Nuova grana al Cas: la Regione cambia i contratti e i dipendenti preparano la protesta

Nuova grana al Cas: la Regione cambia i contratti e i dipendenti preparano la protesta

Rosaria Brancato

Nuova grana al Cas: la Regione cambia i contratti e i dipendenti preparano la protesta

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martedì 24 Febbraio 2015 - 23:02

La giunta Crocetta approva le nuove tabelle per il personale del Cas, equiparandolo ai dipendenti della Regione e scoppia la polemica. I tagli graveranno in massima parte sugli esattori. Mentre i sindacati si preparano a ricorsi e proteste,temendo che l'obiettivo sia utilizzare l'Ente come cassa di compensazione per i dirigenti che pesano sul bilancio della Regione, il presidente dell'Anac Cantone stoppa il governo sulle proroghe alle concessioni.

Come se non bastassero polemiche ed inchieste, ispezioni e ricorsi, contenziosi e arresti, al casello del Cas arriva l’ennesima “grana”: la delibera con la quale la giunta equipara le tabelle dei dipendenti del Consorzio a quelle dei dipendenti della Regione. La delibera è stata firmata lo stesso giorno della visita di Crocetta al Cas di Messina,durante la quale ha annunciato l’ipotesi del project financing per convincere gruppi privati ad acquisire quello che a suo dire è “un gioiello, un Cas che se fosse a Roma sarebbe un’eccellenza”ma che, purtroppo, oltrepassato lo Stretto, è diventato un colabrodo che fa acqua da tutte le parti. E l’equiparazione del contratto a quello dei regionali non è andato giù ai sindacati che affilano armi e ricorsi ( al momento ne pende già uno al Tar di Palermo) e sono pronti a contestare quelle che rischiano di diventare “gabbie salariali”, dal momento che da Reggio Calabria in su i lavoratori delle autostrade hanno lo stesso contratto e le stesse tabelle, dipendendo dal Ministero, mentre dal 18 febbraio, solo quelli della Sicilia si vedranno applicare un contratto diverso. L’equiparazione dei lavoratori del Cas ai dipendenti della Regione comporterà dei tagli che non operano in maniera orizzontale ma finiranno con il penalizzare solo alcune categorie, come ad esempio gli esattori (che perderanno indennità e salario accessorio, come ad esempio l’indennità di cassa) perché chi sta in ufficio e i dirigenti non subiranno particolari sforbiciate. In questo momento lo stesso presidente Faraci non sa quantificare le conseguenze della delibera termini di tagli, che dovranno essere verificati “caso per caso”, ma, sottolinea “il recepimento del contratto regionale lascerà intatte le buste paga”. I malumori su questo punto ci sono da tempo soprattutto da parte delle organizzazioni sindacali che stimano una differenza che potrebbe toccare il 20%, al di là del fatto che l’Ente è semplicemente sottoposto a vigilanza della Regione, ma non è un Ente regionale. D’altra parte è stato più volte fatto notare che l’unico Ente al quale si sta applicando l’equiparazione è il Cas, mentre non si sta facendo altrettanto con gli altri carrozzoni dell’isola. Mentre dal governo Crocetta e dal Cda del Cas si sventola la sbandiera della spending review a senso unico contro stipendi troppo alti dei casellanti (dimenticando invece le indennità, i rimborsi e le missioni dei vertici…) i sindacati annunciano proteste e scattano i primi ricorsi al Tar. Niente da fare, annunciata in estate la delibera diventa realtà a febbraio. Per la verità si tratta di un percorso avviato sin dall’era Lombardo, quando c’era la triade: Monterosso- Alongi- Corsello che iniziò a studiare le prime modifiche. Il percorso è arrivato a compimento con Crocetta e l’assessore Pizzo, mentre strada facendo sono iniziati i ricorsi dei lavoratori, affidati agli avvocati Cintioli e Sciammetta. Se da un lato c’è chi sottolinea come alla Regione Sicilia spetti solo la vigilanza ed il controllo,dall’altro c’è chi vede, dietro questa equiparazione,semplicemente il modo per trasformare il Cas in una “camera di compensazione” dei dirigenti della Regione, che gravano sul bilancio, in modo da “spostarli”, alleggerendo un bilancio diventato zavorra. C’è da chiedersi però, visto che è ancora in ballo la revoca della concessione al vaglio del Ministero, e visto che il governatore pensa all’ingresso dei privati, che fine faranno i dipendenti (divenuti regionali) in caso di concessione ad altri Enti o vendita a privati. Per non parlare delle proteste che stanno per esplodere soprattutto tra gli esattori. Il contratto dei regionali infatti prevede 36 ore, mentre quello dei dipendenti delle autostrade ne prevede 40 settimanali. Secondo la Cgil quindi a parità di contratto in alcuni casi si lavorerà di meno mentre alcune figure dirigenziali finiranno con l’incassare di più.

