Il movimento “No Ponte” torna alla carica: «I fondi dell’opera si destinino alla messa in sicurezza»

Il movimento “No Ponte” torna alla carica: «I fondi dell’opera si destinino alla messa in sicurezza»

Il movimento “No Ponte” torna alla carica: «I fondi dell’opera si destinino alla messa in sicurezza»

lunedì 28 Febbraio 2011 - 09:20

Il 12 marzo assemblea nell’aula autogestita di ex Chimica: «Ci si chiede come mai non vengono utilizzati i fondi Fas: si utilizzino quelli finora stanziati per il Ponte, tutti pubblici»

«Uno striscione esposto nel corso della manifestazione di sabato a Giampilieri chiedeva come mai non venissero utilizzati i fondi Fas per la messa in sicurezza dei paesi colpiti dall’alluvione del 1. ottobre 2009. La risposta è che ciò non avviene perché quelle risorse vengono utilizzate per altro, per esempio per alimentare l’iter della costruzione del Ponte sullo Stretto». Torna alla carica il movimento “No Ponte”, che annuncia un’assemblea per il prossimo 12 marzo e rilancia il tema della diversa destinazione dei fondi oggi impegnati per la grande opera, da utilizzare invece per la messa in sicurezza. «Gli unici soldi attualmente impegnati per il Ponte, infatti, sono soldi pubblici e corrispondono a 1,3 miliardi di euro facenti capo ai Fas. Sarebbe, quindi sufficiente porre fine alla prospettiva devastante del Mostro sullo Stretto (per il quale sono già stati sperperati centinaia di milioni di euro, 110 solo nell’ultimo anno per trivellazioni e progettazione definitiva) e utilizzare le risorse a esso destinate per dare risposte soddisfacenti alla richiesta di sicurezza che viene dagli abitanti delle aree a rischio sismico e idrogeologico. Questo è il nostro punto di vista. Questo è l’elemento centrale della piattaforma delle nostre manifestazioni che hanno visto la partecipazione di migliaia di cittadini».

Proprio per la giornata di sabato era in programma un’assemblea del movimento No Ponte per fare il punto sulla situazione e mettere in cantiere le prossime mobilitazioni, «ma quando (mercoledì scorso) abbiamo avuto notizia della manifestazione indetta dai comitati dei paesi colpiti dall’alluvione del 1. ottobre non abbiamo esitato a rinviare la nostra iniziativa. Lo abbiamo fatto perché ne condividevamo i presupposti (la richiesta di messa in sicurezza dei paesi) e perché non volevamo limitarne, fosse anche in minima parte, la partecipazione. Con questo spirito siamo stati oggi a Giampilieri ed è proprio questo punto di vista che ci spinge a dire che sarebbe urgente andare oltre la passerella dei politici. Politici che, peraltro, non “portano pane a casa” visto che, a quasi un anno e mezzo dalla tragedia, rimangono largamente disattese le promesse fatte nell’immediatezza degli eventi (ricordiamo tutti il miliardo di euro annunciato dal presidente del Consiglio)».

L’assemblea No Ponte è stata rinviata al 12 marzo alle ore 10 e si svolgerà nell’aula di ex-chimica dell’Università di Messina, autogestita dagli studenti che si battono contro la dismissione dell’istruzione pubblica. «Non ci saranno passerelle a disposizione – chiariscono subito i responsabili del Movimento – tutti insieme decideremo le iniziative da mettere in campo per contrastare la costruzione del Ponte sullo Stretto e per rivendicare la messa in sicurezza dei territori. Da ciò dipende il futuro di tutti noi».

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