In Abruzzo la terra continua a -brontolare-... la gente non smette di tremare

In Abruzzo la terra continua a -brontolare-… la gente non smette di tremare

Redazione

In Abruzzo la terra continua a -brontolare-… la gente non smette di tremare

martedì 07 Aprile 2009 - 09:22

Proseguono le operazioni di soccorso e ricerca dei dispersi nei territori colpiti dal sisma. Al momento mancano all'appello una trentina di persone. Intanto per gli abruzzesi è trascorsa la prima notte da terremotati

Le prime 24 ore dopo la tragedia che alle 3.32 di lunedì notte ha sconvolto l’Abruzzo, si sono fortunatamente concluse con un miracolo: quello del salvataggio di Marta, una ragazzi ventitré anni rimasta sepolta per 23 interminabili ore sotto le macerie di un palazzo di quattro piani, completamente crollato, nel pieno centro del capoluogo abruzzese.

Il tempo però scorre inesorabile e le speranze di poter ancora trovare qualcuno in vita si affievoliscono minuto dopo minuto. Ieri per tutta la giornata è stato un via vai di notizie e di bilanci in continuo aggiornamento sul numero delle vittime, dei dispersi, dei palazzi crollati, di coloro che hanno perso tutto ma non la vita e che hanno trascorso la loro prima notte da terremotati. I terremotati dell’Abruzzo, così sono già stati ribattezzati dalle cronache: centinaia di famiglie rimaste senza casa, ma quel che è peggio senza un figlio, senza un marito, senza un fratello, e verso le quale tutto il paese, anzi tutto il mondo sta mostrando e continua a mostrare solidarietà. Perché questo è ancora il momento delle dirette tv, degli speciali, dei reportage fotografici,delle storie da raccontare per cercare di far vivere a chi non li ha vissuti sulla propria pelle i lunghi, lunghissimi secondi della tragedia.

Una tragedia a cui ben presto ne seguirà però un’altra, ben più grave perché nessuno più la racconterà: giocoforza, arriverà infatti il momento in cui le luci delle telecamere si spegneranno, i flash delle macchine fotografiche non immortaleranno più coloro che questa notte hanno dormito in auto o hanno atteso l’alba vicino le tende da campo nella speranza che la terra smetta al più presto di “brontolare”. Le istituzioni si impegneranno a rimettere in piedi le loro case, ma loro, gli abruzzesi terremotati, dovranno cercare “da soli” di rimettere in piedi sé stessi e le loro vite. Viene da chiedersi: ma come si fa? Come si trova la forza di ricominciare? Una domanda a cui nessuno, se non il tempo, potrà rispondere.

Nel momento in cui scriviamo il bollettino ufficiale della Protezione Civile parla di 179 morti, tra cui 40 vittime non identificate, 34 dispersi e oltre 17 mila sfollati. Come detto l’Italia intera si è mobilitata per dare aiuto e soccorso alle famiglie rimaste in strada, tramite il versamento di denaro sui conti correnti aperti, attraverso l’invio di beni di prima necessità, o addirittura offrendo ospitalità nelle proprie case. Messina non è certo rimasta indifferente a quanto verificatosi nella città de L’Aquila e nei paesi limitrofi (molti dei quali completamente cancellati dalla geografia del territorio): una particolare “empatia” quella che tiene vicini i cittadini dello stretto a quelli dell’Abruzzo, perché quelle immagini in fondo appartengono alla coscienza di ogni messinese e continuano a rappresentare una ferita aperta nella memoria collettiva di una città “punita” anch’essa in piena notte dalla cieca violenza di una natura di fronte alla quale non siamo nulla.

(foto Ansa.it)

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