In due appartamenti a loro intestati la Polizia aveva sequestrato due chili e mezzo di cocaina. impossibile, invece, dimostrare la provenienza illecita del milione di euro in contanti
Clamorosa decisione del Tribunale del Riesame che ha annullato l’ordinanza a carico dei fratelli Claudio e Maurizio Cutispoto per due capi d’imputazione. Cadono le accuse per la ricettazione di denaro e l’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga. In due appartamenti a loro intestati sul viale San Martino la Squadra Mobile sequestrò due settimane fa un milione di euro in contanti e due chili e mezzo di cocaina oltre all’intero occorrente per il confezionamento della droga.
Un vero e proprio laboratorio nel cuore della città del quale però, secondo gli investigatori, i fratelli Cutispoto sarebbero solo proprietari sulla carta. La Polizia, infatti, è convinta che droga e denaro apparterrebbero ai boss di Mangialupi, i cinque fratelli Trovato ai quali sono stati sequestrati beni per 20 milioni di euro, ritenuti provento del traffico di sostanze stupefacenti.
Secondo i giudici del riesame non esistono prove sufficienti per contestare ai fratelli Cutispoto il reato di associazione a delinquere per spaccio di sostanze stupefacenti. Difficile individuare quali sarebbero questi personaggi ignoti con i quali avrebero costitutio l’associazione a delinquere. Allo stesso tempo non è possibile dimostrare che il milione di euro, sequestrato in uno dei due appartamenti d viale San Martino, sia il ricavato di attività illecite ed in particolare del traffico di droghe pesanti.
Resta in piedi, invece, l’accusa per quanto riguarda la detenzione di droga. Ad inchiodarli i due chili e mezzo di cocaina trovati nei due appartamenti di viale San Martino. Pertanto i fratelli Cutispoto restano in carcere per rispondere di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacente.
Nei giorni scorsi, davanti al gip Luana Lino, Claudio Cutispoto si era avvalso della facoltà di non rispondere mentre il fratello Maurizio
aveva affermato di non recarsi da anni in quei due appartamenti e dunque di non essere in grado di sapere della presenza di soldi e droga nè a chi potessero appartenere.
La Squadra Mobile ed il sostituto della DDA Giuseppe Verzera sono, invece, convinti che in quei locali, ampi e confortevoli, sarebbero stati ospitati perfino latitanti della ‘ndrangheta. Negli appartamenti, infatti, qualcuno vi aveva soggiornato fino a pochi giorni fa.
Se ora la DDA non presenterà appello contro la decisione del Tribunale del Riesame il milione di eruo dovrà essere restituito ai fratelli Cutispoto.