Atm. La Filt-Cgil vicina ai lavoratori ma non agli attuali metodi di protesta

Atm. La Filt-Cgil vicina ai lavoratori ma non agli attuali metodi di protesta

Redazione

Atm. La Filt-Cgil vicina ai lavoratori ma non agli attuali metodi di protesta

lunedì 17 Novembre 2008 - 12:57

Il segretario Pino Foti afferma: «Non critico chi ha assunto certe posizioni ma personalmente, arrivati a questo punto, non le condivido»

All’assemblea tenutasi oggi all’auditorium Atm di Via La farina, nessun rappresentante sindacale della Cgil. Alla base della scelta una posizione ben precisa che viene spiegata dal segretario della Filt-Cgil Pino Foti, il quale afferma che rispetto ai “colleghi- rappresentanti dei lavoratori, c’è una differente valutazione non dell’obiettivo bensì del metodo.

«Non critico assolutamente chi si è mostrato favorevole all’incontro di oggi e ad altre eventuali forme di protesta, ma per quanto ci riguarda riteniamo poco utile al momento questo tipo di atteggiamento». A detta di Foti, infatti, ciò di cui in questo momento i lavoratori hanno bisogno non sono certo le parole, di quelle ne sono già state spese forse fin troppo, piuttosto è arrivato il momento di dare delle risposte, risposte che per il segretario non verranno certo fuori da un’assemblea.

Ma le soluzioni, sostiene poi il rappresentante della Cgil, una voce un po’ dal coro, non possono venire neanche da Palermo: «I soldi che dovrebbero arrivare dalla Regione non basteranno di certo a risolvere i problemi dell’azienda, se c’è qualche che può e deve fare veramente qualcosa è solo l’amministrazione comunale».

Una posizione che il sindacato ribadisce anche attraverso il comunicato diffuso a seguito dell’assemblea di questa, mattina dove a chiare lettere viene scritto: «Quanto sta accadendo all’Atm non ha precedenti ed ha un unico responsabile, cioè la proprietà comunale. Se al pari delle altre partecipate l’Atm avesse avuto la fortuna di vedere riconosciuti dalle amministrazioni locali, così come impone la legge, i deficit che figurano negli appositi bilanci aziendali, questa situazione avrebbe potuto essere evitata.

Il pensiero va dunque ai lavoratori: «hanno tutto il diritto di marcare il loro stato di disperazione e di rabbia per una situazione che era ampiamente prevedibile e non si può continuare a chiedere che siano loro i soli a rispettare le regole e gli obblighi».

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