Cittadini e tecnici a confronto sull'impatto ambientale della centrale Snam. Cocivera lancia una proposta

Cittadini e tecnici a confronto sull’impatto ambientale della centrale Snam. Cocivera lancia una proposta

Eleonora Corace

Cittadini e tecnici a confronto sull’impatto ambientale della centrale Snam. Cocivera lancia una proposta

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martedì 12 Giugno 2012 - 15:58

Stamattina la centrale Snam Rete Gas di Faro Superiore ha aperto le porte a stampa e residenti in occasione del sopraluogo della quinta commissione consiliare presieduta dal consilgliere del Pdl, che chiederà all’Arpa l’istallazione di centraline fisse di monitoraggio. Gallery di Sturiale

Tra dubbi e grafici. L’associazione “Il lanternino” stamattina si è confrontata con i rappresentanti della Snam Rete Gas. I cittadini, hanno esposto le loro preoccupazioni sull’impatto ambientale dell’impianto e le ricadute sulla salute dei residenti. Inoltre, il problema delle opere compensative ha messo in luce delle inadempienze amministrative. Andiamo per ordine. Il presidente dell’associazione Giuseppe Mancuso ha espresso dubbi sulla sicurezza dell’impianto: “L’anno scorso si sono verificati due incendi e le case sono troppo vicine”. Inoltre turba i sogni dei residenti l’ansia per il notevole incremento di casi di tumore e malattie respiratorie, soprattutto allergie e asma. E’ stata segnalata, infine, una strana malattia delle piante, che ingialliscono e muoiono, fenomeno molto simile a quello che succede nell’area di Milazzo. Ha risposto, per conto della Snam, l’ingegnere Maurizio Zangrandi, responsabile nazionale degli impianti. Facendo notare che l’azienda è obbligata per legge a mantenere i massimi livelli di sicurezza, ha affermato che la centrale di Faro Superiore è a norma, essendo uscita indenne anche dai rilevamenti Arpa. Il responsabile commenta: “ Chi vende la bombola di gas sotto casa è più pericoloso di noi”.

Il presidente della V commissione consiliare Giovanni Crocivera si è impegnato a richiedere all’Arpa l’installazione di centraline per il costante monitoraggio delle polveri sottili. Ma i membri del “Lanternino” hanno sollevato anche altri problemi. Se per quanto riguarda le case pare sia tutto in regola, sono state costruite dopo il 1980, anno di istallazione della centrale, e a detta dei tecnici si trovano ad una distanza sufficiente, un capitolo a parte è quello delle opere di compensazione. Queste dovrebbero essere degli interventi fatti per sopperire all’impatto ambientale di un simile impianto. Il presidente Mancuso porta l’esempio di Poggio Renatico, dove per compensare all’istallazione di un metanodotto è stato realizzato un parco. E anche da noi, in effetti, la Snam aveva stanziato dieci milioni di euro, che però non sono mai stati utilizzati. Poiché considerati pochi per fare un parco, racconta Mancuso, l’assessore all’arredo urbano Elvira Amata li ha dirottati per dei giochi nel centro cittadino.

A ciò si aggiunge la mancanza di vie di fuga in caso di calamità, un problema che, come fa notare l’assessore Giorgio Musolino , non è solo della zona immediatamente a ridosso della centrale, in quanto tutta la strada per salire a Faro Superiore è un budello privo di vie di fuga. La prima autorizzazione per costruire l’impianto risale al 1980, quando il vincolo di “area di interesse paesaggistico” che ne impediva nei fatti la realizzazione, fu scavalcato in quanto opera di interesse nazionale. La centrale raccoglie, infatti, il gas che proviene da Libia e Algeria per irrogarlo nel resto del paese. I membri dell’associazione “Il Lanternino”, che hanno avuto la possibilità di visitare gli impianti, chiedono però maggiori riguardi. “Non siamo figli di un Dio minore”, dicono. (Eleonora Corace)

Un commento

  1. Chi è arrivato prima, la snam oppure i palazzinari che hanno costruito sulle colline dove un tempo non troppo lontano c’erano i vigneti di zibibbo?

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