E’ cominciata stamane, con l’intervento del pm della Dda Vincenzo Barbaro, la requisitoria dei pubblici ministeri nel processo Arcipelago, l’inchiesta sulla geografia dei clan mafiosi ed i i rapporti di forza ed equilibrio tra le varie famiglie nella gestione degli affari illeciti cittadini.

L’accusa dovrebbe depositare le richieste di condanna domani.

Il blitz della Polizia, scattato nel giugno del 2005, mentre la Commissione Nazionale Antimafia concludeva il ciclo di audizioni in città, portò a 46 arresti tra gli affiliati ed i fiancheggiatori della malavita locale. Il processo di primo grado, in corso davanti alla Corte d’assise presieduta dal giudice Salvatore Mastroeni, ha trattato degli affari dei clan negli ultimi anni: rapine, estorsioni, l’ingresso delle nuove leve, la gestione del potere da parte delle donne dei capi, e alcuni efferati omicidi. 24 gli imputati oggi alla sbarra, tra i quali i principali boss cittadini, alcuni ristretti al 41 bis. Contro il giogo mafioso del pizzo, le associazioni antiracket Asam, presieduta da Antonino Di Fiore, ed il Comune di Messina ed il Policlinico. Tra le imprese finite nel mirino dei clan c’era anche la Pedus service, la società che si era aggiudicata l’appalto delle pulizie al Policlinico di Messina negli anni scorsi.