La Cisl a congresso, Genovese propone «un modello unico di sviluppo per ricreare Messina»

La Cisl a congresso, Genovese propone «un modello unico di sviluppo per ricreare Messina»

Redazione

La Cisl a congresso, Genovese propone «un modello unico di sviluppo per ricreare Messina»

mercoledì 04 Marzo 2009 - 14:17

La relazione del segretario generale: «Il risanamento ha bisogno di un solo soggetto che lo gestisca, magari un commissario ad acta governativo. I Servizi Sociali? Basta con le cooperative, sì ad un soggetto pubblico autorevole. L'Atm si trasformi in Spa pubblica».

«Un commissario ad acta per il risanamento, un soggetto unico e autorevole (un sì alla Croce Rossa?) per i servizi sociali, un futuro da Spa pubblica per l’Atm, un modello unico di sviluppo che parta dal mare». Sono queste le proposte chiave lanciate dal segretario generale della Cisl, Tonino Genovese, nel corso della sua relazione al XVI congresso della federazione. Con un filo conduttore: «Il bene comune per Messina e la Sicilia».

Ha scelto la stazione ferroviaria, la Cisl, per i lavori congressuali. «Questo luogo – ha detto il segretario – è una metafora, il simbolo di una ennesima occasione perduta di questa città. Da qui vogliamo partire per conquistare il nostro futuro con un patto, un patto per il bene comune». Genovese non può non partire dalla crisi internazionale definita un «mostro a sette teste», in cui «l’Italia ha una condizione peggiore per effetto della maggiore consistenza del debito pubblico e per il ritardo accumulato nella modernizzazione del Paese». Per questo il segretario provinciale parla di «successo storico “targato Cisl”» a proposito del nuovo assetto contrattuale sul quale è stato raggiunto l’accordo a inizio anno.

LA REALTA’ MESSINESE

La realtà di Messina è fotografata dai dati sull’emigrazione: «E’ questa – afferma Genovese -l’industria più florida della nostra provincia, solo nel 2008 sono partiti 2.827 messinesi. Il paradosso è che a Messina, specie nel territorio cittadino, si è costruito, e tanto, e in modo cosi disordinato e disarmonico che sembra ci siamo solo costruiti addosso fino a soffocare tutto con il cemento. Negli ultimi mesi anche il suolo ha detto basta. Basta agli scempi, alle costruzioni abusive, ai casermoni, ai dormitori a misura di profitto e mai di abitante».

«Anche per questo la Cisl di Messina – prosegue – ha deciso di condividere e promuovere il progetto “Svegliati Messina”», un progetto che «si sviluppa intorno a idee e valori positivi: cultura, partecipazione, integrazione, proposta sociale, assumendo a valore fondante, i principi della Dottrina sociale della Chiesa». A proposito di Chiesa, Genovese cita l’arcivescovo La Piana, e la «cappa di ipocrisia che il clima massonico crea». Anche le parole del procuratore Guido Lo Forte vengono richiamate, e il suo riferimento a «poteri forti che esercitano controllo e annullano quelle forme di antagonismo e di concorrenza necessarie al cambiamento».

LA POLITICA, IL RISANAMENTO E IL LAVORO

Secondo Genovese «manca la vera formazione politica dei nostri amministratori. Si parla troppo di politici e poco di politica. Basta osservare la confusione ed il trasversalismo che impera nell’attuale consiglio comunale di Messina. C’è sempre il prevalere di un interesse privato, di qualche famiglia». Capitolo risanamento: «Nonostante ciò che si è fatto, la situazione è esattamente come 30 anni fa. Ci vuole coraggio e lasciare campo libero a soluzioni alternative. Si affidi a un unico soggetto, immagino un commissario ad acta, possibilmente governativo e, con un provvedimento speciale e dotato di risorse, si attribuisca ad esso ogni responsabilità. Fuori il Comune, fuori la Regione, fuori l’Iacp. E si paghi il commissario non per fare, ma per avere fatto. Per esempio un tanto a baracca eliminata».

Frequenti gli elogi al prefetto Alecci, «che nel periodo di vacatio amministrativa è stato vicino alle istanze dei lavoratori», così come i riferimenti al mondo del lavoro. «Quello che si è perso veramente è il senso del lavoro, perché si è perso il lavoro». Quindi tutte le aziende che hanno sofferto più di altre la crisi: Molini Gazzi, Pastificio Puglisi, Pumex, Camiceria Castello, Radio Call, Pectine, Aicon, Duferdofin, Rodriguez («a proposito, se il gruppo Colaninno pensa di azzerare questo pezzo di storia di Messina sappia che avrà la Cisl come acerrimo oppositore»), da ultimo Randazzo, «lo storico Randazzo».

SERVIZI SOCIALI

«Messina è povera», afferma Genovese, e la cartina da tornasole è offerta dalle social card: «su 14.000 richieste ne sono state accordate 9000». Il segretario della Cisl ricorda come «da quindici anni siamo particolarmente critici sul come vengono gestiti i Servizi Sociali a Messina. Si è preferito continuare a privilegiare le cooperative sociali mortificando il nuovo ruolo dell’Istituzione continuando a farla funzionare da mera stazione appaltante», e quindi «proroghe e nuovi servizi, sempre alle stesse sei – sette cooperative sociali che ruotavano nella gestione con aggiudicazioni a volte molto discusse per i forti ribassi sulle spese generali anche del 90%». Un sistema, quello delle cooperative, che «non ha funzionato». Secondo Genovese «vanno, quindi, nelle prossime gare d’appalto introdotte regole rigorose», e «rispetto alle ipotesi maturate negli ultimi giorni e che immaginano il coinvolgimento nella gestione dei servizi sociali di altre pubbliche amministrazioni, come la C.R.I., ove ciò sia consentito dalle norme, non abbiamo preclusioni pregiudiziali, anzi, forme diverse ed alternative di gestione sono auspicabili. Ciò, ovviamente, se non si aumentano i costi, e se si garantisce stabilità nel rapporto di lavoro dei dipendenti e puntualità nel pagamento delle retribuzioni ed una maggiore e migliore organizzazione assicurando servizi più efficienti e di maggiore qualità alla comunità».

