Milazzo Film Festival: vince -Il caso Ordero- e Raz Degan incanta il pubblico

Milazzo Film Festival: vince -Il caso Ordero- e Raz Degan incanta il pubblico

Redazione

Milazzo Film Festival: vince -Il caso Ordero- e Raz Degan incanta il pubblico

lunedì 16 Luglio 2007 - 16:15

Riflessioni sull’amicizia e sulla violenza. Si è concluso ieri davanti ad una piazza Duomo gremita, il Milazzo Film Festival. Assegnati i quattro premi del concorso. Tra i 13 corti selezionati in mezzo agli oltre 250 proposti da tutto il mondo, a vincere è stato -Il caso Ordero- di Marzio Mirabella; il -Premio Polifemo-, assegnato al miglior corto siciliano, è andato a -Uemai?- di Agostino Gulino; la giuria di giornalisti presieduta da Vanni Ronsisvalle ha scelto per lo -Scarabeo d’oro- il corto -Meridionali senza filtro- di Michele Bia. Infine il pubblico ha premiato con il -Corto Bello- -Grandi dolori da nulla- del messinese Francesco Lollo. -Il caso Ordero- proponeva una ironica riflessione sulla violenza e sui metodi di contrasto della stessa. Un po’ -Arancia meccanica- in salsa grottesca, con un tocco di b movie italiano anni 70. Surreale e irriverente, quanto leggero e arguto, -Grandi dolori da nulla-, che non a caso ha convinto il pubblico, con la sua forte carica empatica.

La serata è proseguita con l’ospite d’onore, il modello e attore Raz Degan (nella foto accanto al direttore artistico Salvatore Presti), che ha intrattenuto il pubblico raccontando in un italiano affaticato ma efficace il suo rapporto con lo spettacolo e l’arte in genere. Oltre a introdurre il film -Cento chiodi- di Ermanno Olmi, di cui è protagonista, che ha chiuso il festival. Il film narra un momento di crisi di un intellettuale, che capisce che una vita spesa sui libri vale meno «di un caffé con un amico». Alla domanda di Marina La Rosa, in veste di madrina e presentatrice, sui suoi progetti futuri, Degan ha risposto: «Grazie ad Ermanno Olmi ho avuto la possibilità di scrollarmi il cliché di uomo della pubblicità. La gente adesso mi considera un attore. Proprio per questo resterò in Italia e girerò, dopo l’estate, un’opera prima di un regista italiano. Ho avuto tante offerte ma preferisco restare ai margini del business in modo da potere esprimermi al meglio senza condizionamenti». «Organizzare questa seconda edizione è stata una fatica enorme – ha detto Antonio Napoli, presidente dell’associazione -L’Altra Milazzo- – ma il risultato ha ripagato le nostre fatiche. Avere avuto il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali, dell’assessorato provinciale al Turismo e del Goethe Institut significa che si tratta di una iniziativa valida. Migliaia di persone hanno assistito alle proiezioni. Evidentemente senza spendere grandi cifre si può fare cultura e puntare anche sul turismo di qualità». Il Milazzo Film Festival ha inoltre avuto il supporto della Raffineria di Milazzo che sponsorizzando l’iniziativa ha voluto aprire un dialogo fecondo con il Milazzo Film Festival, una collaborazione che sottolinea l’impegno della Raffineria a sostenere anche eventi di forte spessore culturale. Ed è proprio quello che il direttore artistico Salvatore Presti ha voluto fare. Un evento con un forte spessore culturale. «Cosa e quanto ne sappiamo della Sicilia di oggi? – sottolinea Presti – Dei cambiamenti antropologici che hanno azzerato secoli di cultura? Cosa sono diventati i nostri contadini? La nuova cultura popolare cosa produce? Cosa passa nelle teste dei nostri giovani, delle donne? E della mafia stessa, sempre più politicizzata ed inserita nel mercato, come ne seguiamo le mutazioni? Il cinema, quello autentico, la letteratura e la cultura in genere possono aiutarci a rispondere ad interrogativi fondamentali su quest’isola».

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