Il Cas rimuove i responsabili degli uffici dell'Ente, Cgil e Uil scrivono a Lombardo

Il Cas rimuove i responsabili degli uffici dell’Ente, Cgil e Uil scrivono a Lombardo

Il Cas rimuove i responsabili degli uffici dell’Ente, Cgil e Uil scrivono a Lombardo

mercoledì 17 Settembre 2008 - 14:57

Foti e Lotronto: «Un gesto ritorsivo. Si revochino i provvedimenti e si ripristino le normali relazioni sindacali». Dichiarato lo stato d'agitazione

Cinquanta responsabili degli uffici improvvisamente rimossi e deviati verso altri incarichi. Una mossa a sorpresa dei vertici del Consorzio Autostrade Siciliane, che ha provocato l’immediata e stizzita reazione dei sindacati. Pino Foti della Fit Cgil e Pippo Lotronto della Uil Trasporti hanno subito scritto al presidente della Regione Raffaele Lombardo, chiedendo la revoca del provvedimento e soprattutto che vengano ripristinate le normali relazioni sindacali all’interno dell’azienda.

Secondo Foti e Lotronto si tratta di «una rotazione degli incarichi priva di alcuna logica, che disposta senza aver precedentemente risolto i problemi esistenti, e senza la giusta valutazione delle professionalità individuate, non farà che pregiudicare l’operatività degli uffici con grave danno, anche economico, per lavoratori, utenza e quindi per l’ente stesso. Una semplice operazione di cosmesi, dunque, quella attuata repentinamente dal Presidente e dal C.d.A. che al di là dell’effetto spettacolare teso a dimostrare un improponibile decisionismo ha invece tutto il sapore di un gesto ritorsivo attuato nei confronti di chi, da tempo, con sacrifici e senza un centesimo in più aveva garantito la funzionalità del consorzio nonostante l’inadeguatezza dei suoi vertici. Pensare che i gravissimi problemi dell’ente si risolvano da soli con una semplice rimozione di circa cinquanta lavoratori è puramente illusorio, e mostra non solo quale limitata conoscenza i vertici abbiano del consorzio, ma quanto spasmodica ed urgente sia per loro la volontà di seguire logiche più politiche che aziendali. Nessuno contesta che il responsabile di qualsiasi ufficio possa essere trasferito a prestare una diversa mansione, ma quando ciò viene disposto senza prima rimuovere le cause che ne limitano l’operatività, senza una oggettiva valutazione dei benefici o degli impedimenti che tale atto comporta e soprattutto contemporaneamente ed improvvisamente per decine di dipendenti sorge più di un dubbio, e l’unico scontato effetto non può essere che il caos».

«Il fatto poi – prosegue la nota – che tale decisione sia stata presa mentre le organizzazioni sindacali erano ancora in attesa di conoscere quale progetto, i vertici nominati lo scorso aprile, avessero in mente per risollevare le sorti dell’ente, ed alla vigilia di un mai fissato confronto per il quale avevano già dichiarato la propria disponibilità, conforta i nostri sospetti perché crea ingiustificatamente un clima di scontro, rendendo più difficile l’individuazione di qualsiasi serena soluzione mediata. Restituire funzionalità al consorzio, limitare il crescente contenzioso, rimuovere gli ostacoli che ne limitano l’operatività, individuare le gravi carenze e le colpevoli responsabilità, e non ultimo dare finalmente risposte alle giuste aspettative dei lavoratori, dipendenti e stagionali, non sono obiettivi che possano essere raggiunti a colpi di ordini di servizio, e senza uno studiato piano capace di valutarne gli effetti e soprattutto condiviso dalle maestranze.Questo ingiustificato atteggiamento che mortifica i dipendenti, e che segue di solo pochi giorni l’improvvisa rimozione di altri colleghi, è tutt’altro che un impegno verso il risanamento e più che il plauso e la solidarietà suscita inevitabilmente una seria preoccupazione. Chiediamo pertanto l’immediata revoca dei provvedimenti adottati ed un immediata convocazione da parte degli organi istituzionalmente preposti affinchè vengano ripristinate le normali e corrette relazioni sindacali attraverso la presentazione di un preventivo ed indispensabile piano industriale e l’apertura di un serio confronto rispettoso dei dettati del contratto di lavoro. Dichiariamo pertanto – concludono Cgil e Uil – l’immediato stato di agitazione e preavvisiamo in caso contrario il ricorso ad azioni di protesta. La presente vale come avvio delle procedure di raffreddamento previste dalla vigente normativa».

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