Da pazienti ad alluvionati: può succedere nel reparto di Cardiologia del Papardo

Da pazienti ad alluvionati: può succedere nel reparto di Cardiologia del Papardo

Da pazienti ad alluvionati: può succedere nel reparto di Cardiologia del Papardo

lunedì 08 Ottobre 2007 - 12:15

Ecco la triste storia dell'Unità Operativa che è stata inaugurata appena 7 mesi fa

Il fiore all’occhiello dell’Ospedale Papardo, il Centro di Riferimento Regionale per gli infarti diventa teatro di un’alluvione. Si tratta del Reparto di Cardiologia che, ieri, è stato quasi seppellito dalla potenza della pioggia. Eppure ricordiamo l’inaugurazione in grande stile dello scorso 17 marzo.

Trovarsi sotto un temporale mentre sei in strada non è un dramma, però, se ti trovi in un letto d’ospedale e ti sta crollando addosso un soffitto può essere devastante. E’ quello che è successo ieri, intorno alle 18, al 3° piano del nosocomio: il crollo dei controsoffitti ha messo fuori uso 6 stanze su 12 di degenza e 11 ricoverati sono stati sfollati in altri reparti. “La disgrazia è stata scongiurata, dichiara oggi il Primario dell’Unità Operativa, Rosario Grassi. Ma il disastro era preannunciato-. Ieri, è dovuta intervenire una squadra di Vigili del Fuoco che ha provveduto a limitare i danni dell’allagamento. Nel frattempo, infermieri ed ausiliari hanno traslocato i degenti in Cardiochirurgia all’ottavo piano, in Chirurgia Toracica e Pneumologia, situate al nono piano.

Perdite di acqua ovunque, in tutte le stanze, ma anche nei corridoi, cavi dell’energia elettrica penzolanti, ormai resi visibili dalla mancanza del controsoffitto e, poi, metà del Reparto rimasto al buio, a causa di un inevitabile corto circuito. Ecco il quadro strutturale di un dipartimento che rappresenta l’eccellenza e che, questa mattina, deve fare i conti con gli interventi di ripristino da realizzare.

Le responsabilità? “Con certezza, afferma Grassi, i pluviali sono ostruiti da cicche di sigarette, lana di vetro e da ogni materiale di risulta derivante dai lavori del Polo Oncologico.

“Come si può non sorvegliare gli sviluppi di questa mega opera? Bisognava controllare attentamente gli interventi degli operai invece…Il direttore dei lavori Oteri è andato tranquillamente in vacanza la scorsa estate, commenta il primario. Il compito delle maestranze è di ultimare i lavori del Polo rispettando contemporaneamente gli altri locali-.

“Ho scritto ben 5 lettere di denuncia, sostiene il direttore di Cardiologia, segnalando le infiltrazioni d’acqua ai responsabili dei lavori. Tra queste, la prima è datata 29 marzo, ovvero a pochi giorni di distanza dall’inaugurazione. Ma nessun risultato è stato raggiunto. Solo promesse d’intervento-, ribadisce Grassi.

“Malgrado tutto, l’attività chirurgica continua: oggi abbiamo operato un paziente trasferito dall’Ospedale Piemonte, puntualizza lo specialista. Ma abbiamo dovuto mandare a casa altri utenti che avevano prenotato il ricovero per oggi-. Cerchiamo di ridurre al minimo i disagi, ma aspettiamo notizie dalle autorità giudiziarie-.

Intanto, c’è un grande paradosso. 4 giorni fa, avevano completato la controsoffittatura. Ma è chiaro che gli stessi nuovi controsoffitti, adesso, si sono impregnati di acqua e hanno ceduto.

“Non si può più fare finta di niente-, aggiunge Grassi. Non si sa quanto dureranno i lavori di messa in sicurezza: potrebbero durare un mese come una settimana. Adesso, però, è impossibile tornare in un reparto dove i cavi elettrici sono inumiditi e rischiano di creare danni irreversibili-.

Il mal tempo che, “nella normalità dei casi-, provoca qualche allagamento nelle antiche baracche della città o nei seminterrati, a Messina mette a serio rischio vite umane, anche negli ospedali.

(Foto Dino Sturiale)

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