Politica e voto di scambio. Ardizzone: "Bisogna ripartire dall’etica"

Politica e voto di scambio. Ardizzone: “Bisogna ripartire dall’etica”

Politica e voto di scambio. Ardizzone: “Bisogna ripartire dall’etica”

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sabato 02 Settembre 2017 - 14:41

Un convegno organizzato dall'associazione studentesca Artù dal titolo "Etica politica e voto di scambio". Tra i relatori il Presidente dell'ARS Ardizzone, Mons. Cesare Di Pietro e il professore di diritto Fiandaca.

"La politica spesso si limita a legiferare e porre tutto su base sanzionatoria. Questo non risolve completamente il problema. Bisogna intervenire preventivamente agendo sull’etica che genera il buon operare della politica”. A dirlo è il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, che ha partecipato oggi al convegno ‘Etica politica e voto di scambio’, organizzato dall’associazione universitaria Artu, svoltosi questa mattina nella sala Consulta della Camera di Commercio di Messina. Insieme ad Ardizzone hanno partecipato al convegno anche Mons. Cesare Di Pietro, Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Messina e il professore Giovanni Fiandaca, ordinario di Diritto Penale dell'Università di Palermo.

I lavori, che hanno visto la partecipazione di numerosissimi universitari, sono stati introdotti daAlessandro Arena, segretario dell’associazione Artu e da Simone Giuliano, consigliere al dipartimento di Giurisprudenza e moderati dal giornalista Antonio Siracusano, dopo il saluto del presidente del sodalizio Giuseppe Ziino.

L’etica – ha continuato Ardizzone – si forma in primo luogo in famiglia, insegna a non avere comportamenti illeciti, non solo perché c’è una sanzione, ma perché non è onesto compierli: lo dice la nostra coscienza. La nuoa legge entrata in vigore nel mese di agosto, sullo scambio elettorale politico mafioso, – aggiunge – ha inasprito ulteriormente le pene. Questo deve fare riflettere. Se il voto non è libero si rende servo il cittadino. Attivare i principi fondanti della nostra Costituzione, a cominciare dal diritto al lavoro, è il primo passaggio per, appunto, rendere il cittadino libero. Per fortuna – osserva il presidente dell’Ars – le nuove generazioni si avvicinano sempre meno a queste forme di cattiva politica. Questo ci fa guardare con ottimismo al futuro”.

Monsignor Di Pietro, nel suo intervento, ha ricordato, tra l’altro, gli insegnamenti di Giorgio La Pira, rammentando che “la città è un organismo di esseri viventi; le città hanno volto e anime non sono solo costruzioni di pietra. Già per questo dovremmo rispettare la nostra terra, la nostra città e non bisogna fuggire da essa”. Il vicario ha spiegato che si tratta non solo di fuga fisica, ma di fuga dai problemi della comunità; "bisogna invece affrontarli – ha esortato – ognuno offrendo il proprio contributo, creando, come diceva il Cardinale Carlo Maria Martini, quelle reti di relazioni che si coagulano in amicizia e accoglienza. La politica – ha concluso monsignor Di Pietro – è attuazione del bene comune che genera il progresso del cittadini. Dobbiamo tutti lavorare insieme con la coscienza di fare il meglio”.

Il professore Fiandaca, infine, si è soffermato sull’analisi e applicazione della nuoa legge sul voto di scambio, “che non riguarda solo chi esercita voto di scambio, ma anche chi invita a farlo, ma ha anche evidenziato come il penale non può bastare come unica risoluzione. Esistono – ha spiegato – radici sociologiche legate al territorio e un ruolo importante dovrebbero avere le agenzie educative. Etica e politica – ha continuato il docente di diritto penale – dovrebbero quanto più possibile coincidere ma non è spesso così” e, citando il filosofo Max Weber, il docente divide l’etica della convenzione da quella della responsabilità. Bisognerebbe – ha concluso – sempre bilanciare l’idealismo dei princìpi e il relativo delle conseguenze è questo l’affascinante volto demoniaco della politica, politica che deve contraddistinguersi per passione; sentimento responsabile e lungimiranza”.

2 commenti

  1. Abbiamo da anni fior di deputati all’Ars messinesi, che non sono in grado (o non vogliono) di far nulla di concreto per la città di Messina.
    Si svegliano ogni volta un mese prima delle elezioni, per addormentarsi subito dopo essere stati rieletti.

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  2. Bisogna eleggere politici che hanno etica ,lealtà e onestà .
    Sopratutto aver rispetto per chi li ha votati e rispettare il programma del lavoro promesso al Popolo.Il resto è solo poesia.

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