Coronavirus, al cimitero col cognome del capofamiglia. «Stereotipo che ci porta indietro di 40 anni»

Coronavirus, al cimitero col cognome del capofamiglia. «Stereotipo che ci porta indietro di 40 anni»

Redazione

Coronavirus, al cimitero col cognome del capofamiglia. «Stereotipo che ci porta indietro di 40 anni»

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domenica 10 Maggio 2020 - 08:00

La consigliera di parità Mariella Crisafulli scrive al sindaco De Luca e all'assessora Previti. «La parità di genere passa anche attraverso il linguaggio»

Una lettera indirizzata al sindaco di Messina Cateno De Luca e all’assessore alle Pari Opportunità Carlotta Previti. La firma in calce è di Mariella Crisafulli, consigliera provinciale di Parità, che mette sotto la lente di ingrandimento le modalità di accesso nei cimiteri cittadini in questa fase 2 del Coronavirus. Ad attirare l’attenzione il fatto che l’ingresso in ordine alfabetico si riferisce al cognome del capofamiglia. Una regola che in realtà non è stata scritta nell’ordinanza di riapertura dei cimiteri ma che a quanto pare è utilizzata per regolare gli accessi.

La lettera

«Ho letto dalla stampa che l’accesso al cimitero di Messina è disciplinato dalla lettera del cognome del capofamiglia: una parola che ci riporta indietro di oltre 40 anni, un concetto di altri tempi, quando l’Italia rispettava ancora la norma contenuta nell’art. 144 del Codice civile, che prevedeva il ruolo di capofamiglia e lo attribuiva al marito. Come sappiamo la norma è stata abrogata dalla legge 19 maggio 1975, n. 151 con la Riforma del diritto di Famiglia. Mentre in primo tempo la qualifica di capofamiglia era stata mantenuta ai soli fini anagrafici, è stata definitivamente soppressa nel lontano 1989 con il DPR 30 maggio, n.223.

Continuare ad usare la parola capofamiglia, pertanto, attraverso i documenti ufficiali di una amministrazione, comunicandolo poi alle masse tramite i mezzi di informazione, ci mette davanti all’evidenza che, a parte i cambiamenti del codice civile, non si tiene in considerazione l’evoluzione della società.

Il capofamiglia

Come Consigliera di parità della Città Metropolitana di Messina, quale figura istituzionale di promozione delle pari opportunità, di contrasto alle discriminazioni di genere, non posso non rilevare che la parità di genere passi anche attraverso il linguaggio che deve riconoscere, ma anche creare le condizioni di un cambiamento sul piano culturale e sociale.

Pertanto, auspicherei per il futuro una maggiore attenzione nelle varie forme di comunicazione, che deve essere attenta, corretta e consapevole, utilizzando termini inclusivi che non facciano cadere negli stereotipi».

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16 commenti

  1. non vedo cosa ci sia di male a riferirsi al capofamiglia, alla famiglia tradizionale. Questa è una polemica vetero-femminista priva di senso, specie i questi giorni. Se si ha livore contro il genere maschile, non è di interesse o di utilità alla collettività.

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  2. Ci avrei scommesso. Allentata la paura e la tensione per il Coronavirus, puntuali, rispuntano articoli inutili e polemici come questo. Da donna me ne vergogno

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  3. Buongiorno, ma la signora consigliera non ha cose più importanti da fare a quanto pare, l’obiettivo era contingentare gli ingressi e se non sbaglio ha funzionato. Ma purtroppo qualcuno che fa appunti ci deve essere. Faccia invece qualche proposta per aiutare la cittadinanza che sta vivendo una tragedia. Magari aiutando qualche donna sola che sta soffrendo insieme ai figli. Buongiorno spero nel tempo di sentire ancora intervenire per cose importanti qiesta consigliera.

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  4. “Le parole sono tutto quello che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste.”

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    1. Il suo è un bellissimo commento.

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  5. Giovanni Sturniolo 10 Maggio 2020 12:57

    Ma la consigliera ,non avi autru cuffari, cioè ci stiamo appiccicando su niente….u pocu cuffari ie

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  6. Leggendo i vostri commenti presumo che a voi vada bene per partito preso; continuate pure tanto quando finirà tutto vi sveglierete ma sarà ormai troppo tardi. Gli ultimi due mesi mi sono sembrati quelli della favola “Il pifferaio magico”;continuate ad osannarli bravi bene bis

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    1. Rispondo a PAOLO
      Invece tu per partito preso ti associ a qualsiasi cosa purché vada contro coloro che in questi ultimi tempi si sono spesi per il bene dei cittadini. Questo perché non hai argomenti e quindi, purché sia contro, tutto fa brodo!

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    2. C’è chi per partito preso e per mancanza di argomenti, si accoda pure alle assurdità pur di andare contro corrente

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  7. Non ci credo…pure questa! Esistono consiglieri che fanno di queste stupidaggini un caso di stato? Mi viene da piangere al pensiero di essere nelle mani di queste persone. E volevamo vincere la guerra!

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  8. Ma forse la redazione ci ha fatto uno scherzo?
    Ma questa signora ha scritto veramente questa lettera?
    In un momento come questo in cui l’Italia piange 30.000 e le famiglie sono sul lastrico, la signora pensa di dare il suo alto contributo alla cittadinanza con questa lettera?
    Io mi chiedo, ma negli ultimi 3 mesi questa signora dove ha vissuto?

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  9. Ci sono cose più importanti degli stereotipi di cui parla la consigliera. Piuttosto di fare polemiche sterili improntate solo sulla politica sarebbe più utile e conveniente che la consigliera facciauna sana e costruttiva opposizione al fine di risollevare la nostra città. In fin dei conti deve fare solo ciò per cui è stata eletta.

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  10. In casa mia il capofamiglia è mia moglie.

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  11. La donna non “vorrebbe” parità con l’uomo? Il CONDIZIONALE è d’obbligo…. Il lockdown non ESCLUDE che non si RISPETTINO le leggi. Se la lettera scritta dalla suddetta consigliera avesse disturbato soltanto gli uomini non mi sarei meravigliata più di tanto, ma che siano anche delle donne a contestare la cosa mi stupisce. Non ci meravigliamo quando leggiamo certi articoli sulle donne, mi verrebbe da dire (molto a malincuore) che molte se la cercano.

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    1. Brava Claudia. Speriamo di riuscire, in qualche maniera, di bloccare il modo di gestire con il cognome del capo famiglia l’ingresso al cimitero. Un modo obbrobrioso e offensivo per la dignità di tutte le donne. Propongo, per protesta, a tutte le donne di non recarsi al cimitero con qualche fiore per onorare la memoria dei nostri cari defunti (tanto loro capiranno e approveranno la nostra scelta), e poi, quanto sarà possibile, di organizzare una petizione contro questa decisione e di organizzare una manifestazione mondiale di tutti i movimenti vetero-femministi. Questa proposta “maschilista” non può cancellare 40 anni di dura lotta femminista. Facendo così, nessuno potrà mai dire che “ce la siamo cercata”

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  12. Franco Cardile 11 Maggio 2020 12:58

    e’ ormai tanto tempo che non riesco ad esprimere un gradimento ai commenti tramite i…pollici. Perche’ non risolvete il difetto?

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