Covid Messina: effetto panico e corsa ai tamponi. Così va in tilt il sistema

Covid Messina: effetto panico e corsa ai tamponi. Così va in tilt il sistema

Rosaria Brancato

Covid Messina: effetto panico e corsa ai tamponi. Così va in tilt il sistema

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domenica 01 Novembre 2020 - 07:50

E' il cosiddetto "effetto Lexotan" che rischia di sovraccaricare il sistema. L'80% dei tamponi non riguarda i contatti stretti ma blocca il panico.

La seduta congiunta della V e III Commissione consiliare è avvenuta il 28 ottobre, quindi prima della CHIUSURA DI TUTTE LE SCUOLE FINO ALL’8 NOVEMBRE disposta dal sindaco De Luca, ma quanto emerso è di grande interesse e va al di là del settore scolastico. Dal dibattito e sopratutto dalle risposte del commissario emergenza covid Asp di Messina Crisicelli, si comprende il perchè il sistema sia in affanno e rischi anzi il collasso. C’è un sovraccarico che potrebbe essere evitato sia rispettando quanto previsto dalla normativa in caso di sintomi, sia usando il buon senso senza farsi prendere dal panico.

Perchè va in tilt il sistema

In Comissione sono stati presi ad esempio alcuni casi (realmente verificatisi nelle scuole cittadine) per capire come basti poco per fare andare in tilt un sistema (quello del tracciamento e dei tamponi) che non è particolarmente rapido di suo nel sud, ma che anche nel resto del Paese ha fatto acqua da tutte le parte. E’ stato il presidente di commissione Piero La Tona, che è anche dirigente scolastico quindi conosce bene la problematica, a portare un esempio su cosa accade quando si diffonde il panico per uno studente sospetto di essere positivo (o un genitore). Dal momento del “dubbio” fino a quando si chiude il cerchio, ovvero quando arriva la comunicazione ufficiale dell’ASP sulla positività del caso e si avvia il tracciamento, possono passare molti giorni. E nel frattempo il panico si è diffuso più velocemente del virus.

Il virus del panico

In quei 10 giorni di attesa della comunicazione ufficiale i dirigenti scolastici ed I docenti sono presi d’ assalto dei genitori che chiedono conto e ragione di quanto sta succedendo, magari accusando la scuola di non fare nulla. La Tona evidenzia che è la circolare che dispone di attendere la comunicazione ufficiale dell’Asp. Allo stesso modo accade che c’è qualche docente che, in via prudenziale, rispetto    ai   rumors    e    prima    di    avere    la comunicazione ufficiale dell’ASP, e quindi “in contrasto” con la circolare,  ha fatto rimanere  a casa la classe, e i docenti di quella classe.  Ne sono scaturite polemiche perchè ha dovuto spiegare cosa accaduto e si è creata violazione di privacy oltre che caos per le differenze nell’affrontare le stesse criticità.

Un caso concreto

La Tona ha raccontato un caso concreto di un’alunna che non veniva a scuola dal 15 ottobre. I rumors sostenevano che avesse il covid ma la comunicazione ufficiale dell’Asp è arrivata il 26 ottobre, quindi 11 giorni dopo. A quanto pare era uno dei genitori ad essere positivo, ma l’ufficialità anche della figlia è arrivata il 26 ottobre e con la nota dell’Asp si chiedeva il tracciamento dei contatti dell’alunna nei giorni del 15 e del 14 ottobre, quindi tra gli 11 e 12 giorni prima.

Come funziona il tracciamento

Il commissario emergenza Asp ha spiegato che sotto il profilo sanitario le condizioni si possono dire solo dal momento in cui si ESEGUE il tampone. Solo da quel momento si ha l’ufficialità della positività. Se uno studente  non va a scuola perché ha una tonsillite o un mal di denti e sta casa 10 giorni, l’Asp non ha alcun motivo di andare a eseguire il tampone. Allo stesso modo quando si ha un convivente positivo si va dapprima in isolamento fiduciario e si tracciano I contatti stretti del convivente nelle 48 ore precedenti al tampone o ai sintomi. Se in quei due giorni antecedenti lo studente figlio del positive non ha frequentato la scuola,  per  loro  la  scuola  non  è  un  contatto efficace, efficiente, è un contatto indiretto e non vi è motivo di creare allarme: questo è il punto di partenza.

Il sintomo punto di partenza

Nel caso in esempio si deve capire se, ad esempio, il genitore non ha avvisato subito il medico dei sintomi o non ha chiesto il tampone. Se però I sintomi erano presenti sin dal 15 ottobre è chiaro che necessariamente I contatti anche dell’alunna nelle 48 ore antecendenti I contatti stretti devono essere tracciati ed avvisati, quindi il 14 e 13 ottobre.