RIFIUTI E LEGALITA’

Con l’Ato rifiuti, afferma Genovese, «da un perseguibile progetto si è passati a una gestione a dir poco scandalosa. L’abbraccio della malavita è tentacolare e i costi, non soltanto degli amministratori, ma anche quelli della gestione, sono aumentati a dismisura. Cambiare sistema è indifferibile. Non servono alchimie. Nelle società moderne i rifiuti sono diventati una risorsa, da noi rappresentano solo un costo». Genovese parla anche di legalità, e non può sfuggire, anche ad amministratori attuali, il passaggio in cui il segretario della Cisl dichiara che «i pubblici amministratori sottoposti a provvedimenti giudiziari, avendo coscienza del bene della legalità e del valore dell’etica, hanno il dovere di lasciare la “poltrona” e dimettersi, perché essi per primi devono essere tra l’altro “maestri di vita civile”, anche se hanno la personale convinzione di innocenza». La legalità, dunque, «dovrebbe essere un investimento conveniente per tutti e non vissuta come un costo sociale». Legalità, ma anche equità: «la Cisl a breve lancerà una campagna contro l’evasione fiscale». Legalità e dunque trasparenza: «anche nella gestione delle amministrazioni locali». Ma legalità «è anche sicurezza», sicurezza sul lavoro, una «battaglia di civiltà. Senza uomini, risorse e mezzi come si può pensare di controllare le decine di migliaia di aziende che operano nei 108 comuni della nostra provincia?».

RIQUALIFICAZIONE E TRASPORTI

«Abbiamo una fonte incredibile di risorse», afferma Genovese a proposito di turismo, «migliaia di turisti ogni anno, sbarcano a Messina ma di Messina non conosceranno nulla. Per questo immagino il recupero e la fruizione dei tanti beni culturali che messi a sistema potrebbero essere un fiore all’occhiello di questa città».

Ma è chiaro che tutto, alla fine, si riconduce al tema della mobilità. «Le nostre autostrade di collegamento con Palermo e Catania sono percorsi da Rally. La realizzazione del Ponte è certamente un formidabile trampolino di lancio per l’integrazione territoriale della Sicilia al resto d’Italia e all’Europa, restituendo alla Sicilia e Messina la sua naturale e storica vocazione commerciale nell’area del Mediterraneo. In questo contesto si inserisce la metropolitana del mare. Anche la Metroferrovia è pronta, ma per partire è necessario che il servizio venga previsto all’interno del Piano Regionale dei Trasporti per il necessario finanziamento».

E poi c’è l’Atm: «L’azienda trasporti merita una particolare attenzione perché l’esasperazione per i mancati pagamenti degli stipendi ha raggiunto, nei mesi scorsi, un livello mai visto. Siamo a favore della trasformazione dell’azienda in Spa, a patto però che sia una Spa pubblica. L’anticipazione del Piano che ci è stato consegnato ci sembra del tutto insufficiente a cogliere gli obiettivi minimi. Ci aspettiamo in tempi brevissimi, anche grazie all’arrivo del commissario straordinario La Corte, un piano d’impresa degno di tale nome».

Parlare di trasporti significa anche prendere atto della lenta ma inesorabile opera di dismissione messa in atto dalle Ferrovie. «Per Ferrovie il servizio in Sicilia è meno che trasporto regionale. Adesso aspettiamo di vedere che ruolo vuole svolgere la politica di questa città»

UN MODELLO UNICO PER RIDISEGNARE IL FUTURO

Secondo Genovese «vi è la necessità di un approccio che non sia rivolto alla risoluzione delle specifiche problematiche ma, piuttosto, alla definizione di un modello che possa metterle a Sistema. Tale modello di sviluppo è indicato come Watercity. Noi, il futuro di Messina lo vediamo legato al mare». In quest’ottica «la cittadella fieristica è una grande opportunità ci vuole solo la volontà di renderla fruibile ed appetibile», mentre «fondamentale è chiudere la rada di San Francesco». Genovese ricorda anche che «nonostante le rassicurazioni, esiste il rischio di un accorpamento a Palermo nell’ambito della riorganizzazione e riduzione di tutte le Autorità Portuali in Italia», una soluzione definita «impensabile».

Genovese tocca infine anche i rapporti con le altre organizzazioni sindacali: «Cancelliamo la convinzione che a Messina i problemi non si risolvono, ma si gestiscono. L’appello all’unità, alla condivisione di un progetto, al patto per il bene comune non può chiaramente prescindere da una ritrovata unità di azione di Cgil, Cisl e Uil. Certo le posizioni assunte recentemente dalla Cgil non sono una buona colla.Mi piace però ricordare l’entusiasmo, la partecipazione, l’impegno che abbiamo profuso tutti insieme nello scorso maggio scorso nel sostenere la piattaforma sulla contrattazione e le nuove regole sulla democrazia sindacale. Ri-creiamo Messina. Uniti si deve, uniti si può».

(foto Dino Sturiale)

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