Afghanistan, legalizzata la violenza familiare.

Afghanistan, legalizzata la violenza familiare.

Redazione

Afghanistan, legalizzata la violenza familiare.

mercoledì 01 Aprile 2009 - 04:42

Si possono accettare visioni culturali cosi distanti da principi basilari di tolleranza civile?

I quotidiani di tutto il mondo hanno dato la notizia in modo molto sintetico.

Repubblica l’ha riportata così: –il governo di Kabul ha recentemente votato una legge (non ancora pubblicata) che rappresenta un duro colpo ai diritti delle donne afgane. Secondo fonti delle Nazioni Unite, la nuova legge legalizza lo stupro del marito nei confronti della moglie, obbliga le donne a -concedersi- al marito senza opporre resistenza, vieta loro di uscire di casa, di cercare lavoro o anche di andare dal dottore senza il permesso del consorte e affida la custodia dei figli esclusivamente ai padri e ai nonni-.

Una ricerca su Internet rivela che il Governo italiano, per bocca del Ministro Frattini, ha chiesto al presidente Karzai di chiarire o smentire la nuova legge; Hillary Clinton ha subito espresso l’assoluta preoccupazione degli Usa per i diritti delle donne in Afghanistan. Non si può sviluppare un paese se metà della sua popolazione viene oppresso.

Alfieri del politicamente corretto come Francia, Germania e Spagna – che si erano espressi ufficialmente con straordinaria durezza contro l’affermazione di Benedetto XVI sui preservativi – sembrano non avere nulla da dire con la stessa voce alta e forte. Almeno fino a oggi.

Che la nuova legge sia stata ispirata dal desiderio di mostrare la disponibilità del Governo afgano ad accettare i principi della scuola giuridica sciita (circa il 20% della popolazione), ingraziandosi così anche l’Iran, appare evidente. Difficilmente valutabili le reazioni dei Talebani che occupano, di fatto, una parte rilevante del Paese.

Viene ancora una volta da chiedersi se alcune culture – il credo religioso è solo un aspetto, ancorché fondamentale, dell’impianto culturale di un popolo – siano o no compatibili con quella che è (o era?) la visione europea della democrazia liberale.

Qualsiasi sia la risposta, non sembra realistico prevedere un futuro roseo dei rapporti internazionali.

Anche per la molteplicità di interpretazioni che vengono date alle cause di tali conflitti culturali – chiamiamoli col loro vero nome, senza la pruderie che ha reso tanto criticato, ma poco letto, –The Clash of Civilizations-, il profetico libro di Samuel Huntington -, interpretazioni che sembrano sfuggire a quella logica aristotelica che ha guidato 2300 anni di pensiero occidentale.

Ulteriore motivo di perplessità deriva da alcuni commenti, tra i quali particolarmente chiaro appare quello che segue, pubblicato sul sito di Repubblica: –… Karzai è stato costretto a firmare una legge di questo tipo per potersi salvare la presidenza con i voti delle frange culturali integraliste, per me vuole dire solo una cosa, ovvero, gli Stati occidentali fin ora non hanno fatto abbastanza perché il consenso della maggioranza del popolo afghano – non integralista in fatto di donne – avesse una consistenza e una forza elettorale tale da sostenere sufficientemente questo presidente-.

Affermazione difficile da comprendere considerato che, prima dell’intervento occidentale, i Talebani erano al potere anche a Kabul e sono arrivati a distruggere persino le grandi statue dei Buddha giganti di Bamiyman, giudicati un’offesa all’ortodossia islamica.

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