Silenzio di Gucciardi sulle sorti del Piemonte ma:"Si faccia piena luce sull'incendio delle ambulanze"

Silenzio di Gucciardi sulle sorti del Piemonte ma:”Si faccia piena luce sull’incendio delle ambulanze”

Rosaria Brancato

Silenzio di Gucciardi sulle sorti del Piemonte ma:”Si faccia piena luce sull’incendio delle ambulanze”

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giovedì 24 Settembre 2015 - 12:52

In un clima incandescente la vicenda Piemonte,dopo l'incendio di 2 ambulanze, si fa sempre più inquietante. Da Palermo nessuna risposta dall'assessore Gucciardi sulle sorti del nosocomio. Nel frattempo l'unico atto concreto è la delibera di Vullo che porterà allo smantellamento entro un mese. "Si faccia piena luce sull'incendio-commenta l'assessore alla sanità- a Vullo la mia piena solidarietà".

L’incendio doloso di 2 ambulanze del Piemonte, nel corso della notte, è un episodio che inquieta e che rende drammatico un clima già avvelenato.

Da quanto accaduto emerge un solo dato: i riflettori devono restare accesi ed il silenzio dell’assessore regionale Baldo Gucciardi che il 7 settembre, a conclusione del vertice in Prefettura, aveva annunciato “risposte entro pochi giorni”, è allarmante. Siamo a meno 7 giorni dall’inizio dello smantellamento del Piemonte, il direttore generale del Papardo Michele Vullo sta procedendo come un caterpillar con accorpamenti e chiusure (ed entro il 1 novembre avrà chiuso il nosocomio), il ddl sulla fusione Piemonte-Neurolesi giace all’Ars, ma in un clima di totale confusione l’assessore Gucciardi non pronuncia verbo ufficiale sulle sorti del presidio. Non è affatto rassicurante per i cittadini non sapere quel che sta accadendo, anche perché finora l’unico dato reale, concreto, immediato, sotto gli occhi di tutti è lo smantellamento. Il resto, ovvero i progetti, le soluzioni, sono al momento solo dichiarazioni d’intenti, non ci sono atti ufficiali che attestino la decisione della Regione di procedere da subito verso un percorso piuttosto che verso un altro.

Con l’incendio doloso di 2 ambulanze si avvelenano i pozzi. Ad inquietare ancora di più uno scenario già devastato è il fatto che non ci sia un sistema di videosorveglianza. Nessuno tra medici e infermieri di turno ha visto nulla, e per poco non si è trasformata in tragedia. Se sulle sorti del nosocomio Gucciardi non ha ancora sciolto le riserve, l’assessore interviene invece sull’incendio: “ è un episodio che inquieta e preoccupa, sul quale è indispensabile fare piena luce. Al direttore generale Michele Vullo va la mia piena solidarietà. Sono certo che la magistratura e le forze dell’ordine riusciranno a chiarire i contorni di ciò che è accaduto: per quel che ci riguarda avvieremo tutte le disposizioni necessarie e la struttura sanitaria fornirà la massima collaborazione agli inquirenti”.

Messina pretende risposte e soprattutto risposte chiare. Giocare con le parole, con i tempi, con le ambiguità non è più consentibile a nessuno. Il manager Vullo ha firmato una delibera che rappresenta “l’esecuzione” del Piemonte, la sentenza di condanna e la sta portando avanti mentre intorno ci sono soltanto rassicurazioni verbali su una salvezza che oggi, 24 settembre, non ha un solo atto ufficiale.

Hanno ragione i deputati M5S Valentina Zafara e Francesco D’Uva quando scrivono: “Ormai non ci chiediamo più chi stia dicendo la verità ai messinesi, ma chi stia mentendo di più. Ci troviamo di fronte a un disegno preordinato di chiusura dell'ospedale, agevolmente confutabile, punto per punto, e ad una interpretazione ‘pro domo sua’ della normativa. Con il termine ‘salvare’ si prendono in giro i messinesi senza che nessuno abbia fatto finora piena luce sulla reale natura giuridica del presidio derivante dall'accorpamento e su come questo processo dovrà avvenire. Emerge la chiara volontà di un sistema politico-affaristico che ha progressivamente indebolito un ospedale pubblico, causando deliberatamente tagli a livello strutturale, di organico e assistenziali, con l’unico scopo di spianare la strada ai paladini di un vuoto ‘salvataggio’ del pronto soccorso.”

