Tentò di sequestrare un dodicenne: condannato ad otto anni Rocco Galluzzo Albanese

Tentò di sequestrare un dodicenne: condannato ad otto anni Rocco Galluzzo Albanese

Redazione

Tentò di sequestrare un dodicenne: condannato ad otto anni Rocco Galluzzo Albanese

mercoledì 25 Febbraio 2009 - 20:25

Reato prescritto per altri dieci imputati fra cui alcuni venditori di videocassette pedopornografiche.

Sono trascorsi dieci anni da quel terribile 30 del gennaio 1999 quando un bambino di 12 anni rischiò di essere rapito all’uscita da scuola probabilmente per finire sul set di un film pornografico.

Oggi i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Messina hanno condannato ad otto anni di reclusione il principale imputato del processo, Rocco Galluzzo Albanese accusato di tentato sequestro di persona e vendita di contenuti pedopornografici. Si tratta della stessa condanna chiesta dal PM Vincenzo Cefalo, il magistrato che fin dall’inizio ha seguito la scabrosa vicenda.

Prescrizione per tutti gli altri imputati per i quali il PM aveva chiesto pene minori. Si tratta di Francesco Esposito, Antonino Mezzapica, Giuseppe Artese, Giuseppe De Brasi, Onofrio Alesci, Massimiliano Alesci, Angela Busà, Francesco Micalizzi, Lorenzo Pietropaolo e Domenico Smedile.

Un ruolo decisivo lo giocò nella vicenda il padre del bambino che non si rassegnò mai all’idea di non ottenere giustizia e, come accade in certi film gialli, cominciò personalmente ad indagare fino a scoprire l’organizzazione di commercianti di videocassette pedopornografiche.

Tutto iniziò il 30 gennaio del 1999 quando un bambino di 12 anni riuscì a sventare il suo sequestro. Appena uscito dalla scuola media “Mazzini”, in via Oratorio San Francesco, fu avvicinato da due persone che gli chiesero di salire sulla loro auto. Al suo rifiuto lo strattonarono provocandogli dei lividi sulle braccia. Il ragazzino riuscì a fuggire e raccontò tutto al padre e poi agli investigatori della Squadra Mobile. Partirono le indagini ma dopo alcuni mesi tutto era ancora fermo al punto di partenza. La svolta qualche giorno dopo. Padre e figlio incrociarono casualmente per strada Rocco Galluzzo Albanese. Il bambino indicò subito al genitore che si trattava di uno dei due uomini che avevano tentato di sequestrarlo. Quel padre coraggioso decise allora di agire in prima persona. Cominciò a pedinare lo sconosciuto e lo vide accompagnarsi con Francesco Esposito, venditore ambulante di videocassette. Decise allora di calarsi in quel mondo squallido e mostruoso della pedopornografia. Qualche giorno dopo si finse cliente, avvicinò Esposito e gli disse, con fare circospetto, che cercava del materiale particolare. Così i due si incontrarono qualche giorno dopo in una baracca ed al padre furono mostrati alcuni filmati. Per l’uomo furono momenti terribili e carichi di angoscia. In quei bambini immortalati nei film rivedeva il figlio dodicenne. In particolare gli fu mostrata una videocassetta in cui un uomo aveva rapporti sessuali con due bambini di circa otto anni e li costringeva a pratiche irripetibili. Il padre finse di stare al gioco e chiese quanto avrebbe dovuto pagare per quel filmato. Gli furono chieste 250.000 lire che l’uomo si rifiutò di pagare. Poi, sconvolto, si allontanò da quel luogo così squallido. Si recò in Questura e raccontò tutto alla Polizia. Gli investigatori cominciarono a seguire le mosse di Galluzzo Albanese ed Esposito finchè scoprirono l’orribile commercio. Li sorpresero mente vendevano la videocassette ad insospettabili professionisti, padri di famiglia modello, persone delle quali nessuno avrebbe mai immaginato una simile devianza. Nel febbraio del 2001 la Squadra Mobile arrestò Galluzzo Albanese ed Esposito e denunciò i complici, ponendo fine allo squallido commercio di immagini in cui inermi ed innocenti bambini erano costretti a subire le azioni più aberranti per il piacere di “orchi” senza scrupoli.

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