Anoressica dopo aver subito uno stupro, il branco la risarcisca

Anoressica dopo aver subito uno stupro, il branco la risarcisca

Anoressica dopo aver subito uno stupro, il branco la risarcisca

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mercoledì 17 Ottobre 2012 - 20:42

La Corte di Cassazione ha emesso l'importante sentenza sul caso di una ragazza violentata dal branco su uno yacht ormeggiato alle isole Eolie. I violentatori dovranno ora risarcire la vittima diventata anoressica a seguito del forte trauma subito.

La particolare brutalità di uno stupro effettuato da più violentatori su una stessa vittima, rende “prevedibile” un effetto dannoso sulla psicopatologia di chi subisce la violenza. Per questo il ‘branco’ deve risarcire anche questo tipo di “lesione gravissima” manifestata dalla vittima in conseguenza del trauma patito.

Lo sottolinea la Cassazione nella sentenza 40565 che ha confermato la condanna al risarcimento di una “sindrome di grave anoressia nervosa”, probabilmente “insanabile”, sviluppata da una diciottenne violentata da tre ragazzi che l’avevano fatta ubriacare durante una festa a bordo di uno yacht nelle Isole Eolie.

Uno degli imputati ha contestato, innanzi alla Suprema Corte, la condanna al risarcimento dell’anoressia della quale aveva sofferto la giovane violentata dopo il trauma della violenza di gruppo. I supremi giudici hanno replicato che c’è un “collegamento” tra “il grave reato subito e la modifica esistenziale manifestata dalla persona offesa, caratterizzatasi da un quadro psicopatologico di grave anoressia nervosa”.

Ad avviso dei supremi giudici un ‘danno collaterale’ come quello dell’anoressia, è una “conseguenza non voluta” del reato di stupro commesso in gruppo che la rende “quanto meno prevedibile” nella mente dei “soggetti attivi”, per la “particolare brutalità dell’approfittamento posto in essere” nei confronti di una vittima per di più molto giovane, come in questo caso.

Uno dei violentatori, Antonio D.N., ha tuttavia ottenuto, dalla Cassazione, la possibilità di uno sconto di pena rispetto alla condanna a quattro anni e sei mesi inflittagli dalla Corte di Appello di Messina il 31 gennaio 2011, perchè il suo comportamento è stato meno grave degli altri due complici che avevano fatto ubriacare la vittima per abusarla, mentre lui non aveva partecipato a questa parte ‘preliminare’ dello stupro. La vicenda, solo per rivalutare il trattamento sanzionatorio di Antonio D.N., sarà valutata dalla Corte di Appello di Reggio Calabria.

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