Questa mattina nell'atrio di Palazzo Zanca cerimonia di scopertura della statua danneggiata dal sisma del 1908 e restaurata da tre giovani messinesi
E’ stata restituita questa mattina alla città, con una cerimonia svoltasi a Palazzo Zanca, la lapide di Costanza d’Altavilla, danneggiata dal sisma del 1908, conservata al Museo regionale e restaurata dal prof. Ernesto Geraci, grazie al contributo che l’Amministrazione comunale aveva deliberato nel settembre scorso. L’incontro è stato introdotto dalle testimonianze di Daniele Espro, Daniele Rizzo e Aurora Smeriglio, i tre giovani universitari messinesi, appassionati di storia patria, che avviarono nei mesi scorsi la sinergia tra il Comune ed il direttore del Museo Regionale, Gioacchino Barbera, sollecitando il progetto di restauro della lapide di Costanza d’Altavilla, custodita nella struttura museale.
Dopo il loro intervento, scopertuara della restaurata lapide posizionata con una particolare supporto espositivo in acciaio, nell’atrio di Palazzo Zanca accanto allo scalone d’onore della sede municipale. Figlia di Ruggero II ,-il Normanno-e di Beatrice di Rethel, Costanza d´Altavilla, sposò Enrico VI. Dopo la morte del sovrano, avvenuta a Messina il 28 settembre del 1197, Costanza tenne la tutela e la reggenza del figlio, facendolo poi incoronare re di Sicilia. Prima di tornare a Palermo, nella primavera del 1198, volle confermare in segno di rispetto per Messina, il privilegio del Porto Franco, emanato dal marito l´anno precedente a favore della città. La cittadinanza messinese, quale riconoscimento allo scomparso imperatore del Sacro Romano Impero che aveva concesso alla città di Messina il privilegio del Porto Franco, realizzò le -lapidi di Enrico VI e Costanza d´Altavilla- che furono collocate all’interno della cattedrale di Messina. Realizzate in marmo proveniente dall’isola greca di Paros, nell’arcipelago delle Cicladi, contengono caratteri a sesto acuto e misurano rispettivamente 0,75 centimetri per 1 metro e 93 cm.. Il terremoto del 1908, con la distruzione del Duomo, ridusse in frantumi le due lapidi, già danneggiate dal tempo.
