Si infuoca il dibattito

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mercoledì 25 Luglio 2007 - 11:47

ALMENO SI IMPARI DALL’ESPERIENZA. La crisi incendi che ha colpito Messina in questi giorni ha toccato livelli di gravità forse mai raggiunti. Ad accrescere i rischi e i danni, però, ha contribuito la fragilità della macchina della Protezione civile. Che ora da più parti viene denunciata.

Lo fa Legambiente, in una nota a firma del coordinamento direttivo provinciale. Nel documento si pongono alcune domande che mettono in croce l’inefficienza della prevenzione rispetto ad eventi come l’incendio di avantieri e ieri, che si è sviluppato in contrada Marotta e ha interessato le Masse, Curcuraci, fino a raggiungere, avvolgendolo, il Polo universitario dell’Annunziata (nella foto, e nella photogallery, alcuni degli effetti del fuoco come apparivano stamattina, all’indomani dello spegnimento). E si fa notare che altre zone verdi cittadine, come la foresta di Camaro, versano in condizioni di abbandono che le rendono vulnerabili agli incendi. La denuncia tocca anche gli organi istituzionali, locali e nazionali, per la scarsa attenzione prestata al capitolo Protezione civile e vigili del fuoco: «Come mai, – chiede Legambiente – nonostante le grida di allarme lanciate dai vigili del fuoco ed amplificate dall’informazione cittadina alcuni mesi fa per la mancanza di mezzi e personale, non si è visto l’intervento straordinario ed immediato dei tanti che rappresentano la comunità locale nei vari livelli istituzionali concretizzando aiuti ed interventi per un corpo d’intervento vitale come i vigili del fuoco?».

Il pensiero va subito al distaccamento dei vigili del fuoco nella zona nord, fino a qualche mese fa presente all’interno del complesso dell’ex ospedale Margherita e poi soppresso, come ha spiegato il consigliere comunale Giorgio Caprì, per via del declassamento rispetto al rischio incendi del comprensorio messinese da parte del ministero degli Interni. «Attualmente – ha continuato Caprì – il numero dei vigili a copertura dell’intera provincia e delle acque territoriali è di 300 unità, da suddividere nei vari turni. Un numero irrisorio. Situazione aggravata dalla carenza di mezzi».

Qualche numero allarmante lo dà anche la Cgil, in un comunicato odierno che denuncia, per bocca del segretario provinciale della Fp Clara Crocè, le scelte penalizzanti del governo nazionale riguardo alla città dello Stretto: «L’abbandono di Messina a se stessa è reso più evidente anche dal numero di discontinui, il personale volontario e precario dei VVFF, che sono stati inviati. 150 contro i 500 di Catania». Eppure il territorio messinese è costantemente a rischio incendi, terremoti, maremoti e inondazioni da straripamento dei torrenti. Su quest’ultimo tema si è soffermato il consigliere Caprì, che è anche presidente della VII Commissione, impegnata proprio in queste settimane in un’analisi delle condizioni dei torrenti cittadini. Il consigliere ha sottolineato che la situazione è molto pericolosa, infatti: «i greti sono ampiamente edificati o usati come discariche abusive. Il che impedisce il defluire delle acque».

Insomma la Protezione civile a Messina non funziona. Ma non solo. Come suggerisce Legambiente, manca anche la formazione e l’addestramento della cittadinanza alla difesa del territorio. Quali le proposte? Sollecitare il governo nazionale perché aumenti i finanziamenti per i vigili del fuoco. Ma innanzitutto partire dalle istituzioni locali, che hanno competenza sulla Protezione civile propriamente detta. Caprì suggerisce in una lettera di oggi al sindaco di usare i fondi dell’Evento 2008 per dotare la città di una struttura adeguata di prevenzione e pronto intervento, e aggiunge: «La Regione siciliana attraverso la forestale deve potenziare, professionalizzare, dotare di mezzi aerei le squadre anti-incendio. Messina non può aspettare gli elicotteri o i Canadair chissà da dove».

Infine un suggerimento lo dà Legambiente, ricordando che gli incendi sono sì favoriti dalle condizioni climatiche, ma provocati da mano umana. «Che tipo di attività investigativa – chiede l’associazione ambientalista – viene messa in campo per individuare e perseguire coloro i quali appiccano tali incendi visto che per la gran parte si tratta di incendi dolosi?»

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