Covid, il nuovo Dcpm uccide il settore dei matrimoni. Da Messina un grido d'aiuto

Covid, il nuovo Dcpm uccide il settore dei matrimoni. Da Messina un grido d’aiuto

Francesca Stornante

Covid, il nuovo Dcpm uccide il settore dei matrimoni. Da Messina un grido d’aiuto

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sabato 17 Ottobre 2020 - 15:30

Numeri impietosi di una crisi che coinvolge migliaia di lavoratori. IL consigliere comunale Nino Interdonato e il consigliere della V circoscrizione Franco Laimo consegnano un'analisi che non si può ignorare

Matrimoni rinviati, annullati o celebrati senza feste. Con un intero settore che nel giro di 24 ore è ripiombato in un incubo peggiore di quello del lockdown. Il Nuovo Dpcm emanato dal Presidente del Consiglio Conte, rischia di mandare letteralmente in fallimento l’intero settore del wedding, della banchettistica e catering. Ad accendere i riflettori sulla vicenda sono il vice presidente del Consiglio Comunale di Messina Nino Interdonato ed il consigliere della V Municipalità Franco Laimo, che hanno immediatamente scritto al Presidente della Regione Sicilia Musumeci, spiegando dettagliatamente le discrasie dell’ultimo provvedimento varato dal Governo Nazionale.

Il nuovo Dpcm pesa come un macigno sulla testa di un milione di occupati, di cui 700 mila solo stagionali, la cui unica fonte di sostentamento è il lavoro nel settore matrimoni ed eventi, a livello nazionale. Secondo le stime, nel 2020 in Italia erano stati programmati 219.405 matrimoni di cui 210.258 italiani e 9.147 stranieri, con un fatturato diretto complessivo di 10 miliardi, che si dovevano dividere tra 7,3 miliardi circa per i matrimoni italiani e 2,7 miliardi per i matrimoni stranieri. Tantissime le date poi annullate o rimandate al 2021.

Poi durante l’inizio estate si è registrata una tiepida ripresa del settore non soltanto dei matrimoni, ma anche lauree e feste di Ccmpleanno, anche di coloro che durante il lockdown non avevano potuto festeggiare.

Oggi però, dopo il DPCM varato da Conte, anche a Messina vi è tanta preoccupazione: tanti i banchetti annullati in un solo giorno dall’entrata in vigore del provvedimento che ricordiamo permette per i matrimoni, comunioni o battesimi, di poter festeggiare per un numero assolutamente non superiore a 30 invitati.

Una vera e propria beffa, anche secondo i consiglieri Interdonato e Laimo: «Non vi è alcuna coerenza all’interno del DPCM, poiché in un ristorante alla carta o in una pizzeria si può stare anche in un centinaio di persone sedute ai tavoli (totalmente sconosciute tra di loro), mentre per un banchetto che sia di matrimonio o altro festeggiamento, non più di trenta persone per evento, senza però considerare le dimensioni della sala di ricevimenti.

Si possono fare fiere e congressi, o viaggi in 200 in un aereo seduti l’uno accanto all’altro, o in un bus stracolmo, ma non è possibile festeggiare fra parenti ed amici, magari in una sala con capienza al chiuso di 350 persone, dove secondo il Governo conte il limite massimo è così 30 persone».

Ulteriore beffa dopo che Nello Musumeci, unico tra i governatori regionali, ha erogato, qualche settimana fa, il “Bonus matrimonio”, con il virtuoso obiettivo di incentivare gli innamorati a organizzare i festeggiamenti del loro giorno del “sì”, con un bonus fino a tremila euro in base al reddito delle due famiglie degli sposi.

Celle frigorifere stracolme di cibi per i matrimoni ed eventi di questo weekend, migliaia di fiori freschi, acquistati per diventare splendidi addobbi, ma adesso destinati ad appassire nel silenzio. Soltanto nelle prime 24 ore dalla firma del nuovo Dpcm tutti gli operatori della filiera hanno ricevuto disdette da parte degli sposi, fortemente scoraggiati all’idea di festeggiare il giorno più bello della loro vita, circondati da un’atmosfera di terrore. Un colpo ancora più duro di quello dell’inizio della pandemia, da parte del Governo centrale, che sembra non solo essere sordo alle richieste di aiuto di tutto il settore, ma soprattutto cieco al contesto generale. Dopo il lungo lockdown, ed il successivo timido tentativo di ripartenza da parte delle aziende, queste ulteriori restrizioni avranno come unico risultato la celebrazione del funerale dell’intera filiera.

Altre discrepanze poi in merito agli orari di chiusura dei locali ed impossibilità di sostare davanti quei locali che non possono somministrare ai tavoli (poiché non dotati di spazi adeguatamente idonei alla somministrazione); nonostante le misure preventive i proprietari di tali locali si ritroveranno costretti ad abbassare le saracinesche alle 21 o alle 24. Occorre sicuramente rispettare tutte le misure di prevenzionea diciamo pure che l’economia locale e nazionale è davvero a rischio, e se non si adotteranno delle misure correttive non basteranno bonus o lotterie o casse integrazioni in deroga per riprendersi da un tracollo che va ben oltre un virus.

2 commenti

  1. Per risolvere il problema possiamo chiedere ai nostri figli se fanno il disegno con l’arcobaleno e la scritta “Andrà tutto bene” così lo appendiamo al balcone

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  2. 11.000 contagi al giorno non sono sufficienti ?!?!?!?

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