L’indagine epidemiologica

“Si fa l’indagine epidemiologica, si vede se il genitore ha figli in età scolare e così si prosegue. Non si può parlare in atto di una mala gestione o di confusione. Il problema è la data del tampone, la data in   cui   arriva   il   referto   e   fanno   l‘indagine epidemiologica solitamente entro le 24 ore; riescono a farlo anche se chiaramente dipende da una serie di fattori concatenati che non dipendono dalla loro volontà”.

Per la scuola doppio tampone

Anzi, spiega Crisicelli che per la scuola è stata applicata una procedura ancora più attenta. La norma generale prevede che le persone vengano isolate e si faccia il tampone al 10º giorno oppure al 14º giorno. Per   la   scuola   hanno   fatto   un   lavoro doppio, perché fanno il tampone all’inizio, subito, ed anche al 10º giorno. Quindi il primo al momento 0 per capire se l’alunno ha potuto infettare altri alunni, ed il secondo al 10° giorno.

Più casi ma stesso personale

Se I tempi sono lunghi è perchè il sistema si sta sovraccaricando anche di elementi che si potrebbero evitare. Crisicelli ha , spiegato che il tracciamento dei  contatti  prioritaramente si fa sui soggetti positive. A marzo e aprile,   avevano   avuto   un massimo di 350 positivi, oggi sono arrivati a circa 900, trattati dallo stesso personale che vi era nel mese  di  marzo.

Lavoriamo 7 giorni su 7

“Agiamo entro 24 ore, lavoriamo anche sabato e Domenica. Va detto inoltre che la maggior parte degli Istituti hanno il mio numero di telefono. Spesso però non attendono la comunicazione ufficiale, e c’è chi, in modo prudenziale sospende le lezioni”. Da tempo infatti ormai ogni classe ha la sua chat, WhatsApp, con tutti i docenti, i genitori, e quindi le notizie girano in maniera vorticosa. E sono proprio queste notizie a scatenare spesso l’effetto caos.

L’effetto Lexotan

C’è un sovraccarico di lavoro. Facciamo tutti I tamponi previsti dalla circolare ma accade quello che chiamiamo effetto Lexotan, i tamponi antipanico, cioè quelli non necessari ma legati proprio al dilagare del panico. Questa  operazione  comporta  comunque una perdita di tempo, al di là della spesa anche perché fortunatamente hanno avuto in abbondanza il tampone rapido, ma è utilizzato soltanto per calmare l’effetto panico”.

Chi sono i contatti stretti

Crisicelli porta ad esempio quanto accaduto al  Tribunale  di  Patti  dove è risultato un positivo ed il giorno dopo è stato fatto il tampone a tutto il Tribunale e non solo ai contatti stretti come prevede appunto la norma. Per contatto stretto si intende una persona che è venuta a contatto con un positivo per più di 15 minuti senza dispositivi di protezione. Ma  è inutile dire queste cose perchè poi arrivano comunque migliaia di mail con richieste di tamponi. Il problema è proprio questo, il sistema si sovraccarica anche di persone che non hanno avuto contatti stretti con il soggetto risultato positivo.

80% di tamponi antipanico

In realtà, di tamponi efficaci se ne fanno il 20% rispetto alla totalità, perchè l’80% si potrebbero evitare, sono necessari, non sono contatti stretti. Hanno però un effetto antipanico, bloccano il panico”.

Le Usca e il drive in per le scuole

In attesa di sapere cosa accadrà per le scuole, se riapriranno o meno, si sente parlare  di un centro dedicato solo agli istituti scolastici. Al momento è già  attivo il drive in dedicato alle scuole, tre giorni fissi, e questo semplifica di molto le procedure. Poi, il Presidente Musumeci ha consentito alle tre Città Metropolitane di raddoppiare il numero delle USCA da 13 a 26. Sono in corso interlocuzioni con I sindaci della provincial di Messina per capire dove  allocare  le  altre  13 USCA. I mezzi ed il personale ci sono, manca solo la decisione sulla localizzazione, poi sarà creato un centro operativo unico per le scuole con un numero verde dedicato. C’è tutta una logistica da fare funzionare.

Sulla sorte delle scuole, della Dad integrale o mista, occorre attendere sia a livello nazionale che locale, ma nel frattempo il problema dell’effetto panico che sovraccarica il sistema, causando anche quelle lentezze delle quali poi ci lamentiamo, sarebbe bene anche applicare quanto previsto dalla normativa. Dobbiamo evitare quindi di mandare in tilt il sistema di tracciamento. Il panico ha conseguenze a catena.

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