le vuote casse. Oltre al comune di Messina, sono complessivamente 11 i comuni indagati”.

Genovese propone poi la sue ricetta: “Bisogna avviare una campagna antisprechi che si annidano in una spesa improduttiva che deve essere risanata e sulla quale è necessario avviare una decisa azione di controllo sociale – ed aggiunge – dobbiamo dare valore al territorio in cui viviamo, alla nostra cultura, alla nostra tradizione. Ad esempio con una scelta consapevole legata al rispetto dell’ambiente, attraverso un consumo a km zero che significa sicurezza di ciò che mangiamo, favorendo, attraverso i prodotti della terra, l’introduzione nel mercato del lavoro di quei giovani oggi inoccupati. Messina è invece sempre più schiacciata sotto il pesante fardello del traffico gommato, dobbiamo insistere – aggiunge – la città va liberata dal passaggio dei tir: vogliamo risposte e soprattutto vogliamo che il traffico pesante torni a Tremestieri subito.Messina rappresenta un area strategica per l’intera nazione e pertanto deve divenire oggetto di intervento prioritario del governo nazionale e regionale”.

Strategie che devono rilanciare il sistema trasporti: “Si deve guardare a Messina e Reggio Calabria come ad un'unica grande metropoli perché intenso è il traffico quotidiano di passeggeri da una sponda all’altra dello Stretto”.

Sguardo puntato ance sulle ASI: “Il fallimento delle politiche industriali locali e regionali, aree sottoutilizzate ed abbandonate al degrado e che necessitano un immediato confronto per avviarne il recupero”.

“C’è bisogno di risvegliare la passione civile – spiega poi Genovese – il sistema delle mafie e del malaffare produce ogni anno 140 mld di fatturato, pari al 7% del Pil nazionale, 120 mld di evasione fiscale e 60 mld frutto del sistema corruttivo ( 1000 euro a cittadino): cifre che potrebbero in dieci anni azzerare il nostro debito pubblico”.

Le riflessioni conclusive del segretario provinciale si soffermano sul voto di primavera: “Tra poco più di due mesi la città verrà chiamata al voto e, ancora una volta, assistiamo all’ennesimo riproporsi dell’opportunismo delle alleanze che tentano di celarsi, affidando a volti presentabili, il peso del non cambiamento”.

Un dejà vu al quale si contrappone la nascita di uno stimolante dibattito all’interno della comunità civica: “Una vivacità alla quale guardiamo con favore – spiega Genovese – ed allo stesso tempo crediamo che coloro che hanno concorso al fallimento della città debbano stare in panchina questo giro: Messina ha bisogno di nuove ricette cuochi nuovi. Il vento dell’antipoltica chiama in correità anche i sindacati – ricorda – ma oggi più che mai c’è bisogno di questo strumento, non si tratta di una riposta anacronistica anzi, la crisi che stiamo attraversando restituisce al ruolo del sindacato nella società il suo significato più profondo ed originario. Per questo, forti del nostro statuto, continueremo a svolgere con impegno la nostra funzione: la Cisl – conclude tra gli applausi Genovese – conserverà il suo ruolo di sindacato democratico che pone al centro la persona e la collettività con impegno e rinnovata passione”. (Emma De Maria)

Un commento

  1. puzza di bruciato 13 Marzo 2013 13:00

    A quando la poltrona in politica?….

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