Cattolici, Islamici e preservativi

Cattolici, Islamici e preservativi

Redazione

Cattolici, Islamici e preservativi

venerdì 27 Marzo 2009 - 18:16

La parola agli esperti

Ho avuto modo di leggere la polemica apparsa nelle pagine di Tempostretto a seguito dell’articolo del 21 marzo circa le affermazioni del Papa sul valore del preservativo nella prevenzione dell’AIDS e, alla luce della mia pluriennale esperienza, di chi sin dalla sua comparsa si interessa di questa malattia, non ho saputo resistere alla tentazione di cercare chiarire le idee a chi dovesse averne bisogno.

Innanzi tutto è il caso di precisare che HIV, il virus responsabile della malattia, indipendentemente dal fatto che si accusino, o meno, sintomi, è presente nel sangue di tutti i soggetti infetti e che esso può essere ritrovato in concentrazioni variabili anche in altri liquidi biologici.

Tra di questi notevole importanza nella trasmissione dell’infezione è rivestita dal liquido seminale, dalle secrezioni vaginali, dal latte materno, mentre trascurabile e di fatto solo teorica responsabilità è rivestita dalla saliva, dalle lacrime e dal sudore, ove HIV è stato ritrovato in quantità monto modeste.

Ne deriva che, a parte le trasfusioni, che oggi non presentano pratica rilevanza epidemiologica, l’infezione viene di norma trasmessa attraverso i rapporti sessuali e durante la gravidanza, il travaglio di parto e l’allattamento al seno.

E qui entra in ballo il preservativo.

Nel senso che il vecchio anticoncezionale, ormai a rischio di essere riposto in soffitta a causa della diffusione della “pillola”, ha cominciato a rivivere una nuova giovinezza da quando la sua capacità di opporsi al contagio è stata dimostrata.

È, comunque da chiarire che, affinché questa sua prerogativa possa estrinsecarsi al massimo, è indispensabile che suo tramite si eviti ogni contatto delle le mucose genitali e delle secrezioni tra i partners; tuttavia, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità si apprende che, anche con la più scrupolosa osservanza delle regole circa l’utilizzo del profilattico, la possibilità di contrarre l’infezione è ridotta di circa l’85%.

È certamente un gran bel risultato, ma come fa a sapere il signor Caio, mentre si aaccinge ad indossare il suo condom, se alla fine del rapporto che si appresta ad avere ricadrà nell’85% dei “fortunati” oppure nel 15% degli “jellati”?

Visto il tipo di malattia di cui si tratta non credo che ci sia da stare allegri.

E quindi?

Se proprio non ce la fate ad essere casti dovete accettare un certo rischio!

E, di conseguenza, che ci piaccia o no, il preservativo non è “la” soluzione della prevenzione dell’AIDS!

Parafrasando una vecchia canzone di Francesco Guccini mi viene da dire che il miglior metodo per prevenire l’AIDS è rappresentato dall’Aspirina, che, però, non va presa “prima”, o “dopo” … ma “invece”.

Chi ha orecchie per intendere intenda.

Ed ora, chiarito l’effettivo ruolo del preservativo (se qualcuno volesse approfondire la questione potrebbe collegarsi al sito dell’OMS od a quello dei CDC statunitensi), lasciatemi dire qualcosa sui commenti fatti a proposito di quanto il Papa ha detto al riguardo.

Devo premettere che parlo come un laico che pone al di sopra di qualunque altra cosa la libertà di espressione. Da parte di chiunque.

Ed il massimo rispetto per le idee altrui.

Orbene, Benedetto XVI è il capo di uno stato sovrano ed, al tempo stesso, il capo spirituale di una religione. In quanto tale egli è pienamente legittimato a trasmettere ai suoi fedeli quanto prescrive la religione che rappresenta.

Si può essere d’accordo, o meno, su quanto egli afferma, ma comunque gli altrui precetti religiosi devono essere rispettati.

Questo, almeno, in democrazia.

E poi un’altra cosa.

Sia chiaro che io ritengo che a “casa” sua ciascuno sia padrone di fare ciò che vuole e che in uno stato straniero legittimamente costituito le norme locali possono essere non condivise, ma che esse devono essere comunque rispettate.

Ciò premesso, non posso non osservare che un gruppo di Anime Nobili si sono stracciate le vesti per un principio della religione cattolica che è stato citato da questo Papa, che non ha fatto altro che ribadire quanto esplicitamente sostenuto da tutti i suoi predecessori, ma che, poi, ciascuno può, o meno, seguire senza che nulla di tangibile possa capitar loro; al contrario, nessuno di loro ha ritenuro di fare il minimo riferimento, di manifestare alcuna espressione di contrarietà, neppure un timido e sommesso brusio, per il fatto che le Autorità islamiche del Kenia vietano la distribuzione dei preservativi tra la popolazione (http://www.alertnet.org/thenews/newsdesk/IRIN/c9710dd8a6f4c566e373aff70c661776.htm), oppure in riferimento alla notizia che gli Ulema somali hanno comunicato la loro intenzione di ricorrere alla Sharia, ivi compreso il ricorso a pene corporali a suon di nerbate, nei confronti di coloro che venderanno o useranno il condom (www.democraticunderground.com/discuss/duboard.php?az=view_all&address=104×956354).

Ogni altra considerazione è superflua!

Prof. Giuseppe Sturniolo

Direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie Infettive del Policlinico Universitario di Messina

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