Duplice omicidio Giacalone. Dopo un anno individuati i responsabili

Duplice omicidio Giacalone. Dopo un anno individuati i responsabili

Duplice omicidio Giacalone. Dopo un anno individuati i responsabili

mercoledì 27 Giugno 2007 - 17:53

E' stato il cugino Francesco Comandè insieme ad un minorenne. Dietro il delitto un movente -d'onore-

Il fiuto degli investigatori della Squadra mobile si era da subito indirizzato verso i responsabili. Ma il muro di omertà innalzato intorno al fatto di sangue hanno deferito di un anno l’accertamento delle responsabilità per gli assassini di Paolo e Carmelo Giacalone, freddati con 7 colpi di pistola calibro 7,65 alle 13.20 dell’11 aprile 2006, a Largo Seggiola. I due fratelli stavano sovrintendendo ai lavori di ristrutturazione della loro cornetteria quando un sicario a bordo di un ciclomotore, guidato da un giovane, si è avvicinato ed ha freddato prima Paolo, poi Carmelo. Oggi il gip Daria Orlando, su richiesta del pm della Dda, Fabio D’Anna, ha fatto notificare a Francesco Comandè, pregiudicato, già in carcere per estorsione, un’ordinanza custodiale con le accuse di omicidio premeditato e porto illegale d’arma. Stessa accusa per R. U., incensurato, all’epoca dei fatti minorenne, che guidava il due ruote utilizzato per l’esecuzione, ma non ha aperto il fuoco. Il giovane è ora ristretto nell’istituto per minori di Catania. Ad entrambi viene contestata l’aggravante mafiosa. Per gli inquirenti infatti non ci sono dubbi: sia le vittime che l’assassino gravitavano nell’ambiente malavitoso ed alla base dell’omicidio c’è un regolamento di conti interno. O meglio, una questione d’onore. Comandè si sarebbe infatti vendicato sul cugino, Paolo, reo di non averlo difeso di fronte ad un grosso calibro della malavita di Giostra, che qualche mese prima era venuto alle mani con lo stesso Comandè, nella sala bingo di Piazza stazione. Comandè aveva chiesto protezione a Paolo, più quotato di lui negli ambienti criminali, ma il cugino gli aveva risposto di sbrigarsela da solo. La mattina dell’agguato, i due avevano avuto un duro scontro per telefono, la scintilla che ha fatto traboccare il vaso. In questo quadro, Carmelo Giacalone ha pagato la sola colpa di essere testimone oculare dell’omicidio, visto che si trovava accanto al fratello quando Comandè gli ha sparato, per poi fuggire. Nonostante a quell’ora la zona brulicasse di gente, nessun testimone si è fatto avanti. Anzi, la Polizia ha dovuto fare i conti con i tentativi di depistaggio. L’inchiesta conta infatti altre 4 persone indagate per favoreggiamento.

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