Continuità territoriale: dalle parole ai fatti. Al via la raccolta firme di ItalExit

Continuità territoriale: dalle parole ai fatti. Al via la raccolta firme di ItalExit

Rosaria Brancato

Continuità territoriale: dalle parole ai fatti. Al via la raccolta firme di ItalExit

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lunedì 16 Novembre 2020 - 16:45

Parte da Messina la raccolta di firme per l'applicazione della normativa che prevede interventi a sostengo dell'insularità

Dalle parole ai fatti, dalle norme alla loro reale applicazione. La tanto declamata continuità territoriale finora è rimasta più un auspicio, una buona intenzione, che non un fatto concreto. Almeno in Sicilia, perché in Sardegna, ad esempio, da molti anni è diventata realtà. Nel 2016 è intervenuta anche l’Unione Europea con una risoluzione che comunque tarda ad essere applicata dalle nostre parti, così c’è chi ha deciso di avviare una raccolta firme.

La raccolta firme

E’ partita da Messina la raccolta firme promossa da ItalExit e sarà estesa a tutto il territorio siciliano. L’iniziativa è stata proposta dai giovani di ItalExit Sicilia, Tino Natoli, Alessio Scattareggia e Silvia Bonanno, approvata dal Presidente nazionale, Gianluigi Paragone e dal coordinatore regionale, Luigi Savoca. Sarà supportata da Franco Tiano e Natalino Natoli (del Coordinamento regionale) e, a livello locale da Marco Vicari e dal Carmelo De Pasquale, Presidenti dei circoli rispettivamente di Messina e Barcellona P.G.

La condizione d’insularità

La raccolta di firme ha l’obiettivo di sostenere la causa che ItalExit, partito fondato dall’ex 5stelle Gianluigi Paragone porterà avanti nei prossimi mesi volta al reale riconoscimento della sussistenza del regime di “Continuità territoriale” ai sensi dell’articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (risoluzione del Parlamento europeo 4 febbraio 2016). Il riconoscimento della continuità territoriale comporterebbe tutta una serie di vantaggi e benefici di cui ha diritto di godere la Sicilia per abbattere la condizione di svantaggio permanente dei cittadini e delle aziende siciliane derivante dalla condizione d’insularità. Per ItalExit sarà questa la principale opera di sensibilizzazione delle istituzioni su problemi ormai insostenibili che riguardano oltre sei milioni di siciliani e per le aziende produttrici, costrette a pagare pesanti balzelli per l’attraversamento dello Stretto ed a lunghe ore di fila.

Il problema “Stretto”

ItalExit denuncia una situazione di sotto dimensionamento delle corse di attraversamento dello Stretto di Messina e delle sproporzionate tariffe di passaggio dello Stretto, che tradisce l’esigenza di rispondere alla necessità di continuità territoriale e, per di più, la sussistenza di pericolo per la salute dei cittadini e di vari rischi sociali sotto molteplici profili, non ultimi, quelli legati all’inquinamento, alla scadente e non adeguata sottrazione di barriere architettoniche e all’incidenza di un alto numero di incidenti stradali. Con la raccolta di firme si chiede al Governatore  Musumeci e alla Ministra dei trasporti De Micheli, una serie di interventi.

1) Un maggiore numero di corse marittime giornaliere, per fare fronte alla notevole domanda degli utenti, attualmente sicuramente non adeguata.

2) Una tariffa agevolata (quantomeno al 50% del prezzo applicato) per i residenti dell’Isola, adeguata alle necessità lavorative delle aziende e a quelle dell’utenza, che per studio, per scambi culturali, per necessità di salute o di lavoro, sono giornalmente costretti a percorrere le miglia dello Stretto di Messina.

3)    Una tariffa agevolata (quantomeno al 50% del prezzo applicato) per gli autotrasportatori siciliani che portano merci da e per la Sicilia, per attutire il gap esistente tra nord e sud.

3) La realizzazione di una più comoda rada d’attracco, che possa accogliere più compagnie di navigazione, pubbliche e private, per rendere il servizio concorrenziale e migliorativo, in qualità, servizi ambientali, servizi per i diversamente abili e politiche tariffarie.

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2 commenti

  1. Ma come? Quelli che si vogliono staccare dall’Europa si vogliono unire di più all’Italia? Ridicoli…

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  2. C’è tanta gente che non sa cosa fare e per cercare di rimanere attaccato alla casta da cui è stato estromesso vuol far credere alla gente che l’asino vola.

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