Messina, Villa e Reggio, prove generali per l’area integrata dello Stretto

Messina, Villa e Reggio, prove generali per l’area integrata dello Stretto

Marco Ipsale

Messina, Villa e Reggio, prove generali per l’area integrata dello Stretto

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giovedì 13 Marzo 2014 - 01:04

Tavolo tecnico promosso dal commissario della Provincia di Messina, Filippo Romano, in seguito all’audizione in Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati. Istituzioni messinesi e reggine ancora una volta a confronto con l’obiettivo di stilare un documento con le richieste da presentare in Parlamento. Tra 20 giorni potrà riaprire la seconda invasatura del porto di Tremestieri e l’ordinanza anti tir sarà estesa anche ai mezzi pesanti provenienti dalla Calabria

Tariffe elevate, collegamenti col sistema ferroviario, aeroportuale e autostradale, traghettamenti serali e notturni, incremento delle infrastrutture, attraversamento dei mezzi pesanti. Sono solo i principali argomenti che i rappresentanti delle istituzioni messinesi e reggine hanno posto sul tavolo della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, nel corso dell’audizione proposta dal deputato messinese Vincenzo Garofalo. Troppi temi, tutti in una volta, senza un adeguato coordinamento agli occhi di un osservatore esterno. Questa, almeno, l’opinione dei deputati che hanno ascoltato i vari interventi e che hanno chiesto maggiore chiarezza.

Il commissario della Provincia di Messina, Filippo Romano, ha riunito le parti a palazzo dei Leoni, per gettare le basi di un documento da presentare in Parlamento, ribadendo le difficoltà delle interconnessioni modali tra diversi mezzi di trasporto. Anzitutto, il collegamento con le autostrade, per evitare interferenze col traffico urbano. “Conosciamo bene la situazione di Messina – ha affermato – dove il porto di Tremestieri è ben collegato ma è finora una soluzione parziale. Per Villa è uno dei capitoli più neri mentre Reggio ha un collegamento diretto che però è da allargare, visto che la sezione stradale non consente un’uscita agevole per i mezzi pesanti”. Romano si è poi soffermato sugli strumenti di regolazione. In particolare, sulle politiche di infrastrutture, concessioni e tariffe. “E’ possibile porre oneri mirati a certi risultati. Ad esempio, se do la possibilità di guadagnare col traghettamento di tir e autovetture, pongo come condizione un costo irrisorio per i pedoni”.

Il documento nascerà proprio dalla discussione che si è svolta al palazzo della Provincia, dove il sindaco Accorinti ha riassunto i punti che saranno al centro delle richieste. “A Berlino c’era il muro, qui invece c’è il mare. Il muro sono i soldi da dover spendere per passare da una sponda all’altra. Nessuno traghetta a questi costi. Sul tavolo della presidenza del Consiglio dei Ministri deve arrivare il nostro diritto, come quello garantito alle Eolie o in Sardegna. Se c’è la possibilità di spostarci facilmente da un lato all’altro, si sviluppa economia. I tempi del traghettamento in treno possono essere dimezzati e il trasporto può essere facilitato, specialmente per persone con difficoltà motorie costrette a muoversi a piedi con le valige. Ed ancora devono essere previsti aliscafi anche nelle ore notturne. Con i soldi delle nostre tasse, invece, si è pensato solo a realizzare tre o quattro corsie autostradali e l’alta velocità ferroviaria al centro nord”.

Presente anche uno dei consiglieri comunali di Villa, Salvatore Ciccone, che ha mostrato il progetto, da 35 milioni, per la costruzione di tre nuove invasature, in zona Bolano, per il collegamento con Tremestieri. Obiettivo del Comune calabrese anche una nuova stazione marittima, un nuovo attracco per Metromare e un sovrappasso ferroviario per il collegamento diretto, tramite biglietto unico, con gli aeroporti di Reggio e Lamezia.

L’unica istituzione comune tra le due sponde è l’Autorità Marittima dello Stretto. A ricordarlo, il comandante Antonio Samiani: “Dopo il disastro del Segesta Jet, la legge 222/2007 ha sancito la specificità dell’area dello Stretto, una governance unica per la sicurezza dei trasporti e la tutela dell’ambiente marino. Prima c’era una linea ideale sullo Stretto, che divideva le competenze. Poi è stata istituita l’Ams, in deroga alla divisione delle circoscrizioni marittime. Ed a seguito di quell’evento, è stata istituita una rotatoria immaginaria che allunga i tempi di percorrenza. Un provvedimento forse anche eccessivo visto che, fermo restando il rispetto per la tragedia, si tratta di un evento unico nell’arco degli ultimi trent’anni. Un altro passaggio comune poteva essere l’Autorità Portuale dello Stretto. Non se n’è fatto nulla ed ho quindi proposto una seduta straordinaria del Comitato Portuale per dotarsi di un metodo condiviso”.

Approccio scientifico, da ex direttore del Cnr, quello dell’assessore Gaetano Cacciola: “La mobilità è una scienza e come tale va affrontata. Vanno realizzati progetti sulla base di flussi, domanda e offerta. Potrebbe essere un compito delle nostre Università, sulla base della volontà politica. Non servono singole proposte, ma una visione di un piano di mobilità complessivo sul breve, medio e lungo termine. Bisogna subito operare la riduzione delle tariffe, poi pensare in grande ad un sistema ben studiato per la continuità territoriale”.

