Operazione Pozzo: giornata d'interrogatori. Gli arrestati all'attacco dei collaboratori di giustizia

Operazione Pozzo: giornata d’interrogatori. Gli arrestati all’attacco dei collaboratori di giustizia

Redazione

Operazione Pozzo: giornata d’interrogatori. Gli arrestati all’attacco dei collaboratori di giustizia

lunedì 02 Febbraio 2009 - 20:01

Il PM Verzera ha avanzato appello contro le 17 ordinanze di custodia cautelare respinte dal gip

Giornata di interrogatori per il gip Massimiliano Micali nell’ambito dell’inchiesta Pozzo che venerdì ha portato in carcere i vertici della mafia barcellonese.

Sono iniziati in mattinata e sono proseguiti fino a tarda sera perché tutti gli arrestati hanno proclamato la propria innocenza respingendo tutte le accuse. Solo Tindaro Calabrese, attualmente detenuto nel carcere milanese di Opera, è stato interrogato per rogatoria.

Particolarmente interessante si è rivelato l’interrogatorio in carcere di Carmelo D’Amico l’uomo che, secondo gli inquirenti della DDA, si troverebbe in questo momento al vertice della “famiglia” di Barcellona. D’Amico avrebbe rimpiazzato il boss ergastolano Giuseppe Gullotti e Sem Di Salvo ristretto in regime di carcere duro.

D’Amico si è detto assolutamente estraneo ai fatti contestati ed ha respinto l’accusa di essere a capo di un’associazione mafiosa. Nel botta e risposta con il gip Micali D’Amicio ha tentato di smontare la credibilità dei suoi principali accusatori. Si tratta dei due nuovi collaboratori di giustizia:il tortoriciano Emanuele Merenda ed il polacco Ariel Mroczhowsky. Sono stati loro a stilare la nuova mappa delle cosche barcellonesi, riferendo nomi di boss e rappresentanti mandamentali, e consentendo di far luce su decine di estorsioni, attentati e casi di usura. Ma D’amico, attraverso il suo leale, ha esibito un’ampia documentazione ed intercettazioni ambientali che screditerebbeto i due pentiti.

Su alcune loro dichiarazioni, in effetti, anche il gip Micali aveva avanzato qualche dubbio. Non a casa ha rigettato ben 17 richieste di custodia cautelare che erano state avanzate dal sostituto procuratore della DDA Giuseppe Verzera. Fra queste anche quella indirizzata all’ex sindaco di S.Lucia del Mela, Santo Pandolfo, indagato per voto di scambio.

Verzera ha già presentato appello contro la decisione di Micali che ha firmato le ordinanze solo per 12 persone.

I Carabinieri del Ros e del Reparto Operativo di Messina arrestarono per associazione mafiosa, estorsione, porto d’armi, spendita di monete false, attentati ed intimidazione Carmelo D’Amico, 38 anni di Barcellona, Tindaro Calabrese, 35 anni di Novara di Sicilia, Gaetano Chiofalo, 35 anni di Milazzo, Santo Gullo, 45 anni di Falcone, Salvatore Puglisi, 54 anni di Fondachelli Fantina e poi ancora altri affiliati di primo piano come Leonardo Arcidiacono 38 anni di Catania ed i barcellonesi Antonino Bellinvia, 53 anni, Antonino Calderone, 33 anni, Mariano Foti, 38 anni, Francesco Ignazzitto, 49 anni, Ottavio Imbesi, 37 anni e Salvatore Micali, 34 anni.

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