Edilizia messinese al palo, nell'ultimo quinquennio quasi 7 mila posti andati in fumo

Edilizia messinese al palo, nell’ultimo quinquennio quasi 7 mila posti andati in fumo

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Edilizia messinese al palo, nell’ultimo quinquennio quasi 7 mila posti andati in fumo

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domenica 05 Ottobre 2014 - 00:29

A lanciare l'allarme è ancora una volta la Feneal Uil con una lettera aperta in cui fornisce i dati impietosi di un settore che non riesce a risollevarsi.

Il settore edile continua a piangere lacrime amare. Negli ultimi cinque anni in Italia si sono persi oltre 700 mila posti di lavoro e ovviamente la Sicilia è in cima alla classifica delle regioni che hanno sofferto più con i suoi 73 mila licenziamenti nell’ultimo quinquennio. Il dazio che Messina ha dovuto pagare a questa crisi ammonta a 6.800 posti andati in fumo. Dati drammatici, che mutano e peggiorano giorno dopo giorno e che regalano uno spaccato desolante. Ancor più inquietante pensare che, dietro l’aumento delle ditte individuali e delle partite Iva in Sicilia ed in provincia di Messina, sta prendendo sempre più piede la precarizzazione dei pochi posti di lavoro ancora esistenti, principalmente nel settore delle costruzioni, riuscendo a favorire il lavoro irregolare e il caporalato. L’emergenza ormai è conclamata da tempo, da un lato la crisi dell’edilizia si è trasformata in una palude dove lavoratori ed imprese girano a vuoto senza ottenere una ripartenza effettiva anche di piccole quote di investimenti pubblici e privati, dall’altro quel poco di lavoro ancora esistente viene organizzato in modo di evitare il più possibile la stabilizzazione dei lavoratori edili e di conseguenza tutele e diritti.

A lanciare l’allarme, l’ennesimo, è la Feneal Uil che ha scritto una lettera aperta per tornare a denunciare una situazione ormai insostenibile e per la quale finora nessuno ha mosso un dito, nonostante gli annunci. “Giornalmente ascoltiamo svariati proclami sulla fine della crisi, a livello nazionale sentiamo parlare dei possibili rimedi interventi o modifiche da apportare a leggi e leggine, ma nel concreto nulla si muove, con la sola esclusione di nuove tasse nuovi tagli e nuova burocrazia” ha scritto il segretario Pasquale De Vardo. Il sindacalista parte dall’abolizione dell’articolo 18, questione che sta surriscaldando il clima politico in queste settimane e che necessita di considerazioni approfondite e oculate. Secondo la Feneal Uil cancellare l’articolo 18 non porterà alcuna occupazione, considerando inoltre che chi veramente e seriamente vuole investire non si crea già prima il “problema” di come fare a licenziare i lavoratori e considerando ancora che negli ultimi anni in Italia pur esistendo l’art.18 i licenziamenti si contano in termini di milioni. “Cancellare i diritti dei lavoratori non significa creare occupazione, questo quindi è solo un palliativo”.

Il sindacato sferra poi un duro colpo alla politica siciliana. “La Regione Sicilia, con l’avvento del governatore rivoluzionario che non ha procurato gli effetti sperati dai più, è ferma al semaforo, i continui cambi di poltrone ed i rimpasti della giunta Regionale non portano occupazione, semmai bisognerebbe ad esempio anticipare le somme per le progettazioni di quelle opere edili finanziate dalla Unione Europea, di cui si rischia concretamente di perdere i consistenti ed ingenti finanziamenti per svariati milioni di euro e di conseguenza migliaia di posti di lavoro, che per la maggiore andrebbero a Messina”.

Ovviamente però ci sono anche le responsabilità degli amministratori messinesi, in testa il Sindaco Renato Accorinti. “La nuova Amministrazione Comunale, da molti considerata segno di svolta, anch’essa dopo solo 15 mesi dall’insediamento si è impantanata nei meandri della burocrazia e forse delle sbagliate ma pur rispettabili ideologie culturali. L’isola pedonale, la pseudo pista ciclabile, il free Tibet , ed il NO al cemento, non porta e non porterà reali e concrete risposte” continua De Vardo.

Per Feneal Uil tutto questo immobilismo e spreco di tempo e risorse si ripercuote sui lavoratori edili, dimenticando che il comparto edile è il volano dell’economia italiana, siciliana e in particolari modo messinese. “Tutto ciò ha fatto in modo di produrre un esponenziale aumento delle code alle mense dei poveri, provocando giornalmente instabilità ansia e sconforto nei lavoratori disoccupati, sconforto che purtroppo in alcuni casi drammatici ha causato lo sconcertante aumento dei “suicidi occupazionali”. L’ultimo lavoratore edile disoccupato si è dato fuoco la settimana scorsa a Catania perdendo la vita”.

Lo sconforto è tanto, il sindacato prova a dare quel sostegno che la politica sorda finora non ha saputo dare, ma oggi i lavoratori non possono più aspettare. Tante promesse, tanti rassicurazioni sono state fatte da politi e amministratori, il tempo degli annunci però è finito e bisogna andare avanti al più presto.

“Oggi noi Lavoratori noi della Feneal Uil diciamo che il futuro va costruito tutti insieme, sbaragliando tutti gli ostacoli, instaurando un confronto con le parti sociali e con la classe politica messinese, quella però che ha a cuore Messina e i lavoratori, quella che ha voglia di ripartire, quella laboriosa, quella che pur di dare risposte non guarda colore o bandiere.” L’obiettivo del sindacato è è uno solo: trovare scelte condivise, rimedi veloci e risposte concrete che si tramutino in termini occupazionali, mettendo in campo azioni che possano dare ossigeno ai lavoratori edili messinesi e consentire il futuro sviluppo del nostro territorio.

F.St.

4 commenti

  1. però l’avifauna migratoria e stanziale gode di una maggiore protezione ….. gli edili che mangino brioches
    (Punto di vista ambiental – radical – chic con il culo pieno e la barca all’asciutto)

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  2. però l’avifauna migratoria e stanziale gode di una maggiore protezione ….. gli edili che mangino brioches
    (Punto di vista ambiental – radical – chic con il culo pieno e la barca all’asciutto)

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  3. Fortunatamente sono espatriato!!

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  4. Fortunatamente sono espatriato!!

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