In questo clima di generale confusione, nella quale non si sa cosa abbiano detto i tecnici dell’assessorato regionale alla sanità né quale sia il responso definitivo di Gucciardi né i dettagli che riguardano l’eventuale “triangolo” con Asp o Policlinico ipotizzato nel corso dell’incontro con il ministro Lorenzi, né si sa se esistano atti nero su bianco, l’incendio è il punto massimo di tensione.

“E’ un fatto inquietante- commenta il segretario generale della Cisl Tonino Genovese- che alimenta le preoccupazioni e fa capire che i riflettori devono stare accesi. Noi temiamo che sul Piemonte si stia scrivendo la parola FINE. Possiamo solo auspicare che gli interessi di parte vengano accantonati e che ci si preoccupi solo del diritto alla salute. Quanto alle recenti notizie sull’accorpamento mi chiedo, a proposito della joint venture tra Neurolesi, Piemonte e Policlinico in che modo possa essere realizzata sotto il profilo dei dettagli organizzativi e delle risorse. Finora le dichiarazioni di Gucciardi restano tali e cozzano con gli atti ufficiali di Vullo”.

A proposito dell’incendio il D.G. del Papardo-Piemonte fa intendere che non si farà intimorire e che continuerà nel percorso avviato in base alla normativa nazionale (il decreto Balduzzi) e il piano di riordino della rete ospedaliera del 2015. E’ stato inoltre lo stesso Gucciardi a richiedere a tutte le aziende sanitarie dell’isola la riorganizzazione dei presidi entro il 30 settembre.

Sull’attentato interviene Marcello Minasi, presidente del Comitato Piemonte che collega l’accaduto al clima di dismissione “sapientemente pilotato da una regia occulta, che ha operato in funzione di interessi che richiedevano lo smantellamento della struttura. Esprimiamo sconcerto per il comportamento ambiguo dell’ass.re Gucciardi, e gli chiediamo di ripristinare il ritorno alle regole più volte calpestate dal Direttore Generale del Papardo-Piemonte, chiedendone l’immediata rimozione così come la revoca dell’intempestiva delibera n° 602/DG del 16 settembre. che sancisce la chiusura dell’Ospedale. Stigmatizziamo l’eccessivo ricorso dell’Azienda a provvedimenti disciplinari inoltrati da una commissione impropriamente creata per il controllo delle opinioni espresse dai dipendenti nei social network. Ciò autorizza il sospetto che questi provvedimenti disciplinari siano funzionali ad una sorta di controllo del dissenso interno all’azienda”.

Sul percorso portato avanti da Vullo interviene anche il sindaco Accorinti: “Alla luce delle recenti dichiarazioni dell’assessore Gucciardi e considerato che, ad oggi, nessun documento formale proveniente dalla Regione modificherebbe il percorso previsto dal dg Vullo, esprimo parere negativo sulla delibera, motivandolo con le conseguenze derivanti dal provvedimento, ovvero le condizioni di criticità e di estremo pericolo cui verrebbero esposti gli abitanti di un’ampia area della città, a causa dell’improvvisa chiusura di un Pronto Soccorso che registra più di 30.000 accessi/anno che andrebbero a riversarsi sul P.S. del Policlinico. La Regione dovrà vanificare e/o modificare quanto programmato nella delibera di Vullo fornendo precisi riferimenti sulle modifiche da adottare, su eventuali finanziamenti e sulla rimodulazione delle piante organiche. I tempi promessi dall’Assessore erano brevi ma altrettanto brevi dovranno essere gli adempimenti atti a garantire gli adeguamenti Poco importano le alchimie politiche ed i salvatori della patria”.

A distanza quasi 20 giorni dal vertice in Prefettura e a meno di una settimana dall’avvio dell’operazione chiusura del Piemonte, e dopo l’avvertimento di questa notte appare non più rinviabile quanto meno un’indicazione da parte dell’assessore Gucciardi. Probabilmente, da politico, quando dichiara “entro pochi giorni vi dirò come salvare il pronto soccorso”, ha una diversa concezione del tempo. Ma da cittadini assistere impotenti ad uno smantellamento pezzo per pezzo mentre a Palermo non si muove foglia ed il percorso del ddl non è ancora allo start, non è tollerabile.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. Chiamare il Piemonte un ospedale è un eufemismo dato che di ospedale ha solo le insegne già da diversi anni. Che cosa vogliamo salvare ?

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  2. Chiamare il Piemonte un ospedale è un eufemismo dato che di ospedale ha solo le insegne già da diversi anni. Che cosa vogliamo salvare ?

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