Lotta al racket. Blandina(Confindustria): «Gli imprenditori non vanno lasciati da soli». Solidarietà del consigliere Grioli(Pd)

Lotta al racket. Blandina(Confindustria): «Gli imprenditori non vanno lasciati da soli». Solidarietà del consigliere Grioli(Pd)

Redazione

Lotta al racket. Blandina(Confindustria): «Gli imprenditori non vanno lasciati da soli». Solidarietà del consigliere Grioli(Pd)

giovedì 30 Aprile 2009 - 07:48

Paura dopo l'attentato all'impreditore di Giammoro Antonio Raimondi. Per il presidente necessario intensificare i controlli. L'esponente provinciale del Pd invita Ricevuto e Buzzanca a dare seguito alla mozione sul patto Anti-Racket approvata a Palazzo Zanca e Palazzo dei Leoni

Tanti gli attestati di solidarietà, da parte di istituzioni e società civile, all’imprenditore Antonio Raimondi 61 anni, originario di Giammoro, vittima di un atto intimidatorio nella notte tra il 27 e il 28 aprile scorso. Secondo gli investigatori, infatti, non ci sono dubbi, dietro l’incendio della tre auto posteggiate sotto case dell’uomo di nasconderebbe la mano del racket.

Un episodio che desta enorme preoccupazione fra gli addetti ai lavori del mondo dell’imprenditoria i quali, afferma il presidente di Confindustria Ivo Blandina (nella foto), devono poter usufruire di tutti gli strumenti idonei a scoraggiare atti di questa natura. «In più occasioni – afferma Blandina – abbiamo avvertito sui rischi di eccessiva esposizione alla criminalità mafiosa delle aziende localizzate a Giammoro e nell’area ex Pirelli di Villafranca. Benché si tratti delle principali aree produttive dell’intera provincia non esiste alcun sistema di controllo o di vigilanza che funga da serio deterrente per fatti del genere».

Una situazione di costante pericolo, dunque, quella a cui, secondo il “numero uno” di Confindustria, sarebbero esposti gli imprenditori messinesi per i quali è invece il tempo di pensare ad efficaci politiche di prevenzione. «Non vorrei – dichiara Blandina – che la nostra chiara ed irrevocabile scelta di campo contro il sistema estorsivo abbia fatto ritenere che ciò sia sufficiente a far recedere i criminali dai loro propositi. Appare difficilmente comprensibile che nel 2009 non esista alcun presidio di sicurezza in aree dove si producono ricchezza e lavoro. Rileviamo – conclude il presidente – che, nonostante la disponibilità delle risorse a valere sul PON Sicurezza, né l’ASI né altri Entri locali hanno ad oggi presentato progetti per interventi strutturali utili a conseguire un innalzamento dei livelli di sicurezza».

Sulla stessa linea del presidente di Confindustria, il consigliere provinciale del Pd Giuseppe Grioli, in prima linea nella lotta al racket attraverso la presentazione di una mozione approvata sia in consiglio provinciale che comunale per la promozione del patto Anti-racket. E partendo proprio dal documento appena citato, che il rappresentante del Pd chiede al presidente Ricevuto perché non si sia ancora stato fatto nulla per favorire la creazione della Costituzione del Patto contro la lotta all’usura. Un interrogativo che Grioli non dimentica di “inoltrare” anche al sindaco Buzzanca.

«La guerra al racket – afferma l’esponente provinciale – non si può esaurire con un convegno ben organizzato, ne con la convinzione che l’unica strada sia quella di punire gli imprenditori che pagano il Pizzo e che non denunciano le richieste della criminalità organizzata. (Il riferimento è al Convegno ove ha partecipato il sottosegretario Mantovano.) Non si può altresì pensare – continua Grioli – che la lotta alla criminalità possa essere lasciata alla Chiesa e all’associazionismo. Ai convegni devono seguire atti concreti e non espressioni di solidarietà formale»

Il consigliere torna poi a parlare della mozione approvata in cui, fra i vari punti, vi è anche quello riguardante eventuali agevolazioni e garanzie da fornire a coloro che si rifiutano di pagare il pizzo e che oggettivamente possano dimostrare di averlo fatto: «. Noi siamo convinti che la Criminalità organizzata vada sfidata sul terreno della prevenzione, dell’incentivo, del sostegno agli imprenditori che alle nostre latitudini pagano un prezzo che in altre realtà è soltanto marginale. Accogliamo positivamente lo sforzo del Sindaco di aver promosso un dibattito pubblico sul tema, ma gli operatori economici si aspettano fatti concreti e no più solo solidarietà formale. Stessa cosa vale per il Presidente della Provincia. Le associazioni antiracket sono una risorsa che va valorizzata, e questa proposta può dare ad esse un marcia in più nel sostegno ad una battaglia di liberazione del territorio dal fenomeno del racket».

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