L’esponente del Civico Consesso ed il Movimento che rappresenta in Aula si dicono preoccupati per la delibera predisposta dall'Assessore al Bilancio con la quale è stato chiesto a ciascun dirigente di garantire il recupero del 36% sui singoli servizi. Quel provvedimento , però, è già stato modificato
In vista della seduta della VI commissione consiliare , che si terrà domani con all’ordine del giorno le problematiche relative al vincolo di compartecipazione in misura del 36% dei servizi a domanda individuale, interviene la consigliera di “Cambiamo Messina dal Basso” Ivana Risitano, che prende le distanze dalla assessore al bilancio Guido Signorino .
L’esponente del Civico Consesso ed il Movimento che rappresenta in Aula si dicono preoccupati per la delibera predisposta dall'Assessore al Bilancio con la quale è stato chiesto a ciascun dirigente di garantire il recupero del 36% sui singoli servizi.
Ivana Risitano ed il Movimento “Cambiamo Messina dal Basso ricordano che «stante l'attuale normativa, il raggiungimento del 36% non riguarda il singolo servizio, ma la media di tutti i servizi sottoposti a questo vincolo». Ne discende, quindi, che «l'amministrazione può dunque scegliere come distribuire le percentuali del recupero, spostando risorse dai servizi più redditizi (i mercati, ad esempio, o la concessione degli stadi per eventi musicali) a quelli dove il recupero risulta pressoché impossibile (asili nido, mense scolastiche, campi sportivi popolari) a meno che non si alzino le tariffe ad un livello difficilmente sostenibile da molte delle fasce di popolazione a cui questi servizi sono destinati».
La consigliera Risitano e gli altri adepti del Movimento ritengono che «in accordo con la normativa nazionale (36% come risultato della sommatoria degli introiti di tutti i servizi sottoposti al vincolo), l'Amministrazione debba fare una profonda riflessione politica alla luce della quale proporre una distribuzione delle percentuali sui singoli servizi, e revocare la delibera del 29 dicembre 2015 o predisporre una circolare che metta i dirigenti in condizione di predisporre tariffe più basse, soprattutto per le fasce più svantaggiate, senza il timore di farsi responsabili di un danno erariale».
«Non si tratta, è evidente, di una mera operazione contabile: la scelta della distribuzione delle percentuali è fortemente politica, e richiede un dibattito partecipato e scelte coraggiose e condivise» continua il documento.
La delibera a cui fa riferimento la consigliera Risitano è la n. 787 del 29 dicembre 2015. Tuttavia, quel provvedimento è stato integrato con la delibera n.3 dello scorso 11 gennaio, con la quale è stato precisato che la percentuale del 36% era da intendersi complessivamente e non per ciascun servizio. Contrariamente a quello del 29 dicembre, il provvedimento non è stato presentato da Signorino ma direttamente dal sindaco Renato Accorinti, dopo essere stato predisposto dal segretario/direttore generale Antonio Le Donne, che ne anche ha attestato anche la regolarità tecnica.
La delibera 787,istruita da CAMA,è del 29 dicembre 2015,mentre la nota del Dipartimento Affari Interni e Territoriali è del 14 settembre, è evidente che l’ufficio del ragioniere non è attento alle note ministeriali. La modifica è di LE DONNE. La nota del Ministero si è resa necessaria dopo i tanti quesiti posti dai sindaci e una deliberazione della Corte dei Conti. Basta il piano esecutivo di gestione, il PEG 2016, per diversificare le % di cui si parla? A mio modesto avvisò, SI. Il PEG è uno strumento di programmazione dell’indirizzo politico della Giunta, valido più di una delibera di indirizzo. A proposito, quel Dipartimento Ministeriale ci deve ancora trasferire più di 71mln del Fondo Comunale relativo al 2015, vorrei sapere il perché.
La delibera 787,istruita da CAMA,è del 29 dicembre 2015,mentre la nota del Dipartimento Affari Interni e Territoriali è del 14 settembre, è evidente che l’ufficio del ragioniere non è attento alle note ministeriali. La modifica è di LE DONNE. La nota del Ministero si è resa necessaria dopo i tanti quesiti posti dai sindaci e una deliberazione della Corte dei Conti. Basta il piano esecutivo di gestione, il PEG 2016, per diversificare le % di cui si parla? A mio modesto avvisò, SI. Il PEG è uno strumento di programmazione dell’indirizzo politico della Giunta, valido più di una delibera di indirizzo. A proposito, quel Dipartimento Ministeriale ci deve ancora trasferire più di 71mln del Fondo Comunale relativo al 2015, vorrei sapere il perché.