Frane nel messinese. L’ing. Pietro Lo Monaco: «Siamo impegnati su più fronti, il Cni ci aiuterà ad intervenire dove sarà necessario»

Frane nel messinese. L’ing. Pietro Lo Monaco: «Siamo impegnati su più fronti, il Cni ci aiuterà ad intervenire dove sarà necessario»

Frane nel messinese. L’ing. Pietro Lo Monaco: «Siamo impegnati su più fronti, il Cni ci aiuterà ad intervenire dove sarà necessario»

mercoledì 03 Marzo 2010 - 07:43

In arrivo in Sicilia una squadra di tecnici ed esperti pronti a dare il loro supporto a chi è già impegnato sul territorio per far fronte ai danni causati dalle frane. Messina base operativa dell’incontro. Lo Monaco: «In questo momento stiamo affrontando l’emergenza ma sarebbe necessaria una maggiore prevenzione»

Si mobilita il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Ingegneri, il 5 marzo a Messina per fare il punto della situazione sulla situazione geologica della provincia, per si procede a ritmo serrato verso la firma di un accordo in tema di prevenzione tra Ministero dell’Ambiente, Regione e Protezione Civile per la Sicilia. Perché la terra frana, lo fa ovviamente senza preavviso, si “materializza” sotto forma di profonde fratture che dividono in due strade e paesi, obbligando chi sta aldiquà o aldilà di quella fenditura ad abbandonare la propria abitazione e i sacrifici di una vita. A metà febbraio è successo a San Fratello, a qualche settimana di distanza la stessa sorte è toccata ad un altro centro dei nebrodi, Caronia, in contrada Lineri, dove ad oltre 36 ore di distanza dai primi sobbalzi della collina, continua a rimanere alta l’attenzione in attesa che il fronte franoso cessi di avanzare minaccioso.

Uno smottamento che ricorda quello di San Frearau, fortunamente però di dimensioni più ridotte, che nelle ultime ora si è mosso con molto rapidità (ieri mattina fino a 7-10 km/h ndr) abbracciando un territorio di circa 40 ettari. 24 le abitazioni che la frana ha “incrociato” lungo il suo percorso e per le quali c’è stato ben poco da fare se non l’evacuazione e con tutta probabilità la successiva demolizione: «Per precauzione – ha spiegato il dirigente della Protezione civile Pietro Lo Monaco sul posto sin dalla prime ore di ieri mattina – abbiamo fatto sgomberare anche alcuni edifici popolari potenzialmente a rischio». Una decisione, come ribadito dal rappresentante della Protezione Civile, di estrema precauzione perché le abitazioni in questione si trovano ad una decina di metri di distanza dalla nicchia di distacco della frana.

Si tratta dello stesso tipo di evento che ha interessato a metà febbraio il comune di San Fratello? «Si tratta di fenomeni più o meno simili tra loro: può variare l’estensione del fronte di frana o la sua velocità di evoluzione ma la tipologia di evento è la stessa. In questo caso – afferma Lo Monaco – seguendo l’evoluzione del fronte dello smottamento sembra di poter escludere il rischio che lo smottamento interessi anche il centro abitato». La macchina dell’emergenza coordinata dalla Protezione Civile di concerto con l’amministrazione comunale è stata organizzata nel giro di poche ore soprattutto per cercare di venire incontro alle esigenze di quanti hanno dovuto abbandonare le abitazioni andate distrutte o sullo stesso percorso seguito dalla frana. Nelle ultime ore nella zona di Caronia non si sono verificati eventi temporaleschi intensi, il “malessere” della montagna da cosa è stato scatenato?: «Non si tratta di fenomeni spiegabili in un rapporto di causa/effetto, nel senso che una frana, così come in questo caso, non necessariamente deve essere “annunciata”o preceduta da una pioggia intensa. Possono esserci cause diverse, in primis naturalmente i violenti e persistenti acquazzoni che negli ultimi mesi e settimane hanno interessato le zone della provincia di Messina. Il terreno che si inzuppa d’acqua si appesantisce e in certi casi cede».

Come detto, dunque, in attesa che fronte franoso, al momento lungo circa un chilometro e mezzo si stabilizzi, gli uomini della Protezione Civile di concerto con l’ordine dei geologi continuano a monitorare la situazione. Ma si guarda anche oltre per cercare di capire come muoversi nel momento in cui la frana si arresterà. Il Consiglio nazionale degli ingegneri si sta mobilitando proprio per cercare di dare aiuto ai territori della provincia messinesi colpiti dal problema del dissesto idrogeologico, in che termini si concretizzerà questo intervento?: «Stiamo lavorando in piena collaborazione con l’Ordine dei geologi che ci stanno aiutando passo passo per analizzare e studiare le condizioni del territorio, al tempo stesso è necessario l’aiuto di tecnici ed ingegneri che daranno il loro contributo e supporto anche nella fase del post allarme. Come ben si sa – conclude Lo Monaco – negli ultimi mesi, a partire dalla notte di ottobre a Giampilieri, in questi territori è stata una continua emergenza e da soli non possiamo certo pensare o sperare di provvedere a tutto, anche se cerchiamo sempre di fare il possibile. Va da sé dunque il bisogno di un intervento e di che arriverà “dall’esterno”, in questo caso anche dal Cni».

Dopo L’Aquila, il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri Gianni Rolando si dice pronto a scendere in campo con aiuti concreti anche per le popolazioni del messinese : «A San Fratello – dice Rolando – arriveranno squadre di ingegneri volontari da tutta Italia che effettueranno il lavoro di supporto specialistico, in stretta collaborazione con i colleghi messinesi, esperti conoscitori delle problematiche del territorio. In questo modo si dà seguito all’accordo quadro – firmato qualche mese fa – proprio tra CNI e Protezione Civile – che ha l’obiettivo di garantire una formazione

permanente e aggiornata ai professionisti per far fronte, con la massima efficienza e tempestività, a qualunque evento naturale puntando sulla prevenzione». Soddisfatto anche il presidente dell’ordine degli ingegneri di Messina Trovato: «Il 5 marzo la presenza in Sicilia del Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri rappresenta un segnale di vicinanza alle popolazioni colpite e di incoraggiamento nei confronti di tutti i colleghi che si sono operati nella fase del post-alluvione»”.

Se per il Presidente Nazionale del Cni è prioritario dopo la fase di emergenza attuare un’ efficace politica di salvaguardia, tutela e manutenzione del territorio favorendo tutte quelle azioni che ne consentano il presidio naturale, a partire da incentivi economici e/o volumetrici per chi garantisce questo tipo di tutela dei luoghi, per il Presidente dell’Ordine di Messina “occorre prendere atto del fallimento di una politica del fare e del fare ad ogni costo che non ha portato fino ad oggi ad una rivalutazione e riqualificazione economica e sociale del territorio in cui si è operato. «Prevenire tragedie come quella siciliana è un dovere – conclude Rolando – e la strada c’è: favorire interventi mirati nelle zone più esposte, rifuggendo da inutili finanziamenti a pioggia, inutile sperpero di denaro cui non si sente certamente bisogno, soprattutto in una fase di grave crisi economica, come quella che stiamo vivendo».

(foto Dino Sturiale. L’immagine si riferisce alla frana che ha interessato il comune di San Fratello)

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