Michele Russo, 68 anni fu avvolto dalle fiamme per cercava di salvare i suoi animali. Si aggrava la posizione degli otto indagati
Gli incendi che alla fine di maggio hanno devastato i monti Peloritani hanno fatto la prima vittima. La notte scorsa, nel centro grandi ustionati del Cannizzaro di Catania, è morto l’allevatore Michele Russo 68 anni. Il pensionato riportò ustioni di secondo e terzo grado in tutto il corpo e fu sottoposto ad intervento chirurgico al Policlinico prima del trasferimento nel centro specializzato di Catania.
Il pomeriggio del 27 maggio Russo fu avvolto dalle fiamme nel tentativo di mettere in salvo alcuni animali in un podere di sua proprietà nella frazione San Martino di Spadafora.
I roghi, che misero a dura prova i Vigili del Fuoco e la Forestale, divamparono in molti comuni provocando il ferimento di cinque persone. La situazione più drammatiche si registrò a San Martino dove le fiamme distrussero una fabbrica di cucine componibili ed alcune case private mentre decine di abitazioni furono evacuate. Con il decesso di Michele Russo si appesantisce la posizione delle otto persone iscritte nel registro degli indagati da parte della Procura su segnalazione del Distaccamento Sarrizzo del Corpo Forestale. Sono tutti anziani che provocarono accidentalmente gli incendi mentre bruciavano sterpaglie per ripulire i propri terreni. L’ultimo, in ordine di tempo ad essere individuato, un 75enne di Roccavaldina, è stato raggiunto dal provvedimento di divieto di dimora emesso dal gip Daria Orlando. Le fiamme distrussero anche parecchi ettari di macchia mediterranea in molti centri della provincia. La morte dell’allevatore Russo riporta inevitabilmente a quel tragico 25 agosto dello scorso anno quando, nel rogo dell’agriturismo “Il rifugio del falco-, morirono sei persone.