Lungo e accorato l’intervento del presidente dell’Autorità Portuale, Antonino De Simone, che ha ricordato un breve passaggio del suo intervento alla Camera: “Perché un mercato locale sia florido, sano e capace di portare sviluppo, deve operare in regime di concorrenza. Siamo stati chiamati tre volte dall’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato in merito all’utilizzo delle infrastrutture portuali”. L’Antitrust ha chiesto di limitare il ricorso allo strumento giuridico della concessione delle banchine portuali “poiché priva l’utenza pubblica della fruizione di un’infrastruttura, limitandola ad un unico soggetto”.

Il riferimento di De Simone è a Rfi. “Abbiamo una delle stazioni più grandi d’Italia, 36mila metri quadrati solo la parte demaniale, per non parlare dell’altra parte che sta a monte, e non è così facile ottenere le aree dismesse. Al mio arrivo, ho puntato subito su via don Blasco. Mi fa piacere che si stia arrivando all’appalto, spero che il Comune ce la faccia entro giugno. Ma non è stato facile, perché Rfi, acquisite le aree da soggetto pubblico, poi le va a gestire come soggetto privato. E’ un problema serissimo che va portato al tavolo nazionale e che sarà valutato in Comitato Portuale. Trovo vergognose le condizioni di viaggio dei pendolari, che sperimento in prima persona. Da parte nostra, molto presto metteremo altri tre gazebo e completeremo l’opera di divisione tra il traffico pesante, leggero e pedonale. In 30 km ci sono 5 porti (Messina, Milazzo, Villa, Reggio e Gioia Tauro, ndr). Avevo proposto l’Autorità Portuale dello Stretto perché ci sono gli stessi problemi sulle due sponde. Avevamo avuto tutti i pareri e siamo stati bloccati per i più importanti, quelli delle due regioni. A questo punto facciamo una cabina di regia permanente di tecnici che sappiano cosa chiedere”.

Il porto di Messina non guarda solo all’area dello Stretto, ma anche alla Sicilia sud orientale. “Sono stato criticato dagli armatori locali – ha proseguito De Simone – perché ho firmato un protocollo d’intesa con altri porti siciliani. Non è possibile che la Rete Ten-T, partita quattro anni fa, col corridoio Helsinki–La Valletta, bypassi Messina e arrivi direttamente ad Augusta. Non l’avrei mai consentito, ho fatto la guerra. Così ci colleghiamo col porto di Augusta, l’unico insieme a Palermo che può gestire i prossimi fondi europei 2014-2020. L’Unione Europea dà i fondi a chi fa parte di aree vaste, non a chi sta per i fatti suoi. E infatti abbiamo già ottenuto un primo risultato. Ci hanno finanziato 3 milioni e 876mila euro per una cabina di regia per costituire una stazione base di controllo permanente per le merci pericolose”.

Per il presidente dell’Autorità Portuale, bisogna spingere sulla realizzazione delle infrastrutture. “Lo stiamo facendo insieme all’amministrazione comunale – ha incalzato – per la partenza immediata dei lavori per l’ampliamento del porto di Tremestieri, che ci consentirà anche di salvare quello già esistente. Abbiamo fatto già un primo passaggio a Roma sulla valutazione ambientale strategica”.

Chiediamo lumi proprio a proposito dell’esistente e dell’imminente riapertura della seconda invasatura, che consentirà di tirare un sospiro di sollievo, finalmente, sulla questione dei tir in città. “Dieci-quindici giorni fa – ha concluso De Simone – siamo andati insieme al sindaco a parlare con la ditta, per farci dare dei tempi direttamente da loro. Ci hanno detto che avrebbero concluso entro 35 giorni. E’ stata un’odissea ma siamo alle battute finali. Tutto è dovuto alle valutazioni progettuali sbagliate. Lo abbiamo detto più volte e siamo pronti anche ad andare in Procura”.

Data prevista, dunque, tra la fine di marzo e l’inizio di aprile. Poi bisognerà estendere l’attuale ordinanza anti tir anche agli imbarchi dalla Calabria verso Messina. “E’ un passaggio obbligato – ha risposto il sindaco Accorinti -. L’ordinanza sarà reciproca e non verranno fatti sbarcare tir in centro, Cartour a parte. Visto che ci sarà l’opzione alternativa, saremo severi. Dopo tutto quello che abbiamo fatto, pensiamo che debbano entrare ancora in città? Chiaramente no”.

Disponibilità, su questo fronte, anche da parte del sindaco di Villa, Rocco La Valle: “Anche noi siamo d’accordo su questo, ma non dobbiamo essere lasciati soli perché non abbiamo aree di stoccaggio. Abbiamo chiesto la garanzia delle navi alle compagnie. Se vengono a mancare, si crea il caos in città. Per il futuro, stiamo lavorando su nuovi approdi fuori dal centro e guardiamo anche a Reggio per diminuire il traffico. Se ci aiutiamo, tutto si può risolvere”.

(Marco Ipsale)

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