“Noi siamo amareggiati e l’ho fatto presente al presidente Crocetta quando è venuto a Messina e ho potuto incontrarlo e parlarci -spiega Graziella Franchina, battagliera sindacalista SLA (sindacato lavoratori autostrade- e mi spiace che non abbia potuto dedicare più tempo a queste problematiche che riguardano i lavoratori. Ci sono alcuni aspetti da rivendicare. Pensi ad esempio che se al Cas entri esattore, vai in pensione da esattore, nel senso che non sono previsti avanzamenti di carriera ma solo progressioni economiche. Ma non è questo il punto. Sin dai tempi della Corsello temiamo che l’obiettivo sia stato quello di spostare i dirigenti dalla Regione al Cas, per alleggerire il bilancio della Regione stessa. Lo dimostra l’arrivo dello stesso direttore generale Pirrone. Temiamo che nei prossimi mesi si verifichi un esodo e non capiamo perché questo ragionamento si stia facendo solo per il Cas e non valga ad esempio per l’Esa. Attualmente i dirigenti sono 3, non sappiamo quanti ce ne saranno in futuro”.

Il rischio è proprio questo, che il Cas divenga una “camera di compensazione” per quegli alti funzionari che attualmente appesantiscono un bilancio finito sotto la lente dello stesso governo Renzi e divenuto insostenibile. Stando così le cose non è esattamente di dirigenti che ha bisogno il Consorzio in questo momento.

Le prossime settimane saranno inoltre determinanti per quel che riguarda la revoca della concessione. L’ultimatum del Ministero dei trasporti per provvedere alle 780 criticità (ma l’Anas nel frattempo ne ha ravvisate altre 400), scade ad aprile e i tempi sono strettissimi al di là dell’ottimismo che si respira in contrada Scoppo quanto all’esito positivo della vicenda. Nel frattempo ha fatto irruzione in campo, a livello nazionale, il presidente Anac Raffaele Cantone, che in Commissione nazionale ambiente ha dato lo stop alle proroghe che vengono date alle società concessionarie delle autostrade. Lo Sblocca Italia,secondo Cantone, potrebbe essere in contrasto con quanto prevede l’Unione Europea che chiede che le concessioni debbano esser messe a gara pubblica. Lo Sblocca Italia invece prevede una proroga quasi automatica a favore degli attuali concessionari,come Autostrade per l’Italia o agli Enti pubblici e privati che gestiscono i tratti della rete. Per ottenere la proroga, in sostanza, basta chiedere l’accorpamento di più tratte autostradali o impegnarsi a fare gli investimenti necessari. Secondo Cantone questo è solo un modo per allungare la concessione e fare un “regalo” a chi le gestisce, senza che questi si impegnino in nuovi investimenti o lavorino sulle tariffe. Il presidente dell’Anac ha quindi invitato il governo a rivedere il meccanismo delle concessioni.

Rosaria Brancato

8 commenti

  1. Stipendi tagliati?
    A questo punto, i dipendenti provinciali rientreranno in sede.
    Prendere lo stesso stipendio per lavorare?
    Il gioco non vale la candela!!!
    George

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  2. Stipendi tagliati?
    A questo punto, i dipendenti provinciali rientreranno in sede.
    Prendere lo stesso stipendio per lavorare?
    Il gioco non vale la candela!!!
    George

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  3. Be con le nuove norme volute da Renzi, non è un problema. Tutti a casa e assumiamo i giovani senza lavoro .

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  4. Be con le nuove norme volute da Renzi, non è un problema. Tutti a casa e assumiamo i giovani senza lavoro .

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  5. Alcuni hanno il posto riservato con tanto di emolumenti accessori quali posizione organizzativa ecc.

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  6. Alcuni hanno il posto riservato con tanto di emolumenti accessori quali posizione organizzativa ecc.

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  7. Giusto giusto dimininuire gli stipendi ai soli casellanti che lavorano.

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  8. Giusto giusto dimininuire gli stipendi ai soli casellanti che lavorano.

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