Coronavirus Messina. Volontariato e protezione civile durante la pandemia

Coronavirus Messina. Volontariato e protezione civile durante la pandemia

Redazione

Coronavirus Messina. Volontariato e protezione civile durante la pandemia

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sabato 31 Ottobre 2020 - 07:00

Incremento di volontari alla loro prima esperienza in misura pari al 20% con una quota di volontari sotto i 35 anni pari al 48,7%

“Le attività di volontariato svolte durante la delicata fase sanitaria attualmente vissuta sono state diverse e si sono ovviamente evolute nel corso dell’emergenza. Da subito, le associazioni sono state impegnate a supporto degli uffici frontalieri della sanità marittima e territoriale, negli aeroporti, per le attività di screening attraverso la rilevazione della temperatura ai passeggeri in arrivo. Con il propagarsi del contagio le attività in ambito sanitario sono aumentate, spaziando dall’assistenza, anche da remoto, alle persone positive o in isolamento fiduciario alla distribuzione di generi di prima necessità, come farmaci e cibo o dispositivi di protezione individuale”.

Il presidente della VII commissione consiliare, Dino Bramanti, ne ha parlato nel corso di una seduta sull’organizzazione del volontariato e della protezione civile nella fase pandemica.

“La maggior parte delle persone che hanno richiesto l’intervento dei volontari sono stati soggetti anziani ma anche vittime di violenza di genere, che spesso hanno richiesto assistenza o supporto psicologico. A parte i volontari della Protezione Civile abbiamo visto in azione tante associazioni del terzo settore e singoli cittadini che, volontariamente, hanno messo il loro tempo e le loro competenze a disposizione degli altri, in modo gratuito, coinvolgendo anche medici, infermieri, logisti, psicologi, ciascuno con la propria professionalità e ruolo. Ad oggi, i volontari di protezione civile, sia a livello nazionale che locale, hanno complessivamente prestato circa un milione di giornate/uomo di attività e si stima che nel complesso i volontari singoli coinvolti siano stati circa 250mila. Nel corso della riunione è emerso qualche dato a tal proposito: durante la fase pandemica si è registrato un significativo incremento di volontari alla loro prima esperienza in misura pari al 20% con una quota di volontari sotto i 35 anni pari al 48,7%. Anche nelle strutture comunali di coordinamento dell’emergenza, i volontari sono stati attivi nelle attività di assistenza alla popolazione, seppur con delle difficoltà di raccordo con il Comune legate principalmente alla mancanza di reale coinvolgimento dell’ente pubblico, di coinvolgimento da parte delle imprese o di scarso impatto delle attività svolte. E’ emerso chiaramente che nell’emergenza si raccoglie quanto si è seminato con le relazioni e i progetti coltivati negli anni precedenti. A prescindere dall’Associazione e dallo scopo che essa persegue, il volontariato è molto importante nella società in cui viviamo soprattutto in una situazione come quella che ci ha portato ad affrontare il coronavirus. Questo vale per il volontariato di Protezione Civile, struttura operativa del nostro sistema, ma più in generale per l’intero terzo settore. La grande voglia di fare volontariato emersa nella cittadinanza è cresciuta proprio grazie al ritrovarsi in una situazione di difficoltà condivisa – conclude Bramanti – questo genera solidarietà ed empatia ed ha spinto, in questa delicata fase emergenziale, numerose persone a mettersi in gioco e investire il proprio tempo per aiutare il prossimo. Proprio la grande disponibilità di volontari pronti ad impegnarsi nell’emergenza è stata la vera sorpresa positiva di questo drammatico periodo che stiamo vivendo, ricordandoci ancora una volta che il mondo del volontariato è un patrimonio per il nostro Paese, ma che, proprio per questo, va organizzato e coordinato al meglio dalle Istituzioni territoriali”.

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