Operazione Grifone: arrestati cinque presunti affiliati al clan dei Batanesi.

Operazione Grifone: arrestati cinque presunti affiliati al clan dei Batanesi.

Operazione Grifone: arrestati cinque presunti affiliati al clan dei Batanesi.

martedì 20 Maggio 2008 - 11:01

Taglieggiavano gli imprenditori che si aggiudicavano appalti pubblici sui Nebrodi

Cinque persone, ritenute vicine al clan tortoriciano dei Batanesi, sono state arrestate dai Carabinieri della Compagnia di S.Agata Militello per associazione mafiosa finalizzata alle estorsioni.

Il gruppo minacciava imprenditori edili per costringerli a cedere in subappalto le gare pubbliche che si erano aggiudicati in alcuni comuni dei Nebrodi o a noleggiare le attrezzature di imprese in odore di mafia.

In carcere sono finiti il comandante del distaccamento del corpo forestale di Militello Rosmarino, Salvatore Calà Impirrotta, 54 anni di Catania (nella foto d’apertura), Nunzio Zaiti, 35 anni referente per Alcara Li Fusi del gruppo tortoriciano dei Batanesi e Roberto Castrovinci, 40 anni di Militello Rosmarino. Il provvedimento è stato notificato in carcere a Carmelo Barbagiovanni, 37 anni di Tortorici e Vincenzo Armeli, 29 anni di S.Salvatore di Fitalia.

Fra i tanti lavori finiti nel mirino dei batanesi soprattutto l’appalto per la realizzazione dell’acquedotto di Alcara Li Fusi, un’opera da 300.000 euro che si era aggiudicato un imprenditore della zona. L’uomo è stato avvicinato da Zaiti, esponente locale della famiglia tortoriciana, che gli ha chiesto dapprima la cessione in subappalto dei lavori ed al suo rifiuto il noleggio dei mezzi da parte di imprese amiche. Naturalmente sottolineando che se non avesse accettato le proposte i mezzi ed i cantieri sarebbero saltati in aria.

Messo alle strette l’imprenditore ha deciso di denunciare tutto ai Carabinieri. Con l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali gli investigatori hanno portato a galla diversi casi di estorsioni. A seguire anche un altro imprenditore della zona ha rivelato ai carabinieri le forti pressioni mafiose subite dai Batanesi.

Importante, secondo gli inquirenti, il ruolo svolto dal comandante del distaccamento del corpo forestale di Militello Rosmarino Calà Impirrotta. L’uomo avvicinava gli imprenditori che operavano nel parco dei Nebrodi minacciando sanzioni e sequestri ed il mancato rilascio delle autorizzazioni necessarie per operare nell’area protetta. Per chiudere un occhio sui presunti illecite Calà Impirrotta chiedeva l’elargizione di somme di denaro. In un caso una vittima è stata costretta a pagare fino a 4000 euro, suddivise in quattro rate.

(nella photogallery le foto degli altri due destinatari dei provvedimenti custodiali)

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