Sanità. Settimana -Sicilia in salute- dedicata allo scompenso cardiaco

Sanità. Settimana -Sicilia in salute- dedicata allo scompenso cardiaco

Sanità. Settimana -Sicilia in salute- dedicata allo scompenso cardiaco

sabato 31 Maggio 2008 - 08:57

Lo Scompenso Cardiaco si avvia a diventare il problema fondamentale su cui si confronteranno i cardiologi durante il prossimo decennio. Rappresenta infatti la principale causa di ospedalizzazione per malattie cardiache, avendo sorpassato per numero la cardiopatia ischemica, con un aumento dei ricoveri dell’8% negli ultimi 4 anni. Anche nella nostra Regione i ricoveri per Insufficienza Cardiaca mantengono il trend di crescita nazionale. Il dato è emerso durante la penultima giornata di “Sicilia in Salute- la sette giorni voluta dall’Ispettorato sanitario della Regione siciliana ed in svolgimento a Mondello (Palermo)

L’impatto dello scompenso cardiaco è rilevante anche sotto il profilo economico. I costi maggiori sono imputabili alle ospedalizzazioni, mentre minori risorse finanziarie sono state fino ad ora investite nel follow-up ambulatoriale.

Un sistema di rete di gestione del malato con scompenso avrebbe un ruolo importante nella riduzione delle ospedalizzazioni e dei costi di gestione. Si dovrebbe realizzare secondo un modello che integri le strutture e funzioni ospedaliere con quelle territoriali, per cui il paziente ricoverato in Ospedale possa essere poi affidato ad apposite unità per lo scompenso in seno alle cardiologie ospedaliere, che, in collaborazione con il medico di medicina generale e col cardiologo del territorio, dovrebbero formulare un piano diagnostico-terapeutico personalizzato, che preveda un percorso di monitoraggio clinico e strumentale, sia ambulatoriale che domiciliare, in via diretta o telematica. Lo scopo è quello di evitare l’instabilizzazione dell’equilibrio clinico ottenuto con difficoltà nel paziente scompensato e ridurre quindi i ricoveri per scompenso acuto.

Un ulteriore strumento per il trattamento dello scompenso cardiaco è la terapia di resincronizzazione cardiaca, che si è dimostrata in grado sia di migliorare notevolmente la qualità di vita dei pazienti, determinando una riduzione del ricorso all’ospedalizzazione in percentuale variabile dal 66 al 94%, che di ridurre la mortalità.

Si tratta di una procedura complessa e non priva di rischi, e che risulta efficace solo se correttamente eseguita; è pertanto importante, allo scopo di garantire una qualità del servizio con il contenimento dei costi, che venga attuata solo presso le strutture con le caratteristiche idonee, sia di personale che di attrezzature, garantendo sia la sicurezza del paziente che un risultato ottimale.

Ma durante la giornata dedicata alle malattie cardiovascolari si è parlato anche della rete di assistenza dedicata a fronteggiare le emergenze cardiovascolari. In Sicilia, il numero delle emodinamiche è sufficiente a garantire l’assistenza per le emergenze cardiovascolari su quasi tutto il territorio.

Ben 20 le emodinamiche siciliane, in grado di soddisfare le esigenze dell’utenza sul territorio. Ne rimane priva solamente Caltanissetta per la quale è stato comunque formalizzato il supporto economico per l’acquisto di una sala di emodinamica.

Dai dati ufficiali della Società Italiana di Cardiologia Invasiva (SICI-GISE), che ormai da anni monitorizza e raccoglie i dati dei laboratori nazionali, emerge chiaramente come la Sicilia sia al di sopra della media italiana per quantità e tipologia di prestazioni.

Sono state eseguite nel 2007 ben 11.893 angioplastiche coronariche di cui 1942 in corso di infarto miocardico acuto.

In particolare, riferendosi all’infarto miocardico, grazie all’esperienza degli operatori e al regime di pronta disponibilità di molte emodinamiche, si è assistito negli ultimi tre anni ad un incremento vertiginoso delle angioplastiche coronariche. Si è infatti passati da poco più di 200 angioplastiche primarie per milione di abitanti nel 2004, a quasi 400 nel 2007.

Rimane ancora da percorrere della strada per arrivare al target ottimale: trattare tutte le sindromi coronariche acute. Questo potrà avvenire con l’attuazione della rete per l’infarto miocardico acuto in Sicilia (RIAS), già in possesso dell’ispettorato regionale alla sanità, ed in corso di approvazione con relativo finanziamento. La rete prevede l’identificazione di centri di riferimento (Hub) su cui convogliare tramite 118 i pazienti che necessitano di angioplastica coronarica in urgenza/emergenza.

Il progetto della rete per il contrasto all’infarto acuto in Sicilia prevede una fase sperimentale da realizzare nelle tre città pilota di Catania, Palermo e Messina. A tal fine sono state identificate le sotto elencate strutture con emodinamica:

CITTA’ DI CATANIA:

Azienda Ospedaliera V.E., Ferrarotto, S. Bambino (Prof. Corrado Tamburino)

Azienda Ospedaliera Cannizzaro (dr. Antonio Fiscella)

CITTA’ DI PALERMO:

ARNAS – Civico (dr. Amerigo Stabile)

Az. Ospedaliera Cervello (prof. Aldo Patti)

Az. Ospedaliera Villa Sofia (dr. Daniele Pieri)

CITTA’ DI MESSINA:

Azienda Ospedaliera Papardo (dr. Rosario Grassi)

La prima città in cui verrà avviato il progetto sarà Catania dove è già in atto il coordinamento tra 118 e i due ospedali di riferimento. Attuata la prima fase di rodaggio, l’esperienza verrà allargata alle altre città designate e, successivamente, a tutto il territorio regionale.

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