Il Consorzio avrebbe truffato 500.000 euro al Ministero dell'Interno per la permanenza ingiustificata dei rifugiati nel centro di accoglienza

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Patti ha chiesto il rinvio a giudizio, per il reato di truffa aggravata continuata, del legale rappresentante del Consorzio di Cooperative Sociali “Sisifo”. Il Consorzio sino al maggio scorso ha gestito il C.A.R.A. (Centro per l’Accoglienza di Immigrati Richiedenti Asilo Politico) di S. Angelo di Brolo.

I Carabinieri di Patti, nel corso delle indagini, hanno appurato che, nel periodo in cui il C.A.R.A. è stato in funzione, sono state spesso ritardate le dimissioni dei rifugiati ai quali erano stati già concessi il permesso di soggiorno e/o lo status di rifugiato politico.

In base alle disposizioni del Ministero dell’Interno, i rifugiati avrebbero dovuto lasciare subito la struttura di accoglienza, mentre la Prefettura di Messina, per la permanenza ingiustificata di ciascun immigrato, ha pagato circa 40 euro al giorno al Consorzio “Sisifo”, con il quale aveva stipulato un’apposita convenzione.

Secondo quanto accertato dai carabinieri sino al maggio scorso, data di chiusura del C.A.R.A., il Consorzio avrebbe tratto l’ingiusto profitto di circa 500.000 euro ai danni del Ministero dell’